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I luoghi nascosti di Bologna e dintorni aperti per le giornate FAI di questo weekend

Scritto da La Redazione il 13 ottobre 2022

Medicina (BO), Stazione Radioastronomica Ceccarelli, radiotelescopi (C) INAF

Sono oltre 700 le proposte in 350 città d’Italia, in tutte le regioni: meraviglie da scoprire, nascoste in luoghi poco conosciuti e solitamente inaccessibili, che raccontano storia e natura dell’Italia, spaziando dall’archeologia all’architettura, dall’arte all’artigianato, dalla tradizione alla memoria, dall’antico al moderno, dalla città alla campagna. È il patrimonio culturale dell’Italia che sabato 15 e domenica 16 ottobre 2022 il FAI svela al pubblico in due giorni di festa, di divertimento, ma anche di apprendimento e sensibilizzazione.

Ai partecipanti verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro, che andrà a sostegno della missione e dell’attività del FAI (l’elenco completo dei luoghi aperti e le modalità di partecipazione all’evento sono consultabili sul sito www.giornatefai.it).

Ecco alcune delle aperture più interessanti a Bologna e dintorni.

Palazzo Lambertini Taruffi (Liceo Statale Minghetti)

Il Palazzo sorge nel centro di Bologna in quella che un tempo era Via del Poggiale e oggi è Via Nazario Sauro. Il Palazzo è stato una delle residenze della prestigiosa famiglia bolognese dei Lambertini che dal XII secolo ha legato le proprie vicende alla città di Bologna dando alla Chiesa di Roma anche un Papa noto per la grande cultura, il cardinale Prospero Lorenzo Lambertini, divenuto Benedetto XIV. L’edificio, di grande rilievo storico, è stato acquistato dal Comune di Bologna nel 1908 per farne la sede del Liceo Classico Marco Minghetti e ancora oggi ospita questa importante istituzione scolastica.

Durante le Giornate FAI i visitatori saranno accompagnati alla scoperta di questo Palazzo storico partendo dal grande loggiato al piano terreno per poi scoprire, una volta salito il grande scalone monumentale settecentesco, il bellissimo piano nobile dell’edificio. In questo percorso i visitatori avranno anche modo di ammirare alcuni importanti soffitti lignei decorati a testimonianza di un tratto tipico dell’edilizia aristocratica bolognese della seconda metà del 500, che ritroviamo in molte nobili dimore coeve, come Palazzo Fava o Palazzo Magnani.

Bologna, Palazzo Lambertini Taruffi

Palazzo Vassé

Palazzo Vassé sorge in Via Farini n. 14, cuore del centro di Bologna e crocevia di quell’area dove, nel Medioevo, sorse una delle più antiche Università del Mondo, a un passo da San Petronio e Piazza Maggiore. Il Palazzo, di grande importanza storica, ha subito numerosi danni a causa dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale e per tale ragione all’originale nucleo storico dell’edificio (oggetto delle visite in Giornate FAI) si affianca oggi l’attuale Galleria Cavour. L’attuale proprietà ha avviato numerosi e importanti interventi di valorizzazione e restauro della porzione storica dell’edificio oggetto di visita.

Durante la visita sarete accompagnati alla scoperta degli spazi più prestigiosi del Palazzo che comprendono il cortile interno, il grande scalone decorato e le meravigliose sale affrescate del piano nobile. Punto focale della visita è la suggestiva galleria della Meridiana, dotata appunto di un’insolita meridiana (un calendario solare) e di due fori per le osservazioni del cielo notturno. La suggestione di questi spazi unici sarà peraltro accompagnata dal racconto delle vicende storiche della famiglia Vassé Pietramellara.

Bologna, Palazzo Vassè (C) ph. La Martini srl

Casa Saraceni

Casa Saraceni, palazzo collocato in Via Farini 15 nel pieno centro di Bologna, è considerato uno fra gli edifici di maggiore interesse che il Rinascimento cittadino abbia prodotto tra la fine del secolo XV e l’inizio del secolo XVI. La storica residenza fu edificata per volere della nobile famiglia Saraceni e ospita oggi la sede della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.

La costruzione del Palazzo risale ai primi anni del Cinquecento e può essere attribuita, verosimilmente, al volere di Antonio Saraceni, nobile bolognese e componente del Senato cittadino tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500. L’edificio venne costruito sulle fondamenta di una casa che apparteneva alla famiglia Clarissimi dal XIII secolo. Una lapide posta nell’adiacente vicolo San Damiano ricorda la torre di Alberto Clarissimi, trasformata nel 1469 nell’attuale altana e tuttora riconoscibile. Sfarzosa e importante dimora, Palazzo Saraceni fu scelto, dopo la cacciata dei Bentivoglio, nel 1510, come la sede più appropriata dove ospitare due ambasciatori veneti a seguito del pontefice Giulio II. Nel 1930, il palazzo è passato alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, che ne ha promosso l’ampio e articolato progetto di restauro del 2001, con opere di manutenzione straordinaria.

