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POV: Alba Zari

KOBO Studio e ZERO presentano Point of View: una finestra dedicata alla nuova fotografia di Roma, dove ogni mese sarà ospitato un progetto indipendente.

Scritto da Nicola Gerundino & KOBO il 25 ottobre 2024

Quando una qualità o un’abilità è talmente diffusa all’interno di un gruppo (più o meno esteso) di persone, di norma si tende a non considerarla più come tale. Nell’era degli smartphone e dei dispositivi fotografici ubiqui, del digitale che si democratizza sempre più velocemente, è quindi forte la tentazione di non ritenere la fotografia più un’arte che richiede tecnica, estro e ispirazione, bensì un’attività quotidiana indistinta come allacciarsi le scarpe. Niente di più sbagliato: per nostra fortuna, la differenza tra fotografa/o a pieno titolo e apprendista instagrammer è ancora netta ed evidente. Ciò non toglie che in questi anni il numero di appassionate/i si sia moltiplicato a dismisura e che il numero di pepite da fare emergere dal sottosuolo sia anch’esso aumentato. POV – Point of View nasce proprio da qui: dalla voglia di sondare e raccontare tutto quello che si muove nel sottosuolo della fotografia a Roma. Un nuovo appuntamento sulle pagine di ZERO che avrà cadenza mensile e sarà realizzato grazie all’imprescindibile occhio sulla città di KOBO, studio Garbatella-based fondato da Claudia De Nicolò e Bianca Trevisani con il quale ZERO ha già collaborato in precedenza per diversi altri progetti. Il nuovo appuntamento è dedicato ad Alba Zari e al suo progetto “Occult”.

 

OCCULT

 

ALBA ZARI

Alba Zari (Bangkok, 1987) è laureata al DAMS di Bologna. Ha frequentato un corso intensivo di Documentary Photography all’International Center of Photography di New York e ha conseguito un Master in Fotografia e Visual Design alla NABA di Milano. Zari usa il medium fotografico come strumento di investigazione e autoanalisi, interrogandone il potere di fungere da traccia, indizio, prova testimoniale, e la sua natura ingannevole. Il suo approccio apparentemente rigoroso e scientifico cela una capacità interpretativa dei temi della memoria e dell’identità profondamente poetica. Nel 2020 con il progetto “The Y – Research of the biological father” è nominata Foam Talent. Il suo lavoro è stato esposto presso Scuderie del Quirinale, Roma; MAXXI, Roma; Villa Bardini, Firenze; London Art Fair; Festival Circulation(s), Parigi; Fotografia Europea, Reggio Emilia; Athens Photo Festival. Ha vinto il premio speciale della giuria Images Vevey (Svizzera, 2022), il Premio Graziadei (2021) e il secondo premio al Backlight prize (Finlandia, 2020). Le sue opere sono presenti in collezioni private e musei, tra cui Fotomuseum Winterthur, MAXXI, Fondazione Orestiadi, Collezione Donata Pizzi.