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La Bologna di oggi, le sue inquietudini e criticità secondo il nuovo rapporto del Censis

Scritto da La Redazione il 28 aprile 2023

Foto di Alessandro Morana

È stata presentata all’Oratorio San Filippo Neri la ricerca Bologna, assetti, prospettive e inquietudini di una città matura, realizzata dal Censis con il sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. A vent’anni dalla pubblicazione del rapporto Bologna oltre il benessere. Accompagnare la città nelle sue trasformazioni, si è riaperto un cantiere di ricerca dedicato a Bologna, per fotografare la nuova realtà.

Da un punto di vista demografico, tra il 2002 e il 2022 Bologna ha registrato un incremento del 28,4 % sulla quota di popolazione 0-14 anni, invertendo la tendenza nazionale che registra, invece, una flessione del 7,5%. Questo anche grazie all’apporto dell’Università che attrae giovani (circa 80 mila gli iscritti). 

Diversificandosi al suo interno con la compresenza di oltre 150 collettività, la città raccoglie oggi il 15,1% degli stranieri sul totale dei residenti, il doppio rispetto al valore nazionale.

Per quanto riguarda gli assetti economici, nell’ultimo quinquennio, le imprese attive nel comune di Bologna hanno rilevato un aumento dell’1,6%. Pur mantenendo il presidio manufatturiero, l’economia cittadina si terziarizza in maniera sempre più marcata: il settore dei servizi, dell’informazione e delle comunicazioni ha registrato, infatti, una crescita del 14,3%.

Nel 2021 il tasso di occupazione della popolazione in età compresa fra i 15 e i 64 anni, nel comune di Bologna si colloca poco sopra il 70%, ma in termini assoluti mancano all’appello 4,4 punti per ritornare ai livelli del 2019. Di riflesso, al recupero parziale dell’occupazione si accompagna un livello della disoccupazione nel 2021 più alto rispetto al 2019 (+0,6 punti), mentre la quota di persone inattive riguarda circa il 27% sul totale della popolazione 15-64 anni, più di quattro punti nel confronto con il dato del 2019.

D’altra parte c’è una forte crescita dell’occupazione nelle costruzioni (+46,6% nel 2022 rispetto al 2018) e un incremento registrato nel terziario al netto del commercio e alberghi e ristoranti (+3,2%).
In termini assoluti la distanza dal 2018 può essere misurata in circa 13 mila e 600 occupati in meno.

Dal lato dell’offerta culturale promossa sul territorio, la città metropolitana di Bologna si contraddistingue per essere tra le 10 province italiane con il maggior numero di spettatori nel corso del 2021 in rapporto alla popolazione, riportando un numero di spettacoli complessivo di 35.893 con 2.405.178 spettatori.

Dall’analisi su un campione rappresentativo della popolazione residente sono poi emerse alcune criticità.

Innanzitutto la complessità di gestione dei flussi universitari e turistici con il 37,1% che reputa il centro caotico e di difficile fruibilità e il 13,3% del campione che ne lamenta la vivibilità, definendolo una zona in cui i flussi turistici e l’afflusso dei giovani, non garantiscono la tranquillità e l’armonia del luogo.

C’è poi la crisi degli alloggi: la maggior parte degli intervistati (specialmente i più giovani, con livello di istruzione più alto o che vivono a Bologna da meno di 10 anni) individua nella difficoltà a trovare una casa in affitto o in proprietà a prezzi accessibili la problematica maggiore (45% e 35,8%).

Anche la microcriminalità e il traffico urbano vengono percepite come emergenze della città per una quota di intervistati che si aggira intorno al 35%, più dell’inquinamento che viene ritenuto come tale per quasi un terzo del campione (27,9%).

Altra criticità riguarda i processi partecipativi: il 58,7% degli intervistati (era il 50,9% nel 2002) ritiene che il livello di partecipazione sociale e politica a Bologna sia diminuito rispetto a dieci anni fa; è soprattutto la fascia di popolazione più anziana ad avvertire questo allentamento con la dimensione collettiva. Poco più di un quinto sono, invece, i bolognesi che hanno manifestato almeno una volta nel corso del 2022 per la difesa dell’ambiente e del territorio (25,9%, in aumento di 7,5 punti percentuali dal 2002), per i diritti delle donne e contro la violenza di genere (22%, quasi il doppio dal 2002) o per la pace nel mondo e avanzare proposte di disarmo (22%, +5,2% dal 2002).

Tra gli aspetti giudicati “insufficienti” spicca tra tutte, la scarsità di edilizia pubblica per le famiglie bisognose (32,1%, un dato che supera il 40% per gli over 65) e la mancanza di centri per l’orientamento dei giovani alla ricerca di lavoro, avvertita come impellente soprattutto dalla componente femminile del campione (30,7% sul totale).

“Se agli inizi del Duemila – si legge – quasi un terzo del campione (il 29,3%) richiedeva una domanda di intervento centrata prevalentemente sulla realizzazione di nuove infrastrutture per la mobilità cui seguiva la regolazione del sistema stesso (16,9%), ad oggi è la lotta alla microcriminalità che rileva il maggior consenso dei rispondenti registrando un incremento di 12,9 punti percentuali dal 2002 (27,1%, un dato che supera il 41% tra i rispondenti in possesso di un titolo di studio più basso). Segue, a netta distanza ma con un valore che risulta più che triplicato in vent’anni, la domanda di riqualificazione delle periferie urbane“.

Rispetto alle disuguaglianze sociali, per un bolognese su cinque, i più bisognosi di supporto sono i disabili (7,9 punti percentuali in più dal 2002), gli anziani (anche se tale quota diminuisce dal 42,4% al 21% in venti anni) e i disoccupati (circa un quinto delle risposte in entrambe le rilevazioni). In fondo alla “graduatoria” delle categorie “deboli” verso le quali l’intervento pubblico dovrebbe essere indirizzato vi sono i bambini (13,4%), gli immigrati (11,4%) e le donne (10,3%).

Sono stati invece giudicate “buone” da percentuali di rispondenti superiori al 50% del campione l’offerta culturale, la sanità, le infrastrutture e le strutture pubbliche.

QUI LA RICERCA COMPLETA