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Luci e persone: la Milano di FontanaArte e ZERO

Per i novant'anni del brand, una mostra a cura di ZERO che intercetta i bulbi luminescenti della volta meneghina: le persone che ci fanno capire la Milano di oggi

quartiere Brera

Scritto da Piergiorgio Caserini il 1 giugno 2022
Aggiornato il 7 luglio 2022

Novant’anni sono sempre, a priori, un traguardo. Che si tratti della nonna o di un’azienda, in novant’anni si vedono scorrere le generazioni, si vedono cambiare le idee e i canoni, si vede lo stratificarsi della cultura, insomma: si vede tutto e si vede meglio il presente. Gli auguri li stiamo facendo a FontanaArte, che quest’anno festeggia il novantesimo. Quasi un secolo di progetti iconici e progettisti leggendari, che dall’inizio dell’azienda – nel 1932, con Fontana e Gio Ponti – irraggiano la città e i suoi dintorni di idee, progetti e tecniche. Da Milano al mondo, dove Milano è qui una stella super-luminosa che mescola arte e design negli ambienti domestici. Ma che significa “illuminare la città”? Di certo non è una questione di lumen, ma parliamo di persone.

Che cos’è la luce per voi?

Questo è l’interrogativo che FontanaArte si è posta per il suo compleanno e a cui ZERO risponde. Nasce così, all’interno di “90 Years of Light and Art”, una mostra di ritratti a cura di ZERO e con il contributo creativo di Roselena Ramistella che vuole mettere in chiaro chi sono le luci che ci schiariscono le idee al punto da farci cambiare modo di vedere. Per la prima volta, qui (e in anteprima) raccogliamo insieme tutte le persone che fanno brillare concetti e storie come le luci accecanti dell’estate. “Che cos’è la luce per voi?” Questo abbiamo chiesto a diciannove persone: questo è ciò che ci serve per illuminare l’immaginario di una città metropolitana come Milano.

Maurizio Stocchetto

«Io vivo in un bar, e come per la vita, qui la luce è fondamentale, è l’atmosfera di una luce precisa e pacata che non definisca mai i visi.»

Per esempio: potevamo non pensare a Maurizio Stocchetto? Leggenda milanese con sede e cuore al Bar Basso, inventore errante del drink che più di tutti rappresenta Milano, nel suo grembo e all’estero: lo Sbagliato. Si può dire che Stocchetto non abbia illuminato decine di migliaia di persone – a tratti contribuendo ad offuscarle di tanto in tanto, al secondo bicchierone –? No, non si può.

Isa Rebecchi

«Per fortuna c’è la luce, perché a me serve per vedere!»

Idem per quanto riguarda la Signora Isa Rebecchi: la “trattora” della trattoria Casottel a Corvetto: uno di quei luoghi sempreverdi che s’ostinano a non cambiare anche di fronte a una città che ce l’ha come imperativo, il cambiamento. Una cucina fatta a mano per davvero, “tradizionale” – un’altra leggenda i cui echi arrivano pure a Napoli.

Venerus

«La luce è il primo criterio di ambientazione in uno spazio, il sentimento di un luogo. La inseguo dove corre nell’arco della giornata, mi dà il sapore del tempo.»

Poi, ovviamente, a chi guardare se non alle stelle dai respiri cosmici che rendono magica una città, un sentire, che obbligano le luci della volta a vorticare turbinosamente finché non ci scopre altri da sé, e lo si fa assieme a decine di migliaia di persone: parliamo di Venerus, della magia della musica, del sogno sognato da un orecchio nell’anima vigile di una nota.

Edoardo Tresoldi

«La luce è materia senza tempo.»

In tutto questo, c’è sempre un sentimento del sacro a testimoniare gli spazi. C’è sempre, ma bisogna imparare a vederlo, cercarlo finché non lo si vede concrescere nei vuoti che dirigono lo sguardo. Il sacro è una trasparenza, e il percorso artistico di Edoardo Tresoldi è dedito alla creazione di un paesaggio che attinge dalla rovina – materialmente e idealmente – ma che di fatto attualizza le virtualità dello spazio e della storia. Un’architettura che è, sempre, una novella sulle apparenze.

Fiammetta Griccioli e Lucia Aspesi

«La luce è creatività, è l’origine di tutti i processi vitali: forme e volumi sempre diversi che crescono fino a diventare opere d’arte.»

«La luce è sempre una proiezione, conduce alla presenza uno spazio volumetrico giocando tra eventi e visioni.»

È chiaro poi che tra ciò che illumina una città, ad averla vinta è l’arte, l’estasi per eccellenza: l’andar fuori di sé quando si può nell’abbacinante di un’esperienza estetica. Sapete già dove andiamo a parare, perché a Milano sono sicuramente Fiammetta Griccioli e Lucia Aspesi  le curatrici dell’Hangar Bicocca  ad aver fatto brillare occhi e pensieri di decine di migliaia di persone attraverso i lavori e le monografiche più eclatanti della città.

 Nina Yashar

«Non c’è spazio senza luce. Una magia che è una presenza immateriale, la natura che entra nel domestico.»

Tornando su una Milano “storica” – dove con “storia” parliamo non tanto del passato, ma delle fondamenta del presente – non potevamo sorvolare sulla Nina Yashar. Terremoto elegantissimo del design con ampiezze globali, la Nina è Nilufar: collezionista, mecenate, figura fissa in almeno cinquant’anni di arte e design, riferimento assoluto per la ricerca.

Nicoletta Manni

«La luce illumina ogni mio passo danzante insieme al mio cuore: è la magia di fronte al buio della platea.»

Tagli di luce, occhi e piani. Un palcoscenico tagliato, l’orchestra che riempie i silenzi, che copre il fruscio di un balletto. Nicoletta Manni è la prima ballerina del Corpo di Ballo del Teatro della Scala, un passo delicato e un cuore commosso che vive da quasi trecento anni.

Laura e Vittoria Cucchi

«La luce è tranquillità, serenità, salvezza. È lo schiudersi alla fine di una ricerca, lo schiarirsi di un percorso che arriva alla fine.»

«Amo la luce accecante dell’estate, che abbaglia e avvolge tutto al culmine della stagione. È energia, immensità: è la chiarezza contro la negatività dello scuro.»

Per chiudere, vi raccontiamo ancora una storia: parliamo delle fondamenta di un gusto, di un archivio di sapori che hanno incantato papille dal 1936: Laura e Vittoria sono le donne che stanno proseguendo l’attività famigliare, la pasticceria Cucchi, ben sapendo che senza sapere chi si era e chi si è stati, non si va da nessuna parte.

 

Vi aspettiamo per la mostra da Cambi Case d’Aste dal 7 al 12 giugno, nel pieno del Fuorisalone, per festeggiare i novant’anni di FontanaArte e illuminarci un po’ assieme a tutta la città.