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Il meglio di Biografilm 2018

Una panoramica sulla nuova edizione del festival cinematografico dedicato ai racconti di vita, a Bologna dal 14 al 21 giugno (e anche prima)

Scritto da Salvatore Papa il 5 giugno 2018
Aggiornato il 12 giugno 2018

Ingresso gratuito in sala per i rifugiati, quattro posti gratuiti per la Biografilm School per migranti tra i 18 e i 30 anni e sconto del 50% su tutte le proiezioni per gli stranieri residenti in città da due anni: così Biografilm risponde all’attualità.
Difficile restare indifferenti davanti a storie come quelle delle decine di persone salvate dalla nave Iuventa poi sequestrata in seguito al tritacarne politico scatenatosi contro le ong o di fronte alla battaglia di Cédric Herrou, contadino della Val Roia che sfida le istituzioni offrendo ospitalità alle persone bloccate sul confine tra Francia e Italia.
Solo due, tra i vari ritratti del presente in programma (rispettivamente Iuventa di Michele Cinque e Libre di Michel Toesca), che oltre a porre domande chiedono risposte urgenti e, soprattutto, umane.
Un segnale di accoglienza diventa, quindi, anche un buon esempio perché quando tra schermo e realtà non c’è differenza, quello che succede nel buio di una sala bisognerebbe poi portarselo anche fuori. Essere spettatori critici vuol dire anche questo. E gli stimoli anche stavolta non mancano.

Iuventa
Iuventa

Per questa sua quattordicesima edizione, il festival si espande al di fuori degli spazi e dei tempi consueti. Nel Parco del Cavaticcio sono già partiti i concerti gratuiti del Biografilm Park, ma ci sono anche molti altri appuntamenti di avvicinamento al vero fulcro dell’evento che va dal 14 al 21 giugno e che oltre alla Cineteca si allarga a Cinema Arlecchino, Jolly, Europa, Medica Palace, Orione, Galliera e Antoniano.

Tra il 7 e il 10 giugno si terranno, ad esempio, alcune speciali anteprime in collaborazione con La Repubblica delle Idee e sarà dunque possibile vedere in anticipo al Cinema Arlecchino Our New President di Maxim Pozdorovkin, che racconta con piglio satirico la campagna elettorale delle presidenziali americane del 2016, il premio Sundance per la miglior regia On Her Shoulders di Alexandria Bombach, The Cleaners di Hans Block e Moritz Riesewieck sulle dinamiche di censura e controllo dei contenuti di colossi come Facebook e Google e Iuventa.

Tra le proiezioni a ridosso dell’inizio anche We The Animals di Jeremiah Zagar (il 9 giugno) che ha vinto la sezione NEXT dell’ultimo Sundance tratto dall’omonimo romanzo di Justin Torres e l’attesissimo nuovo film del regista di The Lobster, Yorgos Lanthimos, The Killing Of A Sacred Deer (lunedì 11 giugno).

Altra novità dell’anno è la finestra sulle serie televisive, Biografilm Series, dal 10 al 14 giugno con una decina di titoli in anteprima italiana e un paio di maratone, come quella di Sense8 dalle 23 di giovedì 7 giugno nel foyer del cinema Medica Palace (ingresso libero per tutti gli abbonati Netflix) e Skam Italia (7 e 8 giugno).

We The Animals
We The Animals

Ma saranno, come al solito, le biografie ad essere protagoniste con i film dedicati a Orson Welles (The Eyes of Orson Welles), lo stilista Alexander McQueen (McQueen), il fondatore di Societas Raffaello Sanzio, Romeo Castellucci (Theatron. Romeo Castellucci), l’attrice Jane Fonda (Jane Fonda in Five Acts), Renzo Piano (Renzo Piano: The Architect of Light), lo scrittore Haruki Murakami (Dreaming Murakami), la mitica popstar M.I.A (Matangi /Maya/M.I.A), il musicista Chilly Gonzales (Shut Up and Play the Piano), il regista e pittore Peter Greenaway (Greenaway Alphabet), il compositore Luigi Nono (I Film di Famiglia), Don Ciotti (Così in terra) e altri.

Dall’ultimo Festival Internazionale del Cinema di Berlino arrivano poi l’Orso d’Oro Touch Me Not di Adina Pintilie e l’Orso d’Argento MUG di Malgorzata Szumowska.

Theatron - Romeo Castellucci
Theatron – Romeo Castellucci

E, ancora, tra la caterva di titoli:

Diamantino, di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt, vincitore a Cannes della Semaine de la Critique, film pazzo tra visioni mistiche, barboncini giganti e figure pastello super-kitsch che attraverso le bizzarre vicende di una superstar del calcio salta dal culto delle celebrità all’ascesa dell’estrema destra alla crisi dei rifugiati (foto di copertina);
Amal, di Mohamed Siam sulla disillusione della gioventù araba mostrata da una prospettiva femminile, Almost Nothing;
Almost Nothing. CERN: Experimental City, nuovo film di Anna De Manicor | Zimmerfrei a contatto con la comunità scientifica del CERN;
Picò – Un Parlante de Africa en America, di Invernomuto e Jim Christopher Nedd Zuleta sui Picós, ingombranti e coloratissimi soundsystems tipici della tradizione Colombiana;

PICÓ - Un parlante de Africa en America
PICÓ – Un parlante de Africa en America

Storie del dormiveglia, di Luca Magi, girato in un dormitorio bolognese che accoglie i senzatetto;
Golden Dawn Girls, di Havard Bustnes, che ricostruisce l’ascesa del partito greco di estrema destra Alba Dorata documentando l’attività propagandistica di una madre, una moglie e una figlia di alcuni membri del partito arrestati;
Solving My Mother, di Ieva Ozolina, film intimo sul potere distruttivo, possessivo, ma allo stesso tempo positivo dell’amore materno.
Ethiopiques – Revolt Of The Soul, di Maciej Bochniak, ovvero l’ascesa, la caduta e il riscatto di un gruppo di formidabili jazzisti etiopi che negli anni Sessanta hanno dato vita a una vera e propria rivoluzione, non solo musicale.

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