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Race Runners e Pedane, uno sguardo all’atletica paralimpica

Autostima, autonomia e divertimento ma senza la ricerca del plauso alla la Bebe Vio Academy nel Bicocca Stadium

quartiere Bicocca

Scritto da Laura Antonella Carli il 9 maggio 2021
Aggiornato il 15 dicembre 2022

Foto di Lawlup

Dall’inaugurazione della Bebe Vio Academy abbiamo seguito gli allenamenti con i ragazzi, i bambini, incontrato i coach, i trainee e gli studenti. Volevamo capire di cosa si trattasse, di come lo sport potesse fare della competitività una comunità coesa, di come l’allenamento, i riflessi, la velocità e la fatica potessero diventare stimoli concreti per compiere qualcosa che prima non si credeva di poter fare. Abbiamo deciso di raccontarvi, allenamento per allenamento, cosa succede nelle discipline paralimpiche che vengono coltivate tra il Bicocca Stadium e il Centro Sportivo Iseo: ateltica, calcio, scherma, sitting volley e basket in carrozzina. Ci siamo andati, li abbiamo conosciuti tutti e ci abbiamo anche giocato. Abbiamo seguito gli allenamenti del sitting volley e anche del Basket in carrozzina. Questa volta siamo al campo di atletica in Bicocca.

“L’atletica mi fa sentire libero. È uno sport che potresti praticare scalzo per strada e questa sua semplicità per me è bellezza”, spiega Riccardo Bagaini, atleta paralimpico, intervistato da Zero durante l’inaugurazione della Bebe Vio Academy. L’open day si era svolto in uno dei due poli dell’attività dell’accademia, il Centro Sportivo Iseo, ma c’è un altro spazio, sempre a Milano, molto importante per gli organizzatori e che descrive pienamente lo spirito di questo originale progetto di avviamento allo sport: il Bicocca Stadium di Viale Sarca, a due passi dall’Università Bicocca. Ed è stata proprio l’atletica – la disciplina di Riccardo – ad aver reso palese l’importanza di portare i ragazzi anche fuori dallo spazio chiuso della palestra, permettendo loro di sfogare le proprie energie represse dai lunghi mesi di lockdown in uno spazio ampio e verde, usufruendo anche di una pista professionale e di tutte le apparecchiature necessarie per far compiere ai ragazzi dei veri e propri circuiti atletici. A pensarci bene, un progetto dinamico e inclusivo – nonché dedicato ai più giovani – come la BVA si inserisce perfettamente, e anzi, dà una vera e propria spinta, al rinnovamento del quartiere Bicocca, che negli ultimi anni ha puntato molto sul potenziamento del proprio aspetto iper contemporaneo, tecnologico e cosmopolita.

Foto di Lawlup
Foto di Lawlup

Dai primi del ‘900, e per diversi decenni, la zona tra il comune di Greco e Sesto San Giovanni è stata il cuore industriale della città. A partire dagli anni ’80 però, con la dismissione degli impianti, si è aperto il dibattito sul recupero e la riconversione delle aree industriali. Ed è qui che entra in gioco la visione “totale” dell’architetto Vittorio Gregotti, scomparso nel 2020 a causa del Covid-19: un’architettura integrata all’urbanistica e improntata al paradigma della semplicità. “Un’architettura civile semplice, senza la ricerca dell’applauso”, la definiva lui stesso. Ecco quindi prendere forma il quartiere Bicocca come lo conosciamo oggi: spazi ampi e ariosi, architetture monumentali ed edifici simbolo della vita culturale cittadina come l’Università, il Teatro degli Arcimboldi, l’Hangar Bicocca e il polo tecnologico: l’Headquarters Pirelli. A cui, negli ultimissimi anni, dobbiamo aggiungere la nuova sede del Sole 24 Ore – recentemente traslocato in zona, con vista sul campo sportivo – e appunto il nuovo Stadium, inaugurato nel 2019 al posto dell’ex centro sportivo Pro Patria.

Chi può sulle proprie gambe e chi ha più difficoltà deambulatorie con l’aiuto dei race runner.

È qui che due volte al mese si allenano i ragazzi della BVA, portando l’eterogeneità e l’apertura che li contraddistingue a un livello ulteriore. Se infatti tutti gli allenamenti dell’Academy sono improntati a far interagire, giocare e allenare insieme ragazzi con disabilità diverse e ragazzi senza disabilità, nel vasto spazio dello Stadium è possibile osservare, in contemporanea, anche gli allenamenti di altri piccoli gruppi classe o di atleti maturi che si allenano in solitaria. La sensazione è di uno spazio davvero per tutti: qui in viale Sarca i ragazzi della BVA si prendono il campo. Mentre un gruppo gioca a calcio l’altro si allena sul perimetro, cioè sulla pista d’atletica, compiendo – ognuno con i propri tempi – l’intero circuito.

