Nemmeno il tempo di piantare il primo ombrellone delle ferie che tutto è cambiato. Sono spariti dalla mappa Crash e Làbas, non solo centri sociali, ma luoghi importanti di produzione culturale. Quasi inutile citare i numerosi artisti internazionali passati da via della Cooperazione o il grande lavoro di coesione svolto nell’ex caserma Masini, ma è giusto ricordare che lì dentro sono nate e cresciute professionalità, operatori ed esperienze che i sigilli non fermeranno. È la storia della città a insegnarci che ad ogni smembramento segue una ricomposizione, e che certe fratture non possono non avere conseguenze significative per il futuro prossimo. Intanto il 9 settembre è prevista una grande manifestazione per il Làbas, mentre il Crash ha fatto partire un appello che anche noi abbiamo sottoscritto.
C’è poi ancora la vicenda sospesa dell’XM24 con l’ultimatum del Comune che è già scaduto da tempo. Un’altra pentola a pressione che rischia di esplodere.
Non è migliore la situazione fuori dagli spazi occupati. Più in generale si avverte una crisi che coinvolge gran parte dell’apparato culturale che, in parole povere, tira o stenta a campare. Non abbiamo i numeri, ma in certi casi inaspettati dell’ultimo anno abbiamo assistito a una carenza di pubblico preoccupante contro una quantità forse esagerata di eventi di piccola/piccolissima taglia. Sull’estate poi, tolti i pochi e soliti big, poc’altro è stato degno di nota. Sono stati sì avviati nuovi esperimenti e contenitori “istituzionalizzati” – interessante a parer nostro il Guasto Village, i concerti del Comunale in Piazza Verdi o l’idea di sfruttare luoghi sotto-utilizzati -, ma le iniziative autonome forti scarseggiano – tranne quando si tratta di bar o ristoranti, ovviamente.
Mancano i soldi, le energie o le idee? Qualcosa manca. Ci chiediamo, ad esempio: cosa ne sarà del roBOt? No news, bad news.
Sarà davvero FICO la grande novità culturale della stagione? Speriamo di no. Si dirà che è pur sempre cultura del cibo, ma preferiamo di gran lunga quella dei contadini di Campi Aperti o dei tanti GAS che popolano la città perché all’economia di mercato prediligono l’economia di relazione. Non che i soldi facciano schifo, sia chiaro, ma ci auguriamo che sia sempre preservata la pluralità.
Veramente culturale dovrebbe invece essere il nuovo Centro Arti e Scienze Golinelli disegnato dall’architetto Mario Cucinella. Una struttura di circa 700 mq che inaugurerà l’11 ottobre in via Paolo Nanni Costa 14, sull’area antistante l’Opificio Golinelli, per ospitare esposizioni, incontri e spettacoli e completare, con una forte caratura artistica e simbolica, la cittadella per la conoscenza e la cultura.
A due passi da lì stanno invece preparando la nuova biennale Foto/Industria (dal 12 ottobre al 19 novembre), uno degli appuntamenti più importanti della città. Quattordici mostre di grandi fotografi internazionali tra cui Thomas Ruff, Josef Koudelka, Lee Friedlander, Alexander Rodchenko, Mimmo Jodice e altri.
Sul fronte festival le novità arrivano dal festival internazionale del fumetto BilBOlbul, che cambia veste e annualizza la sua attività mantenendo sì l’appuntamento di novembre (dal 24 al 26), ma spalmando mostre e laboratori sui 365 giorni. Un nuovo corso che inaugura il 20 ottobre con la mostra di Lorenzo Mattotti all’Accademia di Belle Arti. Mattotti ritornerà poi anche sui cartelloni del Bologna Jazz Festival (26 ottobre – 19 novembre con Chick Corea & Steve Gadd, Enrico Rava & Matthew Herbert, Kenny Barron, Paolo Fresu e altri) affissi sulle bacheche di via Indipendenza da CHEAP on board.
Di CHEAP è anche il progetto di street art A G I T A T E V I in collaborazione con la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna. I dettagli arriveranno il 5 settembre, ma di loro ci fidiamo sempre.
Tante altre le mostre in arrivo: Duchamp, Magritte, Dalì, Ernst, Tanguy, Man Ray, Picabia, Pollock a Palazzo Albergati, Chagall, Malevich, Kandinsky al MAMbo, Milo Manara a Palazzo Pallavicini (nuovo spazio per eventi che ospiterà anche SetUp Art Fair), la collettiva sui muralisti messicani a Palazzo Fava e la Patti Smith fotografata da Gijsbert Hanekroot da ONO.
Dal 21 al 24 settembre torna Some Prefer Cake, il festival di cinema lesbo sospeso per la prematura scomparsa della sua fondatrice Luki Massa e quest’anno dedicato proprio a lei.
Sul versante clubbing, ci aspettano invece il nuovo festival Clubber Conference sparso tra Zona Roveri, Der Kindergarten, Dynamo, Redclub e Arteria (i dettagli arriveranno presto), la prima edizione di Sciami con un best of dell’elettronica made in Italy a Dynamo, la nuova stagione di TimeShift che riparte con Tinfoil (Defekt & Sunil Sharpe), Wrong Assessment, Shkedul, Computer Numerical Control e si sposta da Zona Roveri al Kindergarten, la riapertura del Link il 15 settembre con il nuovo format Linkubator insieme ad Uncode con l’ospite Raffaele Attanasio e il 23 settembre con Dub Fx, Habitat da novembre di nuovo all’AtelierSi con Peverlist e i party gratuiti dell’Ex Forno da venerdì 22 settembre con Ge-Ology.
Non mancheranno, come al solito, gli ottimi concerti di Covo (la riapertura il 30 settembre con His Clancyness), Locomotiv (Blank Banshee, Forest Swords, Tycho e tanti altri) Freakout e TPO (Krakatoa Fest e Swans tra gli altri). Da segnalare i 10 anni di Arena 051 con due giorni di cultura hip hop al Sottotetto il 29 e 30 settembre e il mini-festival “resistente” di Maple Death Records, Trance Invisibile, il 17 settembre al Làbas (dentro, fuori o, se va male, altrove).
Apre anche un nuovo spazio in via Testoni dedicato ad “arte, fotografia, musica, sapori”. Si chiama Off e inaugura il 14 settembre con i Minor Swing Quintet e Holograph.
E, chissà, quanto altro arriverà.
Forza, coraggio e buona stagione a tutti!