Sempre più spesso, quando si parla del panorama artistico e culturale, si sente parlare di connessioni, ibridazioni, di forme di scambio tra le discipline. Una sorta di micelio: una struttura interconnessa in profondità dove spesso finiscono per convivere specie completamente diverse, le cui connessioni sono naturali ma sono anche assolutamente inedite. Oggi mi faccio portavoce di una di queste visioni che vuole un mondo “indisciplinario” e contaminato, raccontandovi dell’approccio di Volvo Studio Milano e Triennale Milano alla progettazione culturale.
Esplorazioni – la rassegna di danza e musica nata dalle sinergie di Volvo con Triennale Milano Teatro, oggi alla sua terza edizione – si fonda sulle collaborazioni subitanee, su legami insospettati tra artisti della scena coreografica e musicale italiana. Da tre anni la kermesse fa incrociare autori che viaggiano su autostrade parallele, le cui carriere e forme espressive non avevano ancora avuto modo di incontrarsi. Con quattro appuntamenti – da ottobre a dicembre 2024 – negli studi di Volvo, la direzione artistica delle due realtà milanesi immagina e porta in scena i risultati di esperimenti e contaminazioni tra discipline, background e ricerche. Per gli artisti coinvolti contaminarsi è un modo di mettersi alla prova, ma anche una strategia per sopravvivere, per continuare a essere generativi nel presente.
I due spettacoli di apertura (1 ottobre 2024 e 12 novembre 2024) – enveloppes e BAGLIORE – puntano ad aprire i corpi e a dilatarne gli spiragli con le materie sonore di Radio Raheem, Stefano Pilia, OKAPI ed Emanuele Maniscalco e le coreografie di Adriano Bolognino e Marta Ciappina. Bodies on Glass – performance del 20 novembre 2024 dove due danzatori improvviseranno sui brani ipnotici di Philip Glass – germoglia da un incontro di pochi giorni tra il pianista Andrea Rebaudengo e il coreografo Diego Tortelli, si basa perciò sul ricordo, sulla fiducia e sull’improvvisazione. O+< Scritture viziose sull’inarrestabilità del tempo (3 dicembre 2024) inneggia all’interdisciplinarietà, con il writer e artista visivo Andrea Amaducci che “tagga” live i movimenti dei danzatori, in una ricerca sull’istante del movimento e sui filtri dei diversi linguaggi, coreografata e concettualizzata da Francesca Pennini (CollettivO CineticO).
Per fare i giusti esperimenti e creare ibridi formidabili però non basta contaminarsi. Come racconta bene il titolo Esplorazioni, c’è bisogno di esplorare l’ignoto: in altre parole, fare talent scouting, guardare sotto le fondamenta delle scene, sostenere l’arrivo del prossimo grande artista – tutte cose che sono diventate un po’ la specialità di Volvo Studio Milano. Basta pensare a NEXT POP – secondo progetto realizzato annualmente con Triennale Milano e la sua resident radio Radio Raheem che si è chiuso a maggio – aveva tracciato la parabola degli arrivi dei prossimi grandi, che dall’underground e dai piccoli palchi vogliono costruire un nuovo pop fatto di commistioni tra i generi. Tra questi: Laila Al Habash, Generic Animal e ALTEA.
Contaminarsi per sopravvivere: è quello che hanno fatto gli organismi più longevi del nostro pianeta, è quello che per esistere e non solo sopravvivere, devono fare anche le scene artistiche. C’è bisogno di rendersi permeabili, di esplorare: di rischiare l’indeterminatezza per produrre cambiamento. In questa precarietà, Volvo Studio Milano e Triennale Milano, con la stagione 2024, hanno costruito un mondo “indisciplinario” e indisciplinato, dove “chissà cosa sarà” è il motto prima che si alzino tutti i sipari.
Noi di Zero intanto vi aspettiamo il 1 ottobre da Volvo Studio Milano.