AGGIORNAMENTO AL 25/01: un buona notizia, Le Mura hanno avuto la facoltà di riaprire e riprendere la propria programmazione “in attesa di un riscontro definitivo sulla determina che ha disposto l’interruzione delle attività”. Passateci in questi giorni e andate a dare il vostro sostegno, sperando che anche anche il finale sarà lieto.
Un film che a Roma abbiamo già visto troppe volte e che in passato raramente ci ha sorpreso con un lieto fine. La chiusura (temporanea?) di un’associazione culturale da parte delle forze dell’ordine per motivi attualmente noti solo in parte in un quartiere popolare cruciale per l’aggregazione e la vita notturna, connotato da una realtà sociale sicuramente complessa, per certi versi simbolica e pertanto fondamentale per la città. La repressione, nella maggior parte dei casi totalmente immotivata, inefficace e sicuramente rivolta nella direzione sbagliata, ritorna come metodo e soluzione, laddove invece ci sarebbe bisogno di confronto, supporto alle attività culturali già esistenti e ricostruzione. La desertificazione culturale e la totale assenza di risposte concrete e sul lungo periodo in nome di una sedicente “tutela sociale” e di un nebuloso concetto di “legalità”.
Venerdì 18 gennaio la polizia ha abbassato forzatamente le serrande di Le Mura, noto e attivissimo spazio per la musica live (ma non solo) a San Lorenzo. Così recita il comunicato stampa ufficiale dalla pagina Facebook del locale:
“La Polizia Locale ha notificato una disposizione di chiusura con cessazione immediata delle attività, obbligandoci a interrompere la serata e ad abbassare le serrande. Le motivazioni addotte ci sono note soltanto in parte: principalmente ci viene contestata la natura e la finalità culturale dell’Associazione. “Le Mura”, con una media di trecento concerti l’anno di sola musica originale, eventi teatrali, decine di presentazioni letterarie, eventi sportivi, iniziative di solidarietà e di divulgazione scientifica, NON è un’associazione culturale agli occhi dell’Amministrazione“.
A ripetersi è una storia vecchia e che ormai puzza di regime – forse stavolta addirittura più grave in termini sociali e di natura politica – che abbiamo visto esplicarsi negli anni scorsi al Pigneto, con la chiusura del DalVerme, dell’Init e i continui controlli che per anni hanno vessato vari ma fortunatamente indefessi Circoli Arci (tra cui Fanfulla e 30Formiche), ma anche in tante altre zone di Roma, con le chiusure o minacce di sgombero di spazi occupati e attivissimi come Teatro Valle, Angelo Mai, Esc, Cinema America ecc. La cultura dal basso presa di mira ed erroneamente individuata come causa – anziché parte della risoluzione – del problema. In particolare in un quartiere difficile e meraviglioso come quello di San Lorenzo, che negli anni ha visto stratificarsi problematiche sociali legate all’integrazione, alla riqualificazione del territorio, allo spaccio e al sostanziale disinteresse dell’amministrazione locale, esplose lo scorso autunno con gravi fatti di cronaca e i paradossali provvedimenti a seguire del Comune (il limite ai consumi degli alcolici e i controlli serratissimi e pressanti verso le attività culturali).
Di seguito l’intero comunicato ufficiale dell’Associazione, da parte di ZERO il massimo supporto verso una delle attività culturali che quotidianamente, da anni, contribuiscono a rendere San Lorenzo un luogo vivo e di aggregazione, una comunità in cui c’è ancora spazio per il confronto e la fruizione libera della cultura più o meno off a Roma.