Ad could not be loaded.

Il quartiere Porto-Saragozza visto da Campi

Il cantautore racconta la propria zona attraverso parole, immagini e musica

quartiere Porto

Scritto da Campi il 22 novembre 2022

Andrea Campi, in arte CAMPI, è un cantautore bolognese classe ’97.  Il suo stile mescola sapori vintage e sound contemporaneo a melodie incisive dove i testi galleggiano in primo piano. Il suo singolo d’esordio, uscito a ottobre scorso, è “Bologna Sospesa” (UMA Records/Sony Music Italy), un brano uptempo dal gusto funky, in cui il mood felice della melodia cela sottotraccia la sensazione di incertezza che si prova davanti a un futuro senza punti di riferimento. “Bologna Sospesa” parla infatti di ansia, di sospensione, di attesa di tempi migliori. Ma a volte è anche bello così: ballare sospesi in equilibrio sulla speranza.

Per l’occasione gli abbiamo chiesto di raccontarci il suo quartiere, tra parole, foto e musica.

Porto-Saragozza è la metà occidentale del centro storico di Bologna, e la periferia sud ovest della città, compresa una parte dei colli. Fino agli anni ’50 tutto qui aveva molto a che fare con l’acqua che ora scorre sotterranea. E questo quartiere è strettamente legato a questa bellissima storia: il Parco del Cavaticcio occupa il luogo del vecchio porto, ed ha il nome del canale che con i suoi salti dava energia a fabbriche e mulini.
A poche centinaia di metri, a ridosso della ferrovia che taglia in due la città, i vecchi depositi dei treni si sono trasformati in Dumbo, un altro distretto, o forse meglio arsenale, per l’arte. Ancora poco avanti, come nascosta in una grotta sommersa, una vecchia cappella cristiana in S.Maria delle Grazie, si spalanca agli affreschi contemporanei e vivaci del giovane artista Giampaolo Parrilla.
Tutto è ancora vivo, cambiato, ma vivo. E questi spazi ora sprigionano energia e cultura.
Anche io, come tanti miei coetanei, ho passato molte ere d’estate ad ascoltare i concerti dei miei artisti preferiti.
Sono nato e cresciuto in questa zona, a due passi dallo Stadio Dall’Ara e dal Meloncello, storico playground di basket dove ho passato tante domeniche a tirare a canestro.
Poco più in su partono invece le arcate che arrivano fino a San Luca, dove si va per sognare, sperare o tenersi in forma.
Sono innamorato del mio quartiere proprio per l’emozionante legame tra passato e presente, per la testimonianza di tante anime e persone del ‘fare’ che ci hanno lasciato un fantastico patrimonio di bellezza e di storia. E per la nostra capacità di riutilizzare, inventare e ricordare. E emozionarsi. Proprio come faccio io.