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Il meglio di Gender Bender 2017

Dal 25 ottobre al 5 novembre la 15esima edizione del festival del Cassero

Scritto da Salvatore Papa il 18 ottobre 2017
Aggiornato il 19 ottobre 2017

Igor & Moreno research and development for Smoke. Filmed at The Place, London.

«Di fatto, ragionare sul genere significa porsi domande sulle diverse possibilità di realizzazione personale che ci vengono offerte a seconda del genere di appartenenza o del proprio orientamento sessuale. In altri termini significa ragionare sul potere». Le parole tratte da una nostra vecchia intervista a Daniele Del Pozzo, il direttore artistico di Gender Bender, chiariscono ancora bene l’obiettivo del festival che da 15 anni propone uno sguardo approfondito sulle rappresentazioni dell’identità nei diversi ambiti culturali. Cinema, teatro, danza, musica, letteratura sono per l’evento più importante ed emblematico del Cassero i mezzi migliori per riflettere su cause, conseguenze e prospettive del binomio uomo-donna e indagare tra le forme intermedie che lo separano.

Dana Michel
Dana Michel

Dal 25 ottobre al 5 novembre saranno anche quest’anno decine gli eventi che si susseguiranno in tanti diversi spazi della città con alcune anteprime locali e nazionali molto attese. A partire dalla sezione danza dove spicca il nome della canadese Dana Michel, Leone d’argento della Biennale Danza 2017, che abbiamo già avuto modo di apprezzare a Live Arts Week e al Festival di Santarcangelo. A Gender Bender porterà in anteprima europea Mercurial George (1 e 2 novembre, Atelier Sì) un assolo bizzarro che ritrae una creatura ai margini della società. Assolo partecipato e travolgente è, invece, quello di Claudia Marsicano, danzatrice boteriana che con R.Osa propone 10 esercizi di puro virtuosismo, una ribellione contro la gravità diretta da Silvia Gribaudi (26-27 ottobre, Teatro Laura Betti). Ironica è anche la rivisitazione del folklore austriaco in Sons of Sissy del coreografo austriaco Simon Mayer, spettacolo che rilegge i balli tradizionali di gruppo e la musica alpina (30-31 ottobre, Teatri di Vita). Da segnalare anche le “fumose” coreografie di Andante di Igor Urzelai e Moreno Solinas (27-28 ottobre, Arena del Sole), i luoghi mitici e l’energia di Hekla di Fabrizio Favale (31 ottobre, Arena del Sole), i danzatori della compagnia ceca Dot504 con You Are Not The One Who Shall Live Long (4-5 novembre, Arena del Sole) e i tre spettacoli del Balletto di Roma affidati ad altrettante giovani coreografe: Giorgia Nardin, Chiara Frigo e Francesca Pennini (2 novembre, Arena del Sole).

Grande spazio è riservato come sempre anche al cinema con 20 lungometraggi – fiction, documentari e animazione – che provengono dai maggiori festival internazionali. Tra le novità proposte, le prime 5 puntate della serie 195 Lewis di Chanelle Pearson, che racconta le vicende di un gruppo di amiche che fanno i conti con la realtà di essere donne, nere, queer e poliamorose a Brooklyn (27 ottobre, Cinema Lumière). Da non perdere England is mine il biopic non autorizzato di Mark Grill sull’adolescenza di Steven Patrick Morrissey, noto ai più solo come Morrisey dei The Smitsh e A Quiet Passion dramma biografico di Terence Davies che descrive la vita di Emily Dickinson.

195 Lewis
195 Lewis

Dal cinema ha ricavato la sua notorietà Julie Maroh, autrice de Il Blu è un Colore Caldo, da cui è stato tratto il film Palma d’Oro a Cannes La vita di Adele. La fumettista francese, che da poco si è trasferita a Bologna, sarà in mostra da Zoo con Corpi sonori, ovvero le tavole originali della graphic novel omonima edita da Panini: una storia sulle relazioni, sul sesso e, in ultima analisi, sull’amore (dal 26 ottobre al 5 novembre).

E ancora performance, incontri e feste, tante feste.
QUI IL PROGRAMMA COMPLETO