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Il programma di Ipercorpo 2022 tra arti visive, teatro e musica

Scritto da Guendalina Piselli il 26 maggio 2022

Ipercorpo – Festival Internazionale delle Arti dal Vivo diventa maggiorenne. Il festival di Forlì dedicato alle arti visive, al teatro e alla musica, torna dal 26 al 29 maggio e dal 2 al 5 giugno negli spazi rinnovati di EXATR e in altri luoghi della città come l’Arena Forlivese, il Foro Boario, l’area “I Portici”, la Piazzetta delle Operaie e il Teatro Félix Guattar.

Dopo un’edizione suddivisa in “capitoli” e dedicata al Tempo Reale, Ipercorpo si concentra quest’anno all’elemento dell’aria, un tema antichissimo e ricorrente nelle arti visive, ma anche in quelle performative. Trattare l’aria, quindi – questo il titolo scelto – come azione necessaria alla vita, ma anche come spazio nel quale muoversi, volteggiare, espandersi.

A inaugurare l’edizione 2022 il programma di teatro e danza, curato da Claudio Angelini, Mara Serina e Valentina Bravetti. Si parte giovedì 26 maggio con la prima visione di Re-FLOW (in replica il 27 e 28maggio) della danzatrice, coreografa e video artist greca Chrysanthi Badeka insieme a Body Clip, appuntamento focalizzato sulla danza in video e al racconto del corpo visto attraverso l’occhio della videocamera: dalla prima visione diἀνδρεία, nuovo lavoro della coreografa Paola Bianchi in collaborazione con Valentina Bravetti, fino alla storia de La Danza in 1 Minuto, il contest di danza in video promosso dall’Associazione COORPI.

Si prosegue venerdì 27 maggio con #sunflowerexperience di Giacomo Calli e Lucrezia Gabrieli, progetto performativo che invita a ritagliarsi un tempo per l’osservazione dei luoghi in cui l’azione dei performer avrà luogo (l’area “IPortici”, il Foro Boario, la Piazzetta delle Operaie) e con gli spettacoli di Carlo Massari/C&C Company Beast without Beauty e la performance visionaria di Masque teatro KIVA, un’indagine sul movimento in cui ogni azione viene scomposta all’interno della medesima sequenza ritmica.

Il pomeriggio di sabato 28 maggio (in replica anche il 29 maggio, da mattina a sera) sarà dedicato all’installazione vivente/mostra interattiva Il Magazzino degli scarti di Simonetta Favari: un deposito di racconti potenti, di esperienze personali e vite vissute, che fa leva sulle emozioni.

Dewey Dell © Salvatore Laurenzana

La sezione teatro e danza torna giovedì 2 giugno con AeReA, dei danzatori e performer Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi: prima parte di un dittico che si articola attorno ad un oggetto sin dal principio impiegato per manifestare appartenenza e separazione, la bandiera. Ospite già nel 2021, la compagnia teatrale Muta Imago torna a proporre Sonora Desert con le musiche di Alvin Curran, un format originale a cavallo tra installazione, concerto ed esperienza sensoriale. In serata, il collettivo internazionale Reckless Sleepers presenta la performance della coreografa Leen Dewilde A String Section. A seguire Deriva Traversa di Dewey Dell, collettivo di danza e performing arts diretto da Teodora e Agata Castellucci e composto da Demetrio Castellucci, Guoda Jaruševičiūte e Vito Matera con un lavoro che ruota attorno alla figura del pastore e la sua solitudine.

Domenica 5 giugno arrivano le nuove proposte con i lavori di due giovani coreografi diplomati alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi–Corso Danzatore: Carne, di Filippo Bonacchi, sull’idea di “illecito”, di limite e censura, e Soul Space di Rossella Del Vecchio, incentrato su due soggetti che si trovano a vivere nello stesso luogo e sono costretti ad incontrarsi e scontrarsi.

Ci sarà poi la musica dal vivo con il programma di quattro concerti curato da Davide Fabbri ed Elisa Gandini. Sabato 28 maggio i chitarristi e compositori Stefano Pilia e Paolo Spaccamonti, sonorizzano il capolavoro del di Dziga Vertov L’uomo con la macchina da presa (1929) seguiti da Cemento Atlantico, progetto del producer e DJ romagnolo Alessandro “ToffoloMuzik” Zoffoli. Venerdì 3 giugno, due dei più interessanti progetti sperimentali italiani: Se Ci Fosse La Luce Sarebbe Bellissimo di Blak Sagaan Expaanded (Samuele Gottardello, aka Blak Saagan, con le musiciste Alessandra Lazzarini e Laura Campana), che prende spunto da una drammatica frase di Aldo Moro scritta in una lettera durante la prigionia, e Il Tempio degli Uomini Granchio di Mondoriviera, primo progetto discografico di Lorenzo Camera, versatile musicista romagnolo che esplora l’ugly web come già Jon Rafman fa nelle arti visive.

Al calare del sole invece la sezione curata da Davide Ferri con la collaborazione di Miral Rivalta dedicata alle arti visive. Verso sera, questo il titolo scelto, porterà al Festival il lavoro di sei artisti: Nicola Samorì, al quale si deve anche l’immagine visual di Ipercorpo 2022, che tratterà l’aria attraverso il medium della scultura intesa come pelle; Gregorio Botta con una grande installazione negli spazi dell’ex deposito; Beatrice Meoni e Michele Tocca per gli unici interventi pittorici del programma; Margherita Morgantin con le sue Maniche al vento; Filippo Tappi. Le loro opere, a differenza degli anni precedenti, rimaranno allestite per tutta la durata del Festival.

QUI IL PROGRAMMA COMPLETO