Foto di Lawlup

Chi può sulle proprie gambe e chi ha più difficoltà deambulatorie con l’aiuto dei race runner: tricicli senza pedali studiati apposta per l’atletica leggera paralimpica. Poi, a metà lezione, avviene lo switch tra i due gruppi, perché “alla BVA tutti devono provare tutto”. È una sorta di mantra che gli addetti ai lavori ripetono spesso e che ben rispetta non solo in concetto di inclusività ma anche lo scopo dell’iniziativa, che è l’avviamento sportivo.

L’obiettivo, infatti, è quello di far appassionare i ragazzi allo sport, infondere loro sicurezza e senso di autonomia attraverso il potenziamento delle proprie capacità motorie e, in seguito, indirizzarli verso la società sportiva più adatta alle loro esigenze e inclinazioni. Qualcuno forse non diventerà mai un vero atleta, e nemmeno una persona particolarmente sportiva, ma poco importa: i primi, veri obiettivi hanno a che fare con autostima, autonomia e divertimento. Oltre che con l’integrazione tra persone con e senza disabilità. Se poi i coach riescono a fare scouting per le proprie società scovando qualche futuro campione, tanto di guadagnato.

Lo spirito giocoso e l’età giovane dei ragazzi permette di creare uno spirito di fondo molto coeso.

Vanessa Palombini è una di questi coach. Si occupa di atletica paralimpica dal 2012, lavorando soprattutto con atleti non vedenti. “Finita la mia attività agonistica” racconta a Zero, “ho allenato ragazzi senza disabilità. Casualmente – ma devo dire: per fortuna! – mi sono ritrovata a lavorare con atleti con disabilità grazie a un amico che mi ha chiesto aiuto per la sua società. È un mondo che mi ha coinvolto subito e non ho più abbandonato”. Vanessa insegna atletica per la BVA anche nella palestra del Centro Sportivo Iseo ma spiega quanto sia importante, soprattutto per la sua disciplina, avere accesso a uno spazio come lo Stadium, ottenuto grazie al supporto del CUS Milano. “Nell’atletica ci sono tante specialità: facciamo percorsi, esercitazioni di mobilizzazione, lanci di precisione… E al campo abbiamo più possibilità, si creano più situazioni perché ci sono le pedane per fare i salti e il race runner che permette di correre. La sfida più grande è non creare tempi morti, per questo anche lo scambio delle postazioni è molto importante”. Un altro aspetto fondamentale – spiega Vanessa – è l’osservazione dei ragazzi, che permette di mettere a fuoco le singole esigenze “Questa è stata la fase preliminare. Da lì, abbiamo iniziato a dividerli in gruppi, a mescolarli con i ragazzi senza disabilità e provare delle cose insieme, ognuno con le proprie possibilità”.

Foto di Lawlup
Foto di Lawlup

Potrebbe sembrare complicato coniugare le attività sportive di una trentina di ragazzi di età diverse, per la maggior parte con disabilità, e in più portatori di disabilità differenti. Eppure su una cosa concordano tutti i membri dello staff intervistati: se la ricerca dell’esercizio che vada bene per tutti è importante e, a volte, non così semplice, lo spirito giocoso e l’età giovane dei ragazzi permette di creare uno spirito di fondo molto coeso. “Quando siamo lì tutti insieme i bambini sono i primi che, pur rendendosi conto delle differenze, si aiutano come un gruppo unico, compatto”, spiega Giovanni, tirocinante dell’Università Cattolica presso la BVA. Guardando gli allenamenti si ha l’impressione di un approccio ben calibrato che da un lato cestina le differenze, ma allo stesso tempo riserva attenzione alle esigenze specifiche dei ragazzi, grazie soprattutto a uno staff molto ampio di coach, volontari e tirocinanti. L’immagine è di un caos ordinato che alla fine risulta molto naturale. La semplicità di cui parlava Riccardo all’inizio. Ragazzi che si divertono, “senza la ricerca dell’applauso”.

La seconda sessione di allenamenti andrà da marzo a fine maggioQui è possibile inviare la richiesta di iscrizione alla sessione di settembre, mentre per ulteriori informazioni: bebevioacademy@art4sport.org