L’abbiamo capito ormai tutti che il gin è il distillato che spadroneggia sull’odierna scena alcolica italiana. Una riscoperta che ha coinvolto appassionati o meno e che ha avvicinato nuove persone a questo mondo, grazie anche a nuovi prodotti di qualità 100% italiani. Come il Gin Piùcinque, nato dalla passione per il buon bere di tre giovani ragazzi