La settima edizione del Pigneto Film Festival è ormai volta al termine. La manifestazione cinematografica organizzata e prodotta da Preneste Pop e Waldo Event Network ha accolto, dal 15 al 22 giugno, appassionati di cinema e curiosi nel quartiere più indie della capitale, il Pigneto. Per quest’edizione, una coppia di rappresentanti d’eccezione: la madrina Barbara Chicchiarelli, uno dei volti più talentuosi e interessanti del panorama cinematografico italiano degli ultimi anni, e il padrino Andrea Di Luigi, protagonista (come attore) nell’edizione 2021 del Pigneto Film Festival e della fortunata serie “Nuovo Olimpo” di Özpetek. Dedicato sia alla cinematografia italiana che internazionale, il PFF ha visto come protagonisti i filmmaker Ado Hasanović, Juan Diego Puerta Lopez, Margarita Bareikyte, Jaka Florjancic, Alan Marzo, e le loro rispettive crew, ognuna delle quali ha preso nome dalle principali vie del quartiere: Casilina, Dulceri, Fanfulla, Fortebraccio, e Prenestina.
Le cinque squadre in gara hanno avuto a disposizione 144 ore per immaginare e realizzare il miglior cortometraggio che avesse come tema: “L’ironia salverà il mondo”. Si tratta infatti di una delle poche rassegne cinematografiche in Italia del tutto gratuite e con lo scopo di proporre dei contenuti audiovisivi inediti, ispirati al quartiere romano e alla sua evoluzione negli anni. AA giudicare i cortometraggi in gara e a decretare i vincitori dei premi Miglior Corto (“Cinque Giorni” di Juan Diego Puerta Lopez), Miglior Interpretazione (Yonv Joseph in “It’s all about jazz” di Margarita Bareikyte), Premio Accademia Griffith (“It’s all about jazz” di Margarita Bareikyte), Miglior crew (Crew Fanfulla per “Portami a casa” di Ado Hasanovic) e Miglior Colonna Sonora (Emanuele Braga in “Water Meloni” di Alan Marzo), una giuria tecnica composta da Valeria Montebello, Edoardo Purgatori, Valentina Ramagli, Simone Isola, Alberto Crespi, Francesco della Calce, Diletta Parlangeli e Luca Vecchi.
Il Pigneto Film Festival, però, non è stato solo corti, documentari e proiezioni. I palchi del Cinema Aquila e Avorio hanno infatti ospitato talk con con registi e attori del calibro di Elio Germano, protagonista di “Palazzina Laf”, film diretto da Michele Riondino e proiettato al festival nella nuovissima sezione “Territori resistenti”, o di Giulia Innocenzi, giornalista che, con il suo documentario “Food for Profit”, ha messo in luce il filo che lega l’industria della carne, le lobby e il potere politico. Oltre alla settima arte, protagoniste di questa settimana sono state anche la letteratura contemporanea e la street art, con quattro incontri d’autore realizzati grazie alla selezione e al coordinamento artistico dello scrittore Mattia Zecca, e i walking tour a cura di Muri Lab ed Ecomuseo Casilino, alla scoperta dei graffiti di quartiere e dei luoghi simbolo del panoram cinematografico italiano.
Numerosi sono stati anche i fuori festival, tra cui: le esposizioni artistiche “Below the blue” di Henley Spiers e “Tornare alla vita” di Chiara Vannucchi, l’installazione “Tutti guardano tutti” di Cecilia Carmine e Maia Evangelisti, e la presentazione del libro “Disobbedienza Civile e Resistenza Climatica” di Ultima Generazione, che hanno reso omaggio al connubio tra cinema e altre forme di espressione artistica. Insomma, per una settimana il festival ha trasformato le vie del Pigneto in un laboratorio creativo a cielo aperto, riconfermandosi per il settimo anno di fila un appuntamento imperdibile per gli amanti del cinema e delle arti visive, con il suo impegno a promuovere la cultura indipendente e a valorizzare il quartiere, contribuendo a rafforzare il legame tra la comunità locale e le espressioni artistiche contemporanee.