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Umberto Angelini vince il Premio Nazionale Franco Enriquez

Il Direttore Artistico di Triennale Teatro dell'Arte premiato per il suo impegno per la qualità dell'istituzione

Scritto da Lucia Tozzi il 20 giugno 2019

Un’ottima notizia per l’inventore di Uovo performing arts festival e del festival Fog in Triennale, Direttore Artistico di Triennale Teatro dell’Arte e Sovrintendente e Direttore Artistico del Teatro Grande di Brescia. La giuria del Premio Nazionale Franco Enriquez gli ha attribuito il Premio 2019 nella Categoria Teatri e Festival, Sezione Direzione artistica, “per l’eccezionale ripercussione in ambito internazionale, per le scelte culturali di alto profilo civile, per le coinvolgenti proposte di teatro, danza, performance, musica”. Angelini ha portato in Triennale negli ultimi anni grandi successi internazionali e artisti di ricerca come Romeo Castellucci o Jan Fabre, Agrupación Señor Serrano, Motus, Sciarroni, Bonobo, Rimini Protokoll, Nico Vascellari, Compagnie Didier Theron, Simone Bertuzzi, e decine di altri. Con fondi risicatissimi, nessuna o pochissime repliche, è riuscito a produrre un programma di alta qualità, che ha portato un grande movimento in un’istituzione come la Triennale che appare meno vivace del solito.
La Triennale si trova infatti in una situazione universalmente ma sotterraneamente riconosciuta come di stallo, di chiusura nei confronti delle forze intellettuali milanesi, stretta tra mostre ingombranti e eventi commerciali.
Alla nomina di Stefano Boeri a presidente un anno e mezzo fa è seguito un lungo periodo di trascinamento dei vecchi programmi e mostre senza grandi proposte, mentre all’interno le energie venivano impiegate in una puntigliosa pratica di epurazione di tutto il personale, dall’alto al basso, che non è ancora terminata. Da febbraio invece l’edificio è occupato per intero da Broken Nature, la mostra della XXII Triennale sulle prospettive del design nell’era dell’antropocene e della Sesta Estinzione, e dal nuovo Museo del Design, permanente, nonché dal nuovo Urban Center che comunica ai profani i progetti del Comune sulla città. Delle mostre annunciate per l’autunno sembra confermata solo quella su Enzo Mari, mentre sembrano svanite nel nulla le monografiche di architetti e altri nebulosi festival annunciati a settembre. Certo, resta l’Arch Week e il TRI-P festival, ma il ruolo culturale di questa istituzione sembra affievolito, i suoi estimatori tendono alla disaffezione. Sta diventando un posto di esclusione più che di inclusione, con l’eccezione del Teatro.
Si parla molto invece di grandi lavori, museo sotterraneo, ritorno a Muzio, di cui però sono per ora poco o niente discussi con la cittadinanza progetti, modalità e finanziamenti. Secondo le migliori tradizioni, interventi radicali su una grande istituzione cittadina saranno rese pubbliche solo a cose fatte.
Tutto questo potrebbe teoricamente preludere a un grande piano a lunga scadenza, rimandato a dopo i lavori, ma l’altissimo tasso di mobilità dei protagonisti di questa Triennale (Stefano Boeri stesso, Lorenza Baroncelli, Joseph Grima) fa sorgere più di un dubbio sulla loro futura permanenza in Triennale. Tra due anni potrebbero essere a capo di istituzioni ancora più prestigiose, italiane o estere, e persino ricoprire cariche politiche per quanto ne sappiamo.
Insomma, il riconoscimento del lavoro indefesso di Angelini, che fin dall’inizio ha lavorato per rendere grande il Teatro dell’Arte oltre che se stesso, è una notizia eccellente.