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Giulia Restifo

that's contemporary è la mappa più efficiente dell'arte contemporanea a Milano, ecco chi c'è dietro e come funziona

Scritto da Rossella Farinotti il 28 novembre 2016
Aggiornato il 23 gennaio 2017

Sono oramai cinque anni che that’s contemporary segue, mappa e racconta le mostre e i personaggi che a Milano trattano l’arte contemporanea. Cinque anni di evoluzioni, un lavoro continuo, cambiamenti, passaggi di parole e azioni. Oggi la piattaforma web, insieme alla app (that’s App), è un riferimento imprescindibile per scoprire cosa fare a Milano nel circuito dell’arte, e rilancia un nuovo sito con ampliamenti contenutistici e geografici. Ci sarà una nuova sezione around, che coprirà nuove città e territori oltre Milano, e che funzionerà al tempo stesso come strumento di networking per tutti i luoghi e le entità inserite al suo interno. E poi ci sarà una sezione focus che offre diversi format di approfondimento. Per farlo that’s chiede ora sostegno a chi la voglia appoggiare attraverso la piattaforma di crowdfunding BeArt.
Abbiamo intervistato la direttrice di that’s, fondata insieme a Francesca Baglietto e Andrea Amato: Giulia Restifo.

2_ www.thatscontemporary.com

ZERO: per prima cosa raccontaci di BeArt
BeArt è stata più di una piattaforma di crowdfunding per l’arte, è stato un supporto in ogni fase del lancio della campagna. Dallo stimolo a partecipare – la prima idea di lanciarci con il crowdfunding è stata di Rossella in realtà! – all’ideazione della campagna, alla definizione delle ricompense: dai semplici aggiornamenti ai cocktail con artisti, alle consulenze per i collezionisti e le gallerie. Jessica Tanghetti, Mauro Mattei e Giorgio Bartoli, fondatori di BeArt, in poco più di un anno di attività hanno saputo selezionare progetti interessanti su scala internazionale e seguirli tutti e bene. Lanciano proprio oggi il loro sito nuovo!

1_ Be part of That's contemporary

Giulia, mi rendo conto adesso che sono cinque anni che tu e la tua squadra di donne – perché, a parte Andrea, that’s è sempre stata composta da ragazze, compresa la tua co-fondatrice Francesca – siete in giro per Milano tra mostre ed eventi senza posa, per mappare le gallerie, i musei, gli spazi indipendenti, le situazioni che parlano di arte contemporanea a Milano. Come è nata l’idea? Perché avete scelto Milano? Ti sembra che, dopo 5 anni, that’s possa essere un punto di riferimento per la città?
È vero, effettivamente siamo state quasi tutte donne, e Andrea Amato è un grande mediatore! È vero anche che siamo sempre in giro, guardiamo tantissime mostre e amiamo Milano. That’s è nato perché ci siamo rese conto di quanta attività, passione, iniziative di arte contemporanea la città offrisse. Milano è una città in cui il privato si costituisce in tante forme, dalla fondazione, alla galleria allo spazio no profit al gruppo indipendente ma di certo non smette mai di essere attivo e propulsore di novità. C’era e c’è ancora uno scollamento tra il sistema degli eventi – o comunque con un pubblico di curiosi e neo collezionisti – e il sistema dell’arte, mentre crediamo che sia importante identificare nuove figure interessate all’arte per supportare il sistema stesso. Le soddisfazioni sono state tante, il fatto che ci seguono 30000 utenti unici al mese ci fa sentire utili e il fatto che abbiamo creato un modello di supporto all’arte esportabile.

9_ That's awards, your personal tour in Porta Venezia, Milan

Ora that’s contemporary ha un ufficio, un luogo di riferimento dove lavorare insieme. Cosa vi ha portato a prendere questa decisione? Come avete trovato lo spazio?
That’s è nato in modo indipendente e “sprovveduto”, dai soldi della laurea miei e di Francesca: abbiamo ben pensato di creare il sito invece di farci il classico viaggio. Siamo stati ospiti per 2 anni di DOCVA Careof Viafarini dove abbiamo imparato tanto sull’esperienze in network e sull’incubazione e supporto ai progetti. Poi siamo stati in uno studio di comunicazione, Itaca Comunicazione, dove abbiamo dialogato tanto con la direttrice Simona Pisanello e la digital strategist Gaia Elena Pucci su cosa serve oggi per comunicare e raggiungere i target mirati che i nostri interlocutori, spazi fisici e persone, vogliono raggiungere. Oggi avevamo voglia di una organizzazione più strutturata e siamo in uno studio nostro in Corso Buenos Aires 23 (al centro di uno dei poli artistici di milano). Lo spazio è grande e lo convidiamo con lo studio di art direction di Andrea, Tipi Blu, due studi di architetti, Carolina Medici e Andrea De Matteis,e l’artigiano ricamatore Luca Sala. Al momento lo usiamo come ufficio e per appuntamenti però se ci scrivono siamo felici di aprirlo per incontri e non escludiamo di creare eventi, sicuramente faremo un opening!

