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Milano al cinema

Ogni mese film da non perdere e una sala da scoprire: continuiamo con gli appuntamenti di marzo e con la storia del Cinema Beltrade

Scritto da Benedetta Pini/77 il 3 marzo 2025

Milano al cinema è curata da 77 magazine: sistema aperto di collettività non performativa che esplora l’audiovisivo attraverso contenuti editoriali e momenti d’incontro.

Una guida a uso e consumo di chi nel cinema non ha mai smesso di crederci, ma anche, e soprattutto, di chi lo aveva mollato e ora si deve (e vuole) ricredere. Una manciata di titoli proposti all’interno di rassegne, cineforum, curatele ed eventi speciali che diffondono a Milano la nuova linfa della settima arte. Ma non solo: a ogni uscita ci prenderemo cinque minuti per approfondire una delle sale speciali di Milano che si prendono la briga di portare avanti questo moto culturale legato al cinema, fatto di passione, lotta e resistenza. Questo mese è il turno del ribelle Beltrade.

 

I FILM DEL MESE A MILANO 

DA NON PERDERE AL BELTRADE

UNA STORIA – Il Cinema Beltrade

La sala esiste da decenni, forse dagli anni Trenta – anche se non sono ancora state trovate fonti certe –, ma il Beltrade, oggi, sono indubbiamente Monica Naldi e Paola Corti, entrate in gestione dal 2012. Nato poco dopo la costruzione della chiesa adiacente, è stato gestito in vari modi nel corso del tempo, principalmente come sala parrocchiale, per le anteprime stampa – per via della vicinanza con via Soperga, dove hanno storicamente avuto sede le case di distribuzione e le altre realtà della filiera – e, per un breve periodo, è stato anche sede della Cineteca Italiana.

Sala parrocchiale che, come molte altre si ritrova in difficoltà agli inizi degli anni Dieci: pochi volontari, attività in calo, mancanza di una programmazione solida e schiacciata dalle pressioni del digitale. Era ormai a un passo dalla chiusura. In quel momento, uno dei volontari decide di chiamare Naldi e Corti (aka Barz and Hippo), che riprendono un bando già stato perso in una precedente edizione. Lo vincono, ottenendo un proiettore digitale al passo coi tempi, e dal 2012 hanno in gestione la sala.

Quella libertà, unita a una ferrea fedeltà ai propri principi etici, si è rivelata una scelta vincente, diventando la forza che distingue il Beltrade ancora oggi.

“All’inizio, la gente pensava che sarebbe stato un fallimento. Eravamo lontani dal centro. Le difficoltà erano molte, si proiettavano film di terza o quarta visione. Mancava anche un po’ di continuità”, spiega Naldi in un’intervista a Cinematografo del 2023. “La nostra idea è stata di puntare su titoli meno conosciuti, che però ci piacessero. E volevamo che fossero in versione originale con i sottotitoli.” Così, sono partite con piccoli distributori indipendenti (come Cineclub internazionale ed Exit Media), film autodistribuiti (come La leggenda di Kaspar Hauser di Davide Manuli), realtà emergenti e in crescita, senza pensare alla performatività delle scelte né alle aspettative. “Insomma, abbiamo iniziato a lavorare con cose diverse e che ci piacevano,” ci spiegava Naldi in questa intervista del 2021. Niente da perdere, massima libertà. E quella libertà, unita a una ferrea fedeltà ai propri principi etici, si è rivelata una scelta vincente, diventando la forza che distingue il Beltrade ancora oggi.

“Abbiamo cominciato ad avere film proprio perché abbiamo trovato dei canali diversi,” continua Naldi. “Poi Paola ha capito da subito che per far tornare i conti e avere anche una programmazione più interessante, che potesse richiamare più pubblico, avremmo dovuto fare una multiprogrammazione – anche perché ci dispiaceva mandare a casa un film per averne un altro”. Ed ecco che il pubblico si fa sempre più folto e variegato, con le file che vediamo oggi arrivare fin lungo il marciapiede fuori dal cortile del Beltrade.

“E se da una parte ce l’aspettavamo, perché abbiamo sempre pensato che il pubblico è molto più intelligente di come solitamente lo dipingono ‘i professionisti del settore’, dall’altra siamo state sorprese dai numeri,” conclude Naldi. “Abbiamo deciso di fare qualcosa che ci piaceva e che avremmo potuto fare, scommettendo sul fatto che ci sarebbero state persone pronte a recepire il messaggio. È chiaro che ci siamo subito rese conto che questo quartiere – che ancora non si chiamava NoLo – era sì multiculturale e multietnico, ma era anche ricchissimo di studenti e di professionisti del mondo della comunicazione, del cinema, delle arti. Era un terreno molto fertile. Abbiamo anche preso una scelta che da subito ci ha fatto conoscere al mondo dei più cinefili, dei più attenti, anche negli altri quartieri o fuori città, perché semplicemente proponiamo film che non trovi da nessun’altra parte”.

Per continuare a mantenere vivo questo impegno, il Beltrade stringe ciclicamente nuove collaborazioni, e una delle più recenti e fruttuose è quella con l’associazione Tafano per la rassegna INDOCILI, che porta sul grande schermo le migliori opere delle giovani promesse del cinema italiano, tramite proiezioni e talk. Il prossimo appuntamento è per il 25 marzo, con Majoneze di Giulia Grandinetti e Taxibol di Tommaso Santambrogio.

DA NON PERDERE A MILANO – MARZO 2025