Se come me hai basato gran parte della tua vita sociale in attività asociali come andare al cinema da sola, il Coronavirus ha rovinato anche la tua routine misantropa, chiudendo tutti i cinema della città meneghina. Sembra sempre più difficile essere radical-chic nella Milano da bere anche con le disco chiuse. Ma non preoccupatevi anti-netflixiani, noi di ZERO abbiamo trovato l’antidoto per voi. Una grande masturbazione intellettuale da fare invidia ai neuroni di Hegel sui film scarsi che per fortuna non vedremo al cinema questa settimana.
Il primo che è uscito il 13 febbraio, ma che non vedremo di già, è la nuova pellicola di Gabriele Muccino intitolata “I migliori anni”. Ed Emma Marrone è una delle sue protagoniste. Sì, avete capito bene. Classica commedia spacca anti-corpi ambientata nell’Italia tamarra e post-boom degli anni Ottanta. Che dire poi della reference del titolo alla canzone degli 883, a quella di Renato Zero e un po’ anche all’inguardabile trasmissione di Carlo Conti fatta coi soldi del canone espropriati al nostro sudore? Non bisogna essere Enrico Ghezzi per capire che è tutto molto, troppo cheap.
Il secondo film che siamo felici di non vedere è il nuovo “capolavoro” di Carlo Verdone con il suo umorismo sessista e datato che sarebbe dovuto uscire il 27 febbraio, ma dovrà anche lui stare in quarantena per un po’. Il titolo della pellicola ci fa un po’ sorridere però: “Si vive una volta sola”. Insomma la cosa più divertente del film la sappiamo già. E grazie al Corona non dovremo sorbircelo con la mamma.
Terminiamo questa terzina anti-cinefila, che di dantesco ha ben poco, con “La mia banda suona il pop” del paladino del #MeToo Fausto Brizzi. Dopo i pseudo scandali sessuali che lo hanno coinvolto, Fausto no, non abbandona la grande barca del cinema italiano e torna con un altro film inutile, totalmente impermeabile allo Zeitgeist dei nostri anni Zero.
Uscito il 20 febbraio, il film è già fuori dalle sale e dalle p***e: #coronasgrazias. La trama, però, ve la diciamo, dai: un manager musicale riceve una proposta da un oligarca russo amico di Putin (e forse chissà anche di Albano) per rimettere insieme i Popcorn, il suo gruppo musicale degli anni Ottante le cui canzoni vanno ancora forte nell’ex URSS. Ah, ultima chicca: nel cast c’è Natasha Stefanenko.