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Giro di shot: i migliori gin secondo Valeria Armanni e Francesco Tancredi

Scritto da Simone Muzza il 1 luglio 2014
Aggiornato il 22 marzo 2016

Foto di Dominga Rosati

Abbiamo chiesto a Valeria e Francesco di Ugo (leggi qui l’intervista che abbiamo fatto loro) di scegliere i migliori gin dalla loro bottigliera, che ne contiene una cinquantina circa.

     

  1. Blackwood’s Vintage Dry Gin

    Gin molto citrico delle Isole Shetland (Scozia), fatto con botaniche autoctone raccolte a mano. Se bevete quello a 60°, fermatevi al primo martini.

  2.  

  3. Citadelle Gin

    Gin francese molto morbido con 19 componenti botaniche, è ideale per iniziare le persone al gin. Oppure per convertire quelle che lo odiano a causa di una pessima sbronza adolescenziale.

  4.  

  5. Death’s Door Gin

    Gin biologico di Washington Island, Wisconsin, Usa: ha solo tre botaniche (bacche di ginepro, finocchio, coriandolo) ed è bello secco e deciso.

  6.  

  7. Gin Sea

    London Dry Gin ridistillato in Galizia con un ottimo rapporto qualità/prezzo e 11 botaniche che gli conferiscono sentori mediterranei.

  8.  

  9. Mahon

    Gin di Minorca molto profumato con tre botaniche dell’isola delle Baleari, dove viene mixato nella Pomada (gin lemon) nella celebre festa di San Juan.

  10.  

  11. Martin Miller’s Gin

    Nato da un’idea di tre gentleman inglesi che volevano fare il gin più buono del mondo (con tanto di acqua islandese), è molto citrico e lo serviamo con scorza di limone, arancia e lime.

  12.  

  13. Tanquerray Malacca Gin

    Ormai fuori produzione (è stato commercializzato dal 2000 al 2004), è una versione più morbida del Tanquerray London Dry Gin, ma era troppo costoso produrlo. Anche se molto buono, lo abbiamo soprattutto per l’esclusività: a Milano lo trovi solo qui.

Avvertenze: il numero di botaniche indicato è quello dichiarato dalla casa. Consigliamo di assaggiare questi gin lisci, nel martini cocktail o con buona acqua tonica (Fever-Tree Mediterranean, 1724, J. Gasco). E ricordate: GOD SAVE THE GIN!