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Umberto Angelini

Sabato 17 Uovokids invade di nuovo il Museo della Scienza. Ecco com'è nato e chi è il suo fondatore, che ama il vegano.

Scritto da Corrado Beldì il 12 ottobre 2015
Aggiornato il 23 gennaio 2017

Persone che fanno cose a Milano e non solo. Umberto Angelini, 47 anni, marchigiano ma milanese ormai da quasi trent’anni. Fondatore di Uovo e ora Sovrintendente all’Opera di Brescia. Una scossa di contemporaneità nelle istituzioni.

ZERO – Parlaci delle tue origini.
Umberto Angelini: Sono nato ad Ascoli Piceno. Decisi di venire a Milano per due motivi: avevo una ragazza milanese e soprattutto volevo imparare a fotografare e pensavo di poterlo fare meglio a Milano. Poi in realtà ho fatto economia con indirizzo storico. Di Milano mi interessavano moltissimo la scena musicale e teatrale. Erano gli anni Novanta. Venivo spesso per concerti e mi appoggiavo da mia cugina che viveva in città.

Che cosa hai studiato?
Ho fatto una tesi sull’economia mafiosa: un’analisi economica sulla criminalità organizzata in Italia e sulle sue fonti di sostentamento. Poi ho cominciato a lavorare in un’agenzia di comunicazione e subito dopo ho creato un festival di danza contemporanea nelle Marche. Avevo 27 anni, ma vedevo che in quella zona d’Italia (e non solo) c’era un vuoto. Siamo andati avanti tre anni e devo dire con successo, prima che la politica lo chiudesse.

Ultimamente dico spesso agli amici che mi parlano di viaggi esotici che invece dovrebbero andare per un fine settimana ad Ascoli.
Hai ragione, Ascoli è davvero una città meravigliosa costruita interamente in travertino. Pensa che Menotti l’aveva scelta come cornice per il Festival dei due mondi, ma alla fine l’amministrazione fu contraria e la scelta ricadde su Spoleto.

Piazza-del-Popolo-ascoli-piceno

Il 17 ottobre apre UovoKids. Ci racconti come è nata l’idea?
UovoKids è nato come spin-off di Uovo. Siamo partiti da due considerazioni semplici: il nostro pubblico cresce anagraficamente e comincia ad avere figli. Inoltre, ci interessa il rapporto con l’infanzia per stimolare fin dall’inizio un processo di alfabetizzazione al contemporaneo.

UOVOKIDS-milano

Quali sono le differenze rispetto a un normale intrattenimento per bambini?
L’approccio non è quello di chi organizza un evento per bambini: non abbiamo animatori, ma artisti che abitualmente non lavorano con l’infanzia e che quindi sono costretti a rivedere le loro pratiche. Tra l’altro non abbiamo solo performer, ma anche designer e architetti, perché abbiamo scelto l’età multidisciplinare lavorando molto sulla scienza e sul cibo.

Come cambia l’approccio in un festival destinato soprattutto ai bambini?
È curioso scoprire che siamo di fronte a una infantilizzazione della società. Si pensi a parole come protezione, sicurezza, rischio, controllo, fiducia: sono categorie tipicamente legate al mondo dell’infanzia, ma ormai sono utilizzate per definire fenomeni della società adulta. L’anno scorso il Ministero degli Esteri francese ha mandato una delegazione a studiare UovoKids come best practice in ambito europeo.

Il luogo è casuale o non del tutto?
Siamo al Museo della Scienza e della Tecnicologia, un posto che amo moltissimo anche per la grande affinità di vedute che c’è con Fiorenzo Galli, il direttore generale, e Giovanni Crupi, direttore sviluppo. È il museo più frequentato della Lombardia con 400.000 visitatori e nei giorni di Uovo Kids le presenze addirittura raddoppiano.

museo-della-scienza-e-della-tecnica-milano

Più o meno complesso di Uovo?
Il budget è circa la metà rispetto a quello di Uovo, ma l’impegno non è da meno visto che la maggior parte degli interventi è commissionata ad artisti. Lo sforzo produttivo rimane notevole. Quest’anno avremo 30 artisti provenienti da Svizzera, Serbia, Spagna, Francia e altri paesi. Faremo anche una Parade Moderne con Cledat & Petitpierre, una sfilata per bambini dal castello a parco Sempione con dieci abiti bellissimi, che in realtà sono sculture ispirate a quadri famosi della storia dell’arte.

Come stanno andando invece le cose a Brescia?
La Festa dell’Opera è stato un grande successo, quasi una sorpresa per le proporzioni: 365 artisti, 52 eventi dalle sei del mattino fino a mezzanotte. Un grande riscontro da parte del pubblico in continua crescita. Questo evento ha portato molti a scoprire luoghi poco conosciuti di Brescia, una città bellissima. Abbiamo avuto almeno 50mils presenze senza avere grandi nomi di traino, solo artisti giovani.

TEATRO GRANDE FESTA DELL'OPERA 2014

Brescia è un’esperienza molto diversa da Uovo, però.
Brescia è stata una sfida vera. Certo ero stato al CRT, al Franco Parenti, ho fatto Uovo, però ho sempre pensato che il problema italiano fossero le istituzioni che nel corso degli anni sono diventate sempre più deboli. Non è un caso se quando abbiamo organizzato Uovo siamo andati nei luoghi simbolo di Milano, per portare la sperimentazione proprio lì dove non c’era. A Brescia abbiamo dovuto lavorare sulla creazione di un pubblico nuovo e il nostro quadriennio ha avuto una crescita del pubblico del 500% rispetto al precedente. Certo, accanto all’opera abbiamo inserito la danza contemporanea, l’opera per bambini, la musica contemporanea ma anche indie. Abbiamo dovuto reperire nuove risorse che, lo dico con orgoglio, sono in maggioranza private.

Torniamo a parlare di Milano: ci indichi tre persone o fenomeni che stanno cambiando la città?
Innanzitutto il sindaco Giuliano Pisapia, che sarà ricordato per quel che ha fatto. Secondo me ha riportato il piacere di dire: «io vivo a Milano». Abito in città dal 1987, ma me ne ero ormai dimenticato. Ecco, il sindaco ha il merito di aver riportato un po’ di orgoglio cittadino, oltre al fatto che esercita il dialogo in un modo molto sereno, basato sul rispetto e sulla valorizzazione delle realtà esistenti.

Sindaco Giuliano Pisapia
Sindaco Giuliano Pisapia

La seconda?
Filippo Del Corno, amico da sempre: ha dimostrato una grande capacità di ascolto della città. La cosa che sta cambiando più profondamente Milano sono le trasformazioni urbanistiche. Sono scelte che vengono da molto lontano, è difficile fare un nome. Porta Nuova, la Darsena, tanti progetti che ora trovano compimento e che favoriscono l’incontro tra le persone.

La terza?
Ci sono i privati, le persone che lavorano ogni giorno per il bene della città. Cito un luogo simbolo per tutti: la Fondazione Prada.

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Parlami del tuo quartiere: dove vivi?
Abito in via Visconti di Modrone. Il mio è un quartiere di uffici, nel mio palazzo sono quasi tutti studi legali. Non amo moltissimo zone come corso Vittorio Manuele, San Babila, eppure proprio lì dietro c’è una zona nascosta, quella che va fino a piazza Cinque Giornate. Mi piace passeggiare in via Conservatorio, in via Mozart, un’oasi di silenzio a pochi istanti dalla zona più brulicante e rumorosa della città. Mi piace soprattutto passeggiare di notte, nel silenzio, in mezzo a quei palazzi meravigliosi. Devo poi dire che è un grande lusso vivere a pochi metri dalla Scala e dal Conservatorio.

I tuoi ristoranti preferiti in città.
Il primo posto che mi viene in mente è Dongiò, per l’atmosfera, poi mi piace Valà in via Cesare da Sesto dove fanno fantastiche brioche vegane. Per un momento di relax invece scelgo Un posto a Milano: la torta di mele vegana è davvero da urlo!

Un Posto a Milano

Dove vai a divertirti?
Per divertirmi vado ancora al Plastic, come sempre e da sempre. Poi ci sono i cocktail bar, fra tutti mi piace molto il The Botanical Club anche se ovviamente ho una grande passione per il Bar Basso, ancora uno spazio affascinante dopo tanti anni. C’è una discrasia in questo luogo: sei fuori dal tempo, ma sai di essere seduto nel posto giusto, dove sta accadendo qualcosa di importante.

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Bar Basso

Sei un appassionato di sagre, vero?
Mi piacciono moltissimo le sagre e la mia preferita è la sagra di Torano in Abruzzo.

Chi sono i tuoi amici?
Saturnino, amico storico che mi diverte in maniera infinita e poi Massimo Torrigiani che è una sintesi raffinata di una complessità. Francesca Colombo, per la passione ed energia che mette nelle cose, poi c’è Ivan Maria Vele che mi dice sempre prima degli altri quello che sta per succedere. Non posso dimenticare Stefano Baia Curioni, fantastico rugbista culturale. Tiberio Longoni, un vecchio amico, fondatore e chitarrista del gruppo psichedelico Peter Sellers and the Hollywood Party: un post punk che avevo invitato a 16 anni al primo festival di musica post punk a Force, Ascoli Piceno. Siamo diventati amici. Poi c’è Valentina Ciuffi, difficile sintetizzare in due parole il suo dinamismo. Tra gli amici che definirei del cuore cito Giovanni Gennari e Alisée Matta, designer. Poi c’è Alessandro Zenti, ovvero la gioia del buon vivere e Gordana Gonan la mia amica del cuore. Ecco, mi sta telefonando proprio ora. Vedi? L’ho conosciuta anni fa come assistente a Uovo e siamo diventati amici per la pelle.

Una persona sottovalutata a Milano.
Prima che andasse all’Hangar Bicocca (e ora alla Tate Modern di Londra) avrei detto Andrea Lissoni. Ora dico Guido Guerzoni, eccelso fantasista ora emigrato in terra veneziana.

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Uno spettacolo che ha cambiato la tua vita.
Café Müller di Pina Bausch.

Un film.
Sacrificio di Andrej Tarkovskij.

sacrificio

Un libro.
Murphy di Samuel Beckett.

Un disco.
Closer dei Joy Division.

Chi è il tuo eroe?
Il mio eroe è Rosa Parks, da sempre. Una donna irripetibile. Ho usato il suo nome come pseudonimo quando scrivevo per Rodeo.

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Qual è il tuo sogno?
Sogno che a Milano nasca un vero centro per la cultura contemporanea legato alle nuove generazioni e con una forte componente migratoria.

Cosa vorresti per il futuro?
Mi piacerebbe vedere più donne al potere perché in questa stasi artistica potranno essere solo le donne a farci entrare in una nuova fase. Sono certo che presto nascerà una nuova generazione di donne creative, immagino africane o mediorientali, che ci aiuteranno a superare questo momento di impressionante immobilismo culturale. Francamente, lo trovo anche pericoloso.

Che cosa vorresti fare da grande?
Da grande vorrei fare il manager sportivo, possibilmente in uno sport di squadra. Non saprei dirti quale. Magari mi piacerebbe cambiare sport ogni tre o quattro anni. Devo ammettere che mi annoio molto facilmente, ma credo che in quel ruolo mi divertirei altrettanto a gestire le persone.

Dove vai stasera?
Stasera vado da Dimore Milano e poi, visto che ho bisogno di riposo, vado a casa a vedermi qualche serie tv. La mia preferita resta True Detective, però in questi giorni mi sparo Magic City, The Good Wife e Masters of Sex.

https://www.youtube.com/watch?v=BQHU3hB0oEw