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You clean, I write: 40 anni di writing italiano in mostra al MAMbo

Scritto da Salvatore Papa il 12 aprile 2024

CRASH KID -Roma - 1996

Il 17 marzo 1984, alla Galleria d’arte moderna di Bologna (oggi Ex GAM, accanto all’ingresso della Fiera in Piazza della Costituzione), inaugura Arte di frontiera. New York graffiti, una delle prime mostre europee sul fenomeno del writing con le opere dei più importanti protagonisti della scena newyorkese, tra cui Kenny Scharf, Keith Haring e Jean-Michel Basquiat. L’anno prima moriva, ammazzata da un uomo, Francesca Alinovi, ricercatrice, critica militante e attenta studiosa dei fenomeni creativi più sperimentali che, forte delle numerose relazioni instaurate con i pionieri del writing, nel settembre dell’82 aveva proposto all’allora direttore della Galleria comunale d’Arte Moderna di Bologna, Franco Solmi, proprio quel progetto di mostra poi realizzatosi, purtroppo, senza di lei. 

Tale progetto – scriveva Alinovi nella lettera inviata a Solmi – si riferisce alla nuova situazione giovane americana, quella tanto per intenderci, legta al graffitismo che tanto successo sta avendo a livello teorico e di idee e che non è ancora stata  stata commercializzata (anche se, c’è da giurarlo, lo sarà prestissimo). Si tratta insomma della  cosiddetta arte di frontiera, […] una specie di pittura, cioè, a metà tra l’arte e l’illustrazione, il quadro e il graffito, fra lo spontaneismo e la citazione dotta, la sensibilità occidentale e quella terzomondista. Gli artisti a cui penso (e che sono grosso modo quelli elencati nei miei articoli: Keith Haring, Kenny Scharf, Ronnie Cutrone, Donald Baechler, John Ahearn, Houston Ladda più i graffitisti propriamente detti come Futura 2000, Fred dei Fabolous Five, Crash, ed eventualmente altri), sono tutti giovanissimi, per il momento facilmente accessibili, corteggiatissimi da direttori di museo e da mercanti. […] Insomma credo che il momento sia buono per mettere in mostra una situazione inedita che farà tanto e tanto parlare”.

Quella mostra, come detto, divenne realtà e molti furono gli artisti arrivati direttamente dalla frontiera nord americana del Bronx, segnando da lì in poi le sorti della futura scena italiana.

Il quarantesimo anniversario di Arte di Frontiera è oggi il pretesto per la curatrice Fabiola Naldi, da sempre interessata al percorso di Alinovi, per sviluppare FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024 progetto espositivo ospitato dal 13 aprile al 13 luglio 2024 nelle sale del MAMbo che si focalizza sul lavoro di 181 tra le migliori rappresentanze italiane dello Style Writing che, partendo dall’arte di frontiera, si sono spinte verso nuove possibilità di espressione che contemplano la pittura ambientale come un nuovo orizzonte.

Oggetto d’indagine della mostra sono i bozzetti esposti in 11 teche dislocati in diversi spazi del MAMbo (reception, foyer, mezzanino e primo piano), per un compendio di più di 40 anni di sperimentazione, azzardi vandalici, sfide stilistiche, amicizie e crew in grado di travalicare il confine territoriale della propria città di appartenenza unendosi a gruppi più ampi e internazionali.

– scorri sulle foto per sfogliare la gallery –

«Nel mondo della disciplina – spiega Fabiola Naldi – chi non è interno alla disciplina non si può occupare della disciplina e molti colleghi che se ne sono occupati spesso hanno fatto danni. Io non amo il writing su tela, ma se c’è una pratica che penso abbia senso trattare in un contesto museale è quella parte più intima e riflessiva che è quella del bozzetto che a volte poi finisce nella varie pratiche ufficiali o non ufficiali e a volte rimane lì come disegno. Allora mi sono detta che se i writer devono entrare in un museo lo devono fare proprio con il disegno che ha una storia e una tradizione secolare. Ho chiesto a tutte le persone coinvolte, quindi, di scegliere cosa mandarmi perché sono loro ad avere l’ultima parola su come il museo può istituzionalizzarli, anche per prendere le distanze da quei colleghi che hanno strumentalizzato la pratica nel corso degli anni».