IMG_3516 (1)

Ci sono stati dei cambiamenti all’interno della vostra struttura. Ci racconti le persone con cui hai lavorato negli anni? Chi è rimasto al tuo fianco?
Ognuno di noi ha dato il suo apporto. In primis Francesca Baglietto che ha fondato con me il progetto e che ha dedicato la sua tesi di dottorato alla pratiche curatoriali in ambienti collaborativi che è l’anima con cui è nato that’s. Andrea Amato è l’art director ma anche di più perché occupandosi primariamente di cultura ed editoria ci confrontiamo sempre su tutto. Interviste ad artisti emergenti, con Simona Squadrito prima e Elisabetta Rastelli ora, che si sta occupando della ricerca di artisti e spazi su territorio nazionale. Elisa Lemmo con la sua energia propulsiva e gioia di scoprire. Veramente siamo veicolati in tanti: Elisabetta Bolasco, Luca Piatto, Francesca Gobbo. Ora siamo su una nuova linfa e voglia di crescita, stiamo collaborando giornalemente con Jessica Tanghetti per lo sviluppo e l’internazionalizzazione dell’azienda (lei vive tra Londra e Milano e oltre ad essere fondatrice di BeArt, si occupa di investimenti in arte) ed è la figura che mancava per dare organicità all’azienda. Martina Grendene, che ha lavorato tanti anni in galleria e fa art advisorying per collezionisti, si sta occupando di una nuovissima parte di creazione di aventi per aziende creati insieme a spazi di arte contemporanea. Valentina Briguglio, critica, con cui stiamo scrivendo il Libro That’s Milano, sta impostando le linee guida per la redazione e tu Rossella Farinotti, grandissima conoscitrice di Milano e da sempre consulente di That’s!

Case Sparse Finissage 2015
Case Sparse Finissage 2015

Oltre a mappare gli spazi e le gallerie, “that’s” si è negli anni ampliato. Avete creato dei progetti ad hoc per realtà particolari; avete partecipato a fiere – penso a Miart – per testimoniare ciò che accadeva; The Art Pacemaker era un progetto divertente; e poi The Witness, dove curatori e artisti si passano il testimone su instagram. Come nascono questi progetti? A chi li proponete?
Abbiamo sempre cercato di pensare ad eventi che creassero interesse e generassero connessioni tra gli spazi e le persone. Come dicevo prima ognuno apporta il suo contributo. Ora con la nuova organizzazione stiamo cercando di strutturarci mantenendo tre macro direzioni: da una parte approfondire, entrare nel cuore dei progetti per raccontarli (nel mentre ho ultimato un master in storytelling), come con i casi della Valle Camonica e Nova Milanese; dall’altra coinvolgere aziende nell’investimento in arte – stiamo avviando ora i primi dialoghi. Last but not least, suggerire percorsi di visita al nostro pubblico fuori da Milano. Stiamo iniziando a conoscere ed identificare realtà interessanti fuori.

Case Sparse 2016
Case Sparse 2016

L’anima di that’s contemporary sei tu: quando mi racconti le tue giornate è incredibile pensare quanto tempo riesci a dedicare al sito, e con quanta passione lo fai. Per non parlare degli artisti che segui e che appoggi, dei curatori etc. Come fai? L’arte che posto ha nella tua vita?
Non so se veramente vorrei questa domanda, ahah, perché penso di aver trovato le persone con cui voglio continuare questa avventura e per me esiste solo con loro. Ma se me lo chiedi proprio, come tutti noi ho avuto momenti di alti e bassi e in un momento di bassa (che credo sia utilissimo nella vita), mi sono chiesta qual è il senso del mio essere al mondo. Mi sono risposta che vorrei diffondere la cultura e vorrei creare integrazione tra l’arte e la vita quotidiana perché semplicemente penso che senza cultura siamo fregati e che l’arte contemporanea, parlando con una sensibilità speciale dei nostri tempi, sia uno degli strumenti più preziosi che abbiamo per sviluppare un pensiero critico individuale e mantenerci forti rispetto a quanto uno o l’atro ingranaggio del sistema dice di fare.

Sei in uscita con un nuovo progetto. Un libro. Ce lo racconti?
Finalmente! Aspettavo questa domanda, ho fatto un incontro con Valentina Briguglio un giorno e abbiamo scoperto di avere entrambe un progetto in cantiere da anni molto molto simile. Fare un punto editoriale su Milano. Scrivere un libro / guida sull’arte contemporanea della città di Milano. Ovviamente in itinere il progetto si è definito ed è diventato una guida scritta con le persone dell’arte per un pubblico di non solo addetti ai lavori ma di curiosi che intendono approcciarsi al nostro mondo. Quindi anche l’ordine dei capitoli del libro è fatto seguendo un nostro criterio di avvicimamento progressivo all’arte. Tutto e subito rischia di essere un boomerang, step by step è un’altra cosa. Del libro fanno parte anche Andrea Amato che sta facendo un progetto grafico incredibile, un racconto per immagini della fotografa Serena Clessi e il nostro editore Giorgio Tarantola che ci segue come un padre, bravissimo!

Ora veniamo a Milano che, vista da una super siciliana come te, è forse ancora più interessante. Quali sono i posti dove vai quando esci? A bere – a parte Carlo e Camilla, dove andiamo insieme – e a mangiare?
Ahaha sai che i vizi culinari sono il mio punto debole! Ti faccio qualche nome dei miei posti preferiti: Bar Jamaica, Dry Cocktail&Pizza, Zazà Ramen, Il crepaccio, Bar Basso, Love, The Small, Pisacco, 1930 (speak easy), Lacerba, Pinch. Per mangiare pesce vado da un Sardo, non ci crederai mai, Vento di Sardegna.