Gli ultimi due anni pandemici sono stati caratterizzati da dinamiche e movimenti agli antipodi: se da un lato la diffusione e la cura vaccinale del Covid hanno rimarcato una certa irreversibilità dei processi di globalizzazione, dall’altro il tempo di resilienza trascorso tra questi due momenti ha riportato tutti con forza a una dimensione iperlocale: quella dell’appartamento, delle strade attorno alla propria casa, dei quartieri, fino a riscoprire la città come una somma di unità e reti. Proprio su questo terreno ZERO ha incontrato nelle ultime settimane il lavoro di Scenario, realtà a cavallo tra Roma e Berlino che indaga il ruolo dell’immagine fotografica nella cultura e nella divulgazione architettonica e urbana, ampliandone la consapevolezza. Da questo incontro è nato Luci su Roma, un progetto editoriale che nei prossimi mesi vi porterà in giro per la città attraverso il racconto e le foto di alcuni dei protagonisti della progettazione, della creatività e dell’artigianato di Roma. Il secondo appuntamento è con Chiara Pellicano ed Edoardo Giammarioli di Millim – studio creativo multidisciplinare fondato a Roma nel 2016 – che vi guideranno tra le strade dell’Eur, quartiere introspettivo che mette chi ci passa in una necessaria condizione di ascolto.
“Per Chiara l’incontro con l’Eur è stato precedente alla nostra relazione, l’Eur è stata la sua prima esperienza dell’ abitare romano dopo essersi trasferita da Perugia. Possiamo però dire che il rapporto più profondo con l’Eur parla di noi, come professionisti e come coppia di vita: è stato la cornice di molti nostri momenti condivisi, fino a divenire il quartiere della nostra convivenza nel 2017. Un sentimento di amore e odio ci lega a questa zona di Roma, che è stata lo scenario di traguardi raggiunti e sconfitte affrontate. In ogni caso, crediamo che viverci abbia notevolmente influenzato la nostra ricerca stilistica e progettuale: l’essenza di tutti i nostri prodotti e progetti è strettamente legata alla matericità, alla forma e geometria, ai volumi e all’equilibrio tra pieno e vuoto.
Vivere all’Eur è come vivere in un’altra Roma: geometrie essenziali, strade immense e dritte, forme pure, materia ed archetipi. È un luogo che emana energia, razionalismo e rigore; un brano di città senza tempo, dove tutto è sovradimensionato e porta ancora oggi intatto il peso della propria storia. Forse l’Eur non è un quartiere che consola, con i suoi spazi enormi, l’architettura austera e geometrica, il senso di isolamento e a volte di vuoto che ti sorprende. È un quartiere introspettivo e stimolante, che ti mette in una necessaria condizione di ascolto. Ti sprona, insegnandoti il valore di stare con te stesso.
Vivere all’Eur è come vivere in un’altra Roma: geometrie essenziali, strade immense e dritte, forme pure, materia ed archetipi
Non ci è facile individuare spot preferiti all’interno del quartiere: l’Eur va osservato in movimento, questa è la potenza della sua architettura, che va scoperta e osservata da diversi punti di vista. Il fascino dei gioco di luci, ombre, prospettive e simmetrie rimane unico. D’un tratto cammini tra i portici di Viale della Civiltà del Lavoro e ti trovi immerso in questa imponenza monumentale, davanti a te il Palazzo dei Congressi con il suo colonnato e alle tue spalle il Palazzo della Civiltà Italiana; attraversi la Cristoforo Colombo con le sue dieci corsie di marcia e ti accorgi della grandezza degli spazi, dell’idea di vuoto, facendoti vivere quella strana sensazione di trovarti in un luogo fuori contesto, quasi “extra-terrestre”.
I luoghi a cui siamo legati e che ogni volta ci meravigliano sono certamente la Passeggiata del Giappone immersa nel Laghetto dell’Eur, fino ad arrivare al Giardino delle Cascate; il Palazzo dei Congressi e la sua splendida terrazza; e poi il Palazzo della Civiltà Italiana. Un altro luogo a noi caro è la scalinata della Basilica dei Santi Pietro e Paolo – quante sere passate in compagnia su quei gradini! – una prospettiva nuova da cui osservare il quartiere, come anche in cima al serbatoio idrico del Fungo.
L’Eur rimane a nostro avviso lo scenario urbano perfetto per tutto ciò che è espressione di contemporaneità e avanguardia: eventi culturali, mostre e installazioni – il teatro ideale per festival e occasioni artistiche temporanee, come per qualche tempo è stato Dissonanze e ora Videocittà. Grazie ai suoi spazi, a un’urbanistica geometrica e alla presenza di un’architettura imponente ed essenziale, è un’entità camaleontica, che si presta a cambiare aspetto e adattarsi a diventare scenografia ideale per serate speciali”.