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Quella volta che John Cage salì su un treno a Bologna e lo “suonò”

A 45 anni da quel memorabile happening, un documentario di Lino Greco racconta l'omaggio a quell'evento che AngelicA affidò ad Alvin Curran nel 2008

Scritto da Joe Teufel il 13 dicembre 2023

Foto di Corinto Marianelli

Il rapporto del celebre compositore americano John Cage con l’Italia fu lungo e proficuo. Ma un evento rimase più di tutti impresso nella memoria, non solo come uno tra i progetti musicali più importanti mai organizzati nel Paese, ma dell’intera carriera del compositore.

Il 26, 27 e 28 giugno 1978 dalla stazione di Bologna partì, infatti, un treno speciale: Il Treno di John Cage. Nato da un’idea di Tito Gotti (allora direttore di una rassegna denominata Feste Musicali a Bologna), il progetto prevedeva la sonorizzazione di un treno su sulle tratte Bologna-Porretta/Ravenna/Rimini.

Il “concerto per treno preparato” prendeva le mosse dal celebre “pianoforte preparato” di Cage, strumento trasfigurato dal compositore semplicemente aggiungendo tutta una serie di oggetti tra le sue corde (viti, bulloni, pezzi di plastica e vetro). Nel caso del treno la “preparazione” prevedeva invece “interventi strumentali, vocali, gestuali e visivi” di artisti, performer e musicisti (tra cui Demetrio Stratos, Marcello Panni, Gianfranco Baruchello, Esther Ferrer), che si distribuivano, come solisti o ensemble, nei vagoni tra i viaggiatori e che una volta lì suonavano di tanto in tanto qualche pezzo che conoscevano a memoria.

Ad accogliere il convoglio in ogni stazione, c’erano diversi “improvvisatori”. Alla ripartenza del treno, chi voleva, poteva poi salirci per continuare a suonare, cantare o danzare. Ogni carrozza era dotata di altoparlanti collegati a microfoni che captavano i rumori all’esterno e quelli al suo interno. A ogni fermata, due diversi set di altoparlanti posti esternamente sul tetto di ogni carrozza riversavano verso le banchine delle stazioni i suoni provenienti da una serie di cassette, che erano state preparate da Walter Marchetti e Juan Hidalgo negli studi della Harpo’s Bazaar assieme a Oderso Rubini: alcuni nastri contenevano suoni ambientali registrati alla stazione di Bologna, altri le registrazioni tipiche delle località in cui sostava il treno, con rumori e suoni, musicali. E in un vagone a metà treno, un certo numero di registratori a cassette era disponibile per il pubblico, che poteva liberamente avviare, fermare e cambiare la riproduzione delle cassette durante le soste-happening.

Un’orchestra di rumori, un’armonia caotica che si fondeva con la vita quotidiana. Fu un evento colossale e visionario, che lo stesso Cage giudicava irripetibile altrove non per un fatto di rotaie, ma di disponibilità alla fantasia della gente.

Ricorda Pino Cacucci: «A ogni stazione, una festa: balli, canti, vino e prodotti tipici, e Cage sempre a miscelare e amplificare; ogni tanto restava attonito per l’accoglienza straripante, la folla gli chiedeva l’autografo come se fosse una rockstar, e lui si divertiva, stralunato, un po’ confuso, ma sempre attento ai dettagli con entusiasmo contagioso. “Questa esperienza è un happening nel senso letterale di accadimento,” disse Juan Hidalgo, “che possiamo provocare più volte ma non è replicabile, sarà sempre diversa perché fatta da tutti i partecipanti”. Fu un raro, per non dire unico, amalgama festoso tra la musica cosiddetta d’avanguardia e la manifestazione popolare, che frantumò qualsiasi previa critica di “evento d’élite” per pochi iniziati».

Tutta la storia è stata raccolta nel libro Alla ricerca del silenzio perduto (Baskerville, 2008) con fotografie, testi e 3 cd e un dvd sull’evento del ’78.

Per i 30 anni dal suo accadimento, nel 2008 il festival AngelicA commissionò al compositore americano Alvin Curran, che era stato studente e amico di Cage, un’impresa impossibile: un omaggio-reinvenzione dell’evento con due performance itineranti di sette ore e mezza per treno e le stazioni di sei città, che videro incrociarsi centinaia di musicisti (tra cui Eugenio Colombo, Tristan Honsinger, Vincenzo Vasi, Edoardo Marraffa, Marco Dalpane), composizioni originali e brani di repertorio, improvvisazioni soliste e collettive, bande municipali di paese e tre cori, il tutto immerso tra le voci, il “rumore” e il caos (non)organizzato di una gita in treno e di una festa di paese.

Oggi, finalmente, un documentario di Lino Greco Take the Cage Train mette insieme questa grande storia riassumendo con un montaggio serrato questo coacervo magmatico e spettacolare accostando video, fotografie e testimonianze dirette dei protagonisti di entrambi gli eventi ai video (tra i passeggeri ritratti si riconoscono anche Nanni Balestrini e Luigi Ontani) e interviste con Curran, Oderso Rubini, Massimo Simonini e con il Maestro Tito Gotti.

Take the Cage Train – Boletus Edulis – musica pendolare sarà presentato giovedì 14 dicembre alle ore 19.30 al Teatro San Leonardo, introdotto da Alvin CurranLino GrecoOderso Rubini e Massimo Simonini. Qui tutte le info, qui sotto il trailer.