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Sfogliateci!

Il nuovo numero di Zero Venezia per il duemilaeventi. Get up, stand up: set up for your right (to party)!

Scritto da Redazione Venezia il 18 gennaio 2020
Aggiornato il 21 gennaio 2020

Durante il festival di Sanremo ci mettiamo a ballare in un centro espositivo, a San Valentino ci travestiamo, a Carnevale tiriamo giù la maschera, per tutta la stagione sfidiamo le nebbie della pianura Padana e il loro corredo di Pm10 senza nostalgia del nostro caldo divano. Duemilaeventi. Facile il doppio senso. Ma soprattutto 10.154 parole, quelle che troverete nel primo numero di Zero Venezia per il nuovo anno. Escluse le preposizioni e le indicazioni logistiche, la più usata è “Venezia” (compare 25 volte): c’era da aspettarselo, visto che il nostro progetto editoriale nasce qui e da qui si propaga. La seconda più usata, non a caso, è “città”, che non va considerata come un semplice sinonimo: significa ragionare in termini autenticamente metropolitani da Pordenone a Verona, da Padova a Belluno, tanto il tempo è sempre lo stesso, un’oretta di autostrada e siamo dappertutto (per i mezzi pubblici e il car sharing, nelle fasce serali, speriamo che qualcuno, più in alto, inizi a svegliarsi fuori). “Città” compare in queste 80 pagine per 18 volte, a pari merito con “musica”. Un gradino sotto, ma solo per le statistiche, appaiono 14 volte questi termini: “mondo” (eh già, la nostra vera dimensione è quella), “performance” (leggete e seguiteci, ce ne sono più di quante vi aspettiate), “altri” (ci interessano, sicuramente più del nostro piccolo ombelico) e “artisti” (la fantasia al potere, finalmente). Segue “palazzo”, 12 volte, parola che ci racconta, assieme al come, anche un po’ del dove si incroceranno nelle prossime settimane i nostri occhi e i nostri cuori: il luogo in cui viviamo è (ancora) una fortuna da non dimenticare.

Poi compare spesso “Set Up”: è l’evento a cui abbiamo deciso di dare la copertina, con le grafiche ideate dallo studio Sonnoli, e di cui parliamo approfonditamente con il direttore di Palazzo Grassi Punta Dogana Martin Bethenod, in questa intervista. Stiamo forse dando i numeri? Da Zero Venezia dovete aspettarvelo. Ma l’analisi lessicale statistica dei 66 mila caratteri che potete leggere su carta (molti di più sul sito) ci racconta anche un’altra cosa: nessuna parola domina sull’altra, non troverete nessuna particolare egemonia. La nostra sfida è quella di coltivare la biodiversità del pensiero, dei linguaggi, delle idee, degli aggettivi, delle formule e dei luoghi che abbiamo messo in calendario per non uccidere di noia le vostre serate. Nell’anno che si è appena chiuso è iniziata la nostra avventura alle porte delle laguna e a Nordest: dal 21 marzo del 2019 abbiamo raccontato, approfondendoli, attraverso il nostro sito e i primi tre numeri in formato cartaceo, 1192 eventi distribuiti in 339 luoghi di Venezia e della vasta area che la circonda. Promessa per il nuovo anno? Duemila eventi. Dal sudore di Altavoz al suono etereo di Julia Kent, dall’avant jazz del trio Grubbs, Gustafsson, Mazurek al super pop di Mika, dagli echi d’oriente di Kayhan Kalhor e Xylouris White al rap di Ketama126, passando per il rock dei Calibro 35, l’elettronica della rassegna alla V-A-C e molto, molto altro (luoghi, approfondimenti, scoperte). Sintonizzatevi, settatevi.