Ad could not be loaded.

Gio Pastori

Armocromie 2.0

quartiere Piola

Scritto da Giada Biaggi il 12 ottobre 2020
Aggiornato il 17 novembre 2020

Foto di Vittorio Schiavo

Un cromoterapeuta. Un millenial. Un Gentiluomo. Questo e molto altro è  Gio Pastori, classe 1989, illustratore e collagista di punta della scena  dell’hype milanese (forse lo avete già sentito nominare in quanto membro del collettivo Motel Forlanini).  Il suo stile Chic-Ultrapop ha conquistato tutti da Armani alla Apple passando per Uniqlo, da Tiffany alle profumerie del centro passando per la musica; sue le firme degli artwork per Myss Keta, Mahmood, Calcutta & altri.

 

 

Il suo stile Chic-Ultrapop ha conquistato tutti da Armani alla Apple, da Tiffany alle profumerie del centro passando per la musica

 

Per la creazione delle tue opere quanto vieni influenzato dal quartiere in cui vivi/lavori ? C'è uno spunto urbanistico specifico della zona dal quale ha preso forma un tuo lavoro?

Vivo in Porta Venezia e ho lo studio in via fondo a via Porpora. Ultimamente ci vado a piedi, attraverso Città Studi tra edifici di Gio Ponti, Portaluppi, Gardella e altri. Noto che le geometrie di queste vie e lo stile di certe facciate, spesso ricorrono nei miei lavori. Sono nato proprio in questo quartiere 30 anni fa, sono emotivamente legato alla zona.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento (non necessariamente confacenti le arti visive)?

In questo momento guardo molto a Zenji Funabashi, Peggy Kroll Roberts, Lady Gaga, Francis Bacon.

Con quale colonna sonora di sottofondo ti vedi passeggiare per Via Porpora? E quanto è importante la musica per il tuo lavoro?

Orinoco Flow di Enya. Mentre disegno c’è sempre la musica che suona. Mi piace ascoltare web radio per non dover scegliere le tracce e scoprirne nuove, oppure fissarmi su un artista e ascoltare quello tutto il giorno.

Per bere un drink dove vai di solito nel quartiere? E per mangiare qualcosina in pausa pranzo?

Drink all Hemingway in via Vallazze, per sgranocchiare qualcosa consiglio i grissini del grissinificio Hedelweiss in via Teodosio mentre per mangiare vado spesso alla Noodle House in via Porpora.

Recentemente hai inaugurato una mostra a Spazio Martin; sito proprio a due passi dal tuo studio. Credi che in questo periodo spento di eventi anche gli artisti abbiano la possibilità di scoprire nuove vicinanze - e banalmente di riscoprirsi nella città?

Ho iniziato a godermi un po di più lo spazio in cui lavoro, a partire da quest’estate; questo periodo di slow-down offre senza dubbio più possibilità di situazioni di condivisione spontanee e intime.