Bei tempi. A giugno, una volta, metà della popolazione scolastica era già andata fuori città, sparsa tra colonie, nonni e parenti. Rimanevano solo maturandi e universitari, che se ne andavano per ultimi, divisi tra i ritardatari che rimandavano tutto all’ultimo appello e i celeri che a metà luglio erano già in spiaggia dai genitori, ingozzandosi di panini dal contenuto calorico pari a quello mensile dei colleghi disgraziati rimasti in città per strappare un 18 al 30 di luglio, facendo leva su prof. e assistenti in disidratazione estrema e con la testa già in vacanza.
Poi gli statali e i ministeriali: a quelli cadeva la penna alle 17:00 anche a gennaio, figuriamoci in estate. 31 luglio: tutti via. Raccordo in tilt, strade in uscita intasate, Roma deserta. Chi rimaneva in città? Camerieri e cuochi dei ristoranti aperti per i turisti, albergatori, preti, custodi, tranvieri, ladri, disgraziati e disperati. 10 minuti netti dall’Eur a Monte Mario in auto: una goduria.
Ora la situazione è bella che cambiata: le ferie si sono ridotte quasi all’osso e tanti che cambiano impiego – ah, il posto fisso! – spesso neanche fanno in tempo a maturarle. Si resta qua in tanti, salvo qualche giorno intorno a Ferragosto, specialmente se le date si incastrano ed esce fuori una sottospecie di ponte. Strano a dirsi, ma a questo giro Roma è stata celere a intuire il cambiamento e si è data da fare per trasformarsi in una città aperta – leggi non chiusa per ferie – che da giugno a settembre cambia la propria geografia dell’intrattenimento e offre sempre spunti e contenuti. Certo, non sempre di qualità eccelsa, ma questo sarebbe chiedere troppo.
Qui trovate tutte le guide dedicate ai mesi più caldi che ZERO ha realizzato in questi anni. Fatene buon uso in tutti i giorni d’estate che rimarrete in città. Verificate sempre orari, giorni di apertura e programmazioni sui rispettivi siti e qualora non ci sia veramente niente, niente, niente, ma proprio niente che vi piaccia… Beh, ci si vede a Ferragosto al palo della morte.