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Le migliori mostre del festival Fotografia Europea 2023

Scritto da La Redazione il 27 aprile 2023

Foto di Simon Roberts

Dal 28 aprile all’11 giugno 2023 torna Fotografia Europea a Reggio Emilia, il Festival di fotografia sotto la direzione artistica di da Tim Clark, Walter Guadagnini e Luce Lebart.

Europe matters: visioni di un’identità inquieta” è il tema a cui fanno riferimento i progetti selezionati, uno sguardo verso la più stretta attualità, dove le radici della nostra identità individuale e sociale vengono messe costantemente alla prova. 

Come sempre le sale dei monumentali Chiostri di San Pietro saranno il fulcro del festival, ospitando dieci esposizioni: Mónica De Miranda con il progetto The Island svela, attraverso una contro-narrazione costruita dalle biografie di uomini e donne di origine africana che vivono in Portogallo, i pregiudizi radicati nella società; Güle Güle (arrivederci in turco) è la personale rappresentazione di Istanbul e dei profondi cambiamenti che stanno interessando la società turca attraverso lo sguardo di Jean-Marc Caimi & Valentina Piccinni; il progetto di Simon Roberts, Merrie Albion, fotografa il Regno Unito offrendo spunti di riflessione indispensabili sulle nozioni di identità e appartenenza; The Archive of Public Protests conYou will never walk alone raccoglie le tracce visive dell’attivismo sociale, di tutte quelle iniziative di massa che si oppongono alle decisioni politiche, alle violazioni delle norme democratiche e dei diritti umani; Alessia Rollo, fotografa italiana di origini pugliesi, parla nel suo progetto multimediale Parallel Eyes di un viaggio alla scoperta degli antichi riti del Sud, restituendo all’osservatore il mistero della magia e delle forze ancestrali che legano la natura all’uomo e ai suoi simili; Samuel Gratacap torna a Reggio Emilia con Bilateral, un lavoro inedito sul paesaggio visto da entrambi i lati del confine e attraverso la voce delle persone che quel confine cercano di attraversare; Odesa dell’ucraina Yelena Yemchuk è l’ode visiva alla città che da sempre l’ha affascinata per la libertà di cui godeva durante l’epoca sovietica; il francese Geoffroy Mathieu in L’Or des ruines segue i raccoglitori, persone che, ai margini delle aree coltivate o negli spazi incolti, vivono dei prodotti che la natura in modo spontaneo continua a offrire seppur in paesaggi danneggiati e precari; Cédrine Scheidig esplora, infine, nel lavoro intitolato De la mer à la terre, le narrazioni personali dei giovani, in Francia e in Martinica, nel processo di scoperta di sé, aprendo al contempo spazi di riflessione su temi politici come il passato coloniale, l’ibridazione culturale, le mascolinità moderne e la migrazione. 

La mostra storica di questa edizione sarà ospitata nelle sale affrescate del piano terra dei Chiostri di San Pietro e sarà dedicata a Sabine Weiss, una tra le più importanti voci della fotografia umanista francese insieme a Robert Doisneau. Attraverso foto d’archivio e numerosi documenti e riviste dell’epoca, la mostra Sabine Weiss. Una vita da fotografa a cura di Virginie Chardin, ripercorre la sua intera carriera, dagli esordi nel 1935 fino agli anni ’80.

Nella sede dei Chiostri di San Domenico saranno esposte invece: Nelle giornate chiare si vede Europa di Myriam Meloni, che partendo dal mito di Europa narrato da Ovidio, costruisce un ritratto delle “Europa” contemporanee: giovani donne, autonome, professioniste, l’esito più felice del Novecento e del progetto Erasmus; Protege Noctem – If Darkness disappeared di Mattia Balsamini, che documenta un’altra battaglia rivoluzionaria nella guerra ecologica in atto in questa era, quella della difesa dell’oscurità, attraverso l’alleanza che scienziati e cittadini hanno formato per mobilitarsi contro la scomparsa della notte e delle sue creature; Grande Padre di Camilla de Maffei, progetto a lungo termine che, partendo dal caso particolare albanese, invita a riflettere sul rapporto globale tra individuo, società e potere.

– scorri sulle foto per sfogliare la gallery –

Nella sede di Palazzo da Mosto trovano posto poi le opere fotografiche provenienti dalla collezione di Ars Aevi che celebrano la Bosnia Erzegovina come Paese Ospite di questa edizione del festival. Parziale anagramma della parola “Sarajevo”, Ars Aevi (“arte dell’epoca” in latino)  è un progetto, unico nel suo genere, di museo di arte contemporanea creato dalla volontà collettiva e di cooperazione etica di importanti artisti internazionali, curatori e musei di arte contemporanea, che hanno donato le proprie opere a Sarajevo durante la guerra, per sostenere la città stretta dall’assedio ed accompagnarne la rinascita civile, etica e culturale. 

Al piano terra della stessa sede, Ariane Loze, artista belga, presenta Utopia e Studies and Definitions, due di quattro video realizzati tra aprile 2017 e ottobre 2018 per riflettere sull’Europa. 

Numerose anche le mostre partner tra cui segnaliamo, in particolare, a Palazzo dei Musei, Un piede nell’Eden. Luigi Ghirri e altri sguardi. Giardini in Europa e L’Architettura degli Alberi (28 aprile 2023 – 25 febbraio 2024,  www.musei.re.it ), un ricco e articolato percorso  dedicato all’elemento naturale che, a partire dalle ricerche di Luigi Ghirri degli anni Settanta e Ottanta, ci invita a riflettere sull’elemento naturale e sulla necessità di una sua ricollocazione all’interno del nostro Orizzonte percettivo. La riflessione si allarga poi a Giardini in Europa, rivisitazione della mostra del 1988, curata da Luigi Ghirri e Giulio Bizzarri, che propone una serie di ricerche su aree verdi e giardini condotte, oltre che dallo stesso Ghirri, da tredici fotografi (Andrea Abati, Olivo Barbieri, Giovanni Chiaramonte, Joan Fontcuberta, Mimmo Jodice, Gianni Leone, Francesco Radino, Olivier Richon, George Tatge, Ernesto Tuliozi, Fulvio Ventura, Varena Von Gagern e Cuchi White)

E ancora: a un anno dalla scomparsa di Roberto Masotti e in occasione della riedizione del volume You Tourned the Tables On Me, lo Spazio Gerra propone 115 ritratti dei più noti musicisti contemporanei di tutto il mondo, tra cui John Cage, Philip Glass, Brian Eno, Steve Reich, Michael Nyman, Demetrio Stratos e molti altri; la Collezione Maramotti presenta No Home from War: Tales of Survival and Loss, prima mostra in Italia del fotogiornalista irlandese Ivor Prickett.

Tra gli eventi collaterali torna anche FOTOFONIA, curata da Max Casacci, con ospiti come Alessandro Cortini, Whitemary, Indian Wells, Spime.im,  Luce Clandestina.

IL PROGRAMMA COMPLETO QUI