Casa Saraceni

Chiesa ortodossa di San Basilio il Grande

La chiesa ortodossa di San Basilio Il Grande, appartenente alla giurisdizione canonica del Patriarcato di Mosca, è un piccolo scrigno di tesori che coniuga al suo interno elementi della tradizione orientale ortodossa con quelli della tradizione barocca occidentale in un equilibrio che sorprende il visitatore. Situata in Via Sant’Isaia, nel centro di Bologna, è stata la prima chiesa ortodossa in Emilia-Romagna, occupando fin dal 1973 la sede nell’ex Oratorio di S. Anna, antica chiesa fondata dai padri certosini, la cui storia risale alla metà del ‘300.

Nel 1356 i monaci certosini acquistarono una “casa con grande orto” in via Sant’Isaia per costruirvi il loro ospizio cittadino a breve distanza, circa 2 miglia dalla Certosa, edificata nel 1334 ai piedi del colle della Guardia dove sorge il santuario della Madonna di San Luca. Le fonti ci dicono che nel 1443 la chiesa, annessa all’ospizio e probabilmente preesistente, viene destinata dai certosini a custodire la preziosa reliquia di una parte del cranio di S. Anna, già donato nel 1435 dal cardinale Niccolò Albergati, vescovo di Bologna e membro dell’ordine certosino, alla sua amata Certosa. Ampliata nel Settecento e affrescata tra il 1715 e il 1721 dal pittore bolognese Gioacchino Pizzoli (1651-1731), nel secolo successivo in seguito alla soppressione napoleonica della Certosa nel 1797 e alla secolarizzazione dell’ospizio la chiesa viene chiusa. Riaperta al culto nell’800 la chiesa viene di nuovo chiusa nel 1943 quando i bombardamenti danneggiano gravemente l’intero fabbricato. A partire dal 1973 la chiesa, passata in mano alla chiesa ortodossa, viene arricchita da un nuovo apparato decorativo che si affianca a quello esistente generando stupore e curiosità nei visitatori.

Chiesa ortodossa di San Basilio il Grande

Le grotte di Labante (Castel d’Aiano)

Nel cuore dell’Appennino Bolognese, nella Valle del torrente Aneva si conserva un prezioso gioiello della natura: Labante, la grotta primaria nei travertini più grande in Italia. Una bellissima cascata e il suo laghetto che nascondono 2 grotte: la “Grotta dei Tedeschi” e la “Grotta di Labante”.In questo luogo è possibile assistere ad uno spettacolo unico, non ripetibile perché cambia sempre e si presenta diverso in ogni momento. Queste grotte sono state denominate anche “Grotte Viventi” e il suo travertino, qui chiamato “spunga” venne usato dagli etruschi per la necropoli di Misa a Marzabotto e negli anni ‘60 per ricostruire il Santuario di Brasa. Le Grotte di Labante sono un sito di importanza comunitaria (SIC) e si trovano nel comune di Castel D’Aiano. Probabilmente è la grotta primaria di travertini più grande del mondo, infatti, le cavità naturali di questo tipo non superano i 4-5 m di lunghezza mentre quelle di Labante raggiungono i 51 m con un dislivello di 12.

In occasione delle Giornate FAI avrai la possibilità di visitare degli angoli solitamente chiusi al pubblico. Innanzitutto, entreremo all’interno della piccola Grotta dei Tedeschi, un mondo sotterraneo fatto di oscurità, di profumo di terra e di silenzio interrotto solamente dallo scrosciare delle acque. Ma da dove arriva l’acqua della cascata? dal prato sovrastante che appartiene alla Chiesa di San Cristoforo. La storia di questa antica chiesa parrocchiale è indissolubilmente legata alla grotta, da cui è stato preso il travertino per costruirla. Grazie al FAI entrerai nella sua sacrestia, un posto che custodisce al suo interno numerosi manufatti, foto storiche e documenti della sua storia e del territorio su cui sorge. Da qui, con una facile passeggiata su sentiero CAI raggiungeremo la chiesa di Santa Maria di Labante all’interno della quale scoprirai un’altra caratteristica labantese: i presepi di travertino o ‘spunga’.

San Cristoforo (BO), Grotte di Labante

Le antenne della stazione Radiostronomica di Medicina

La storia dell’Istituto di Radioastronomia (IRA) inizia nel 1970, quando venne fondato grazie all’iniziativa del Professor Marcello Ceccarelli e del gruppo di scienziati, ingegneri e tecnici che progettarono e realizzarono il radiotelescopio Croce del Nord a Medicina. L’IRA fa parte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) dal 2005, ed è dislocato in tre sedi: la sede centrale a Bologna e due ulteriori sedi presso le stazioni radioastronomiche di Medicina e Noto. L’IRA è uno dei poli fondamentali in cui si svolge la ricerca radioastronomica in Italia e riveste un ruolo di primo piano anche in ambito internazionale. La principale area di interesse per lo staff di ricerca dell’IRA è l’astrofisica extragalattica, ma si dedica anche all’astrofisica galattica, dalla formazione stellare all’astrofisica stellare.

Durante le Giornate FAI d’Autunno, grazie alla disponibilità di INAF IRA, conosceremo la storia di questo luogo, dove studenti, famiglie e appassionati vengono a contatto con i radioastronomi, i tecnologi e i loro strumenti, e impareremo alcune curiosità: lo sapete che in questo contesto unico nel suo genere, sono stati girati video e film? La Stazione Radioastronomica di Medicina è un vero e proprio set cinematografico.

Medicina (BO), Stazione Radioastronomica Ceccarelli, radiotelescopi (C) INAF