A parte un video d’archivio della storica mostra Arte di Frontiera, presente nel foyer, tutto il resto è quindi inedito e gli stessi sketches sono stati donati al museo, con la possibilità dopo la fine della mostra di consultarli in biblioteca.

«Si parte all’84, – racconta Naldi – quindi da coloro che per me sono dei punti fermi dell’evoluzione dello stile in Italia. Poi c’è la generazione fondante, quella reale, quella propulsiva, invasiva, devastante, che è quella che dall’inizio degli anni 90, ha preso sì lo spunto dagli americani, ma andando oltre. Negli anni 90 lo style writing italiano non ha nulla da insegnare a quello europeo o americano, perché c’è una consapevolezza pazzesca, e c’è anche una forma di grande aggressività nello spazio pubblico. Poi ci sono quelli leggermente più giovani, tra i 28 e i 32 anni. E lì mi sono fermata, per una forma di tutela, perché andare troppo indietro con l’età significava dare alla questura la possibilità di riconoscere quelli che stanno dipingendo in strada oggi. E ce lo dobbiamo sempre ricordare, c’è molta della pratica legata al writing che riguarda questioni penali. Altra cosa da sottolineare è che tra i 181 bozzetti artisti della mostra solo otto sono donne, e su questo vale la pena riflettere». 

L’inaugurazione si svolge sabato 13 aprile 2024 alle h 16, con un set sonoro curato da NEU RADIO, media partner della mostra che poi andrà a costruire alcuni podcast con voci, racconti, memorie e approfondimenti. A precedere l’inaugurazione, nello stessa giornata di sabato 13 aprile 2024, alle h 15.30, si tiene la cerimonia di intitolazione a Francesca Alinovi del passaggio pedonale che inizia da via del Porto e attraversa il Giardino del Cavaticcio adiacente alla sede del museo. Dalle h 20, poi, si prosegue al TPO con la festa a ingresso gratuito The Sound of FRONTIERA 40, in collaborazione con Strictly Underground, con i dj set di DJ STYLE, ELLE P, CYPHER e LA PAZZ.

Accanto alla mostra, invece, dal 2 al 23 maggio 2024 in sala conferenze MAMbo, la seconda edizione di edizione di + PUBLIC – PROGRAM, un ciclo di incontri che partendo da alcune testimonianze o dalla presentazione di volumi recentemente pubblicati, hanno l’obiettivo di animare il dibattito sul ruolo dello spazio, sia pubblico che privato, e sulle varie espressioni urbane che lo attraversano (sotto il programma).

«Il writing – chiarisce la curatrice – non è provocatorio, ma si muove in una sua dimensione di autolegittimazione nell’occupazione degli spazi voluti o non dalle pratiche assolutamente istituzionali. Poi ci sono quelli che dipingono sui muri in maniera istituzionale e di quello dobbiamo parlare in un modo completamente diverso perché hanno un’accezione differente. Provocatoria può essere la street art, ma tra il writing e la street art ci passa in mezzo un mondo gigantesco, teorico-scientifico. Ma se c’è una disciplina, un movimento, un’avanguardia che nonostante le costrizioni politiche, economiche, amministrative non si fermerà è proprio quella del writing. You clean, I write. Questo è lo slogan. E questo sarà sempre così».


PROGRAMMA + PUBLIC – PROGRAM

2 maggio 2024 h 18 – “Tessuto urbano”. Ritualità e mitologie collettive nello spazio | Ettore Favini
9 maggio 2024 h 18 – Le pratiche e lo spazio invisibile | Nemo
16 maggio 2024 h 18 – Out of the Grid. Italian Zine 1978 – 2006 | Dafne Boggeri
23 maggio 2024 h 18 – Abitare il vortice. Come le città hanno perduto il senso e come fare a ritrovarlo | Bertram Niessen

Altre info e approfondimenti su frontiera40.com