Ad could not be loaded.

Una spremuta di Fruit

Le mostre, i laboratori, i talk e gli eventi speciali della quarta edizione del salone dedicato al graphic design e all’arte contemporanea a Palazzo Re Enzo

Scritto da Valeria Raho il 29 gennaio 2016
Aggiornato il 1 febbraio 2016

Per un salone sul self publishing secondo natura a Bologna ci vuole Fruit. Nessuno più di Crudo, l’associazionoe che lavora da quattro stagioni dietro le quinte di questo progetto, sa quanta dedizione e amorevoli cure dovrà dispensare l’editore indipendente nel veder fiorire la propria impresa, guardandosi bene dall’incappare in scorciatoie e sotterfugi a scapito della sperimentazione pura.

Circumnaviga un pensiero ma va dritto al punto Fruit, una delle poche fiere in Italia che, tenendosi alla larga dalle facilonerie come lascia intuire il nome di battesimo, sa costruire intorno al suo ricercato store un progetto aperto alle contaminazioni e alle forme espressive indagando ambiti non per forza riconducibili ai capisaldi della manifestazione. Pratica innesti il salone di stanza a Palazzo Re Enzo fino a domenica 31. Dunque non meravigliatevi se, dopo aver spulciato le ultime novità in fatto di graphic design tra gli espositori, sarà l’opera del film-maker Chris Marker a far parlare de Il libro come sostituto del cinema; o lo screening assemblato dall’occhio di lungo di Simone Sbarbati di Frizzi Frizzi a tenere banco nella sala del Quadrante o l’artista Martina Zena ad orchestrare e input visivi e audio nella performance Human Being / Being Human per portare il pubblico a riflettere sull’eterno dilemma in cui si scinda la natura dell’autoproduzione, tanto seriale quanto unico. Una scelta di campo, a detta della coordinatrice Anna Ferraro, che se da un lato permette di mettere in circolo forze creative e chiavi di volta per un pubblico sempre più esigente; dall’altro lo sgombera dal rischio “nicchia” a cui spesso in Italia si relega il self publishing per offrire un’occasione in più ai lettori che ancora fanno fatica ad orientarsi in questo ambito.

FRUIT3-A copia

Ed alza l’asta. Vuoi la concomitanza con Arte Fiera, Fruit sposta il fulcro dal libro illustrato per ragazzi ai linguaggi del contemporaneo, al libro d’artista, l’infografica e gli interventi installativi il cui numero è cresciuto in maniera esponenziale rispetto alle edizioni precedenti. Questi motivi guida ricorrono tanto nelle mostre quanto nei talk, dove a prendere la parola saranno generazioni a confronto di artisti visivi, giornalisti, curatori, editori, collezionisti che non si risparmieranno in aneddoti e vizi connaturati in chi fa di un mestiere una sorta di militanza. Ne sa qualcosa il venerando Emilio Mazzoli, gallerista che negli anni Settanta trasformò Modena in una caput mundi della Transavanguardia, febbricitante sky hunter di edizioni limitate a firma dei grandi nomi della scena artistica internazionale. Seppur con disponibilità ben diverse, non è da meno il parco libri di Amedeo Martegani, la cui essenza è trina e si manifesta sotto il capello di artista, bibliofilo e collezionista seriale. Una puntualizzazione, che più che per un difetto di sintesi, fa quadrare il cerchio intorno alla conversazione con Emanuele De Donno a proposito di Yes Yes Yes Alternative Press: ’66-’77 from Provo to Punk, un libro nato proprio da uno studio sul suo archivio.

Yes Yes Yes
Yes Yes Yes

 

Dall’amarcord la spremitura di Fruit si fa fresca di stampa negli appuntamenti che muovono intorno al libro d’artista calibrando la parlantina degli ospiti a momenti di pura visionarietà, come accade per il talk promosso da Boîte in sinergia con Gli Ori per Gli ultimi viandanti si ritirano nelle catacombe di Luca Scarabelli; per le opere inedite di Angelo Bellobono nel ciclo espositivo Moving Borders e l’incontro cucito intorno al semestrale Edel. Un osservatorio empirico sul contemporaneo legato a doppio filo con l’esposizione Paesaggi/ Landscape che si predispone presso gli spazi di Senape Vivaio Urbano. Una prassi che si applica a pennello anche per Le Notti di Tino di Bagdad, opera in realtà aumentata che porta la firma di ConiglioViola presentato nella sua duplice natura di libro d’artista e di esperimento diffuso per la città sotto forma di poster alle fermate dell’autobus, a cui basterà puntare uno smartphone o un tablet sul QR code per squadernare il racconto originale.

Non stupisce che uno dei primi esperimenti in fatto di tecnologie e arte pubblica abbia attecchito nel vivaio di Fruit che, sin dalla prima ora, coltiva un occhio di riguardo verso il settore dei new media come lascia intendere la scelta dei laboratori, uno su tutti il workshop realizzato in collaborazione con Apparati Effimeri, vera autorità in fatto di mapping all’ombra delle Due Torri; e le linee tracciate da The Changing World of Editorial Design e Case-study: #Nonsolograndigruppi, due seminari in cui si discute rispettivamente di giornalismo visuale e nuove frontiere in fatto di iMagazine. E mentre può essere facile perdere la bussola nel nugolo di attività che rendono effervescente l’atmosfera in casa Fruit, è bene ricordare che la parte da leone la faranno espositori del calibro di Isoì, Cesura Publish e Bolo paper di Marco Nicotra, tra gli sperimentatori in salsa italica; mentre tra gli avamposti d’oltralpe si segnala la presenza nel market della svizzera Lars Müller Publishers e della berlinese Archive Books, case editrici dall’esperienza pluriennale a segnare il passo tra un Paese – il nostro – che ancora stenta a riconoscere il graphic design come parte integrante del proprio patrimonio culturale.

Martina Zena
Martina Zena

 

Non possiamo far altro che confidare nel tempo fantasticando per il futuro prossimo di Fruit code interminabili, a mo’ di Expo, alle porte di Palazzo Re Enzo nonostante l’organizzazione abbia previsto quest’anno un pedaggio (5 euro, che si riduce a 3 per i possessori del ticket di Arte Fiera) a fronte del calendario stampato da Tipografia Reali. Una scelta sofferta ma dovuta, spiegano da Crudo, che si è resa necessaria per sostenere un programma tentacolare e che, se farà storcere il naso ai passeggiatori della domenica, sarà di certo una cartina tornasole in termini di sensibilità e interesse al tema per gli abitanti della città e gli ospiti in visita a Bologna in questo weekend di fuoco.

Agli appassionati di sempre non resta altro che coltivare il giardino.

QUI TUTTO IL PROGRAMMA