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Il primo capo modular firmato TANK/Salvatore Vignola

quartiere San Donato

Scritto da La Redazione il 16 settembre 2022

Il 23 settembre inaugura la nuova stagione di TANK con una novità che era già nell’aria: un nuovo progetto sulla moda che implementa la linea di ricerca sulle culture underground tra arte, live e clubbing.

Si tratta di T@SV, primo capo modular firmato dal gruppo di socie insieme a Salvatore Vignola che sarà esposto e in vendita già durante lopening party di venerdì (pre order: tasv.tank@gmail.com).

Ecco come lo raccontano.

Perché questo prodotto?
Per implementare la parte e-commerce del TANK. Qualsiasi realtà, ad un certo punto della propria proposta, ragiona sulle modalità di sponsorizzarsi attraverso prodotti per anche autofinanziarsi.
Ragionando su questo punto, abbiamo orientato la scelta in termini sostenibili per cui: vogliamo sviluppare un modello di economia circolare che, attraverso la moda, sensibilizza i consumatori ad assumere una maggiore coscienza ambientale.
L‘esigenza di rapportarsi a tematiche urgenti come, ad esempio, il consumo e la produzione consapevole, la gestione delle risorse naturali in maniera sostenibile nel settore moda.

Cosa è stato realizzato?
Come primo prodotto abbiamo scelto un capo d’abbigliamento. Gli abiti sono una seconda pelle, che curiamo, adorniamo…e il primo capo scelto è stato il coveralls: una tuta da lavoro.
Vi chiederete: perché una tuta da lavoro? Perché ben dialoga con un serbatoio culturale come il TANK, spazio dove si lavora, si fa ricerca, si produce e la tuta rimanda ad un immaginario faceto, di chi si sporca le mani. Ma non ci bastava! Abbiamo palesato a Salvatore l’esigenza di rendere il capo modulare: due prodotti in uno.
Salvatore in passato aveva sperimentato un progetto rimasto prototipo che faceva di una salopette uno zaino, l’idea ci è subito piaciuta: una tuta da lavoro che diventasse zaino abbiamo ritenuto fosse il prodotto perfetto da cui partire.

Come è stato realizzato?
L’idea è partita da una nostra proposta fatta a Salvatore Vignola: creare abiti modificando capi che si trovano già in commercio come capi vintage, rimanenze di magazzino, stock di negozi o marchi falliti e, in una proiezione a medio/lungo termine, agganciarsi direttamente a marchi di moda e recuperare gli scarti dei tessuti usati per le collezioni.
Facendo ricerca ci siamo imbattute in dati allarmanti per cui, ad esempio, dalla ricerca redatta dall’Agenzia Europea per l’Ambiente nel 2020, solo l’1% del materiale utilizzato per la produzione del settore moda proviene da buone pratiche di riciclo.