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NOS Primavera Sound: perché il “fratello minore” di Barcellona ci piace così tanto

Un piccolo report dell'edizione 2018

Scritto da Alessandro Morana il 4 luglio 2018

Foto di Alessandro Morana

Obrigado.
Parola più utilizzata della tre giorni portoghese, “obrigado” è sicuramente quello che ci sentiamo di dire al festival lusitano.
Considerato da molti come il “fratello minore” di Barcellona, il Nos Primavera Sound si rivela ancora una volta per noi una scelta vincente e un festival con una propria identità, senza nulla da invidiare alla rassegna catalana, se non per qualche headliner (forse).
Se al cemento e all’ansia da prestazione del Forum preferite godervi dei live nel parco più bello della città, l’oceano e il bacalao in tutte le sue declinazioni, il NOS Primavera Sound è quello che fa per voi.

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Venerdì, arriviamo nel pomeriggio, di conseguenza ci perdiamo i live di Jamie XX, Tyler The Creator e Lorde. (Il mercoledì c’era stato il live set di FatBoy Slim in centro a Porto, ad aprire idealmente il festival). La novità di quest’anno è uno stage sul cemento, il SEAT Stage con delle tribune laterali e un’enorme scritta “Created in Barcelona” a ricordare a tutti gli ospiti la provenienza del festival.

Il primo botto del giorno lo fanno i Grizzly Bear, ormai una solida realtà dei live. Inizia così il nostro pellegrinaggio tra Pitchfork Stage, Nos Stage, Pitchfork Stage e SEAT Stage. Ci dividiamo tra Fever Ray (live fighissimo), Four Tet, Floating Points, Breeders, Thundercat, Vince Staples, Unknown Mortal Orchestra e A$ap Rocky. Quest’ultimo merita un capitolo a parte, con un live che fa venire giù letteralmente il Parque da Cidade, riempendo il parco di nuovo pubblico, giovani fan del rapper americano e della musica trap su cui evidentemente il Primavera Sound ha deciso di puntare per il futuro. (Vedi i Migos a Barcellona, poi non presentatisi, ndr).

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Sabato, dopo un proficuo giro di osterie in centro a Porto, arriva l’ospite meno atteso del festival: la pioggia, che sarà protagonista della seconda serata assieme a Nick Cave.
Quello del cantante sarà ricordato dai molti come un live epico da non dimenticare mai: sotto la pioggia battente Nick regala un concerto memorabile mandando in estasi e visibilio il pubblico presente. Tra gli highlights della serata aggiungiamo The War On Drugs, Nils Frahm e Mogwai. I primi, suonano sotto la pioggia al SEAT Stage, prendono in mano il cuore del pubblico e lo strapazzano a colpi di chitarre, il secondo ipnotizza le orecchie del parque da cidade, mentre la band scozzese dà il colpo finale proponendo un live fatto di grandi classici, volumi assordanti e pioggia battente. Contemporaneamente apre il Bits Stage, altra novità di Porto, un vecchio capannone industriale decorato con decine di piante, diventato in occasione del festival area clubbing dove poter ballare al chiuso sotto i colpi dei migliori dj, tra cui Talaboman, Motor City Drum Ensamble, Levon Vincent e Marcel Dettmann.

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Anche il NOS di Porto quindi, come il fratello maggiore di Barcellona, allarga gli orizzonti e abbatte limitazioni di genere e età, togliendosi così di dosso l’etichetta di festival minore.
100.000 sono stati gli spettatori tra Parque da Cidade il live di Fatboy Slim in città (che ha visto la presenza di quasi 30.000 persone), più di 60 le nazionalità di provenienza degli spettatori che hanno invaso le strade del parco e di Porto. Ci vediamo l’anno prossimo!
Obrigado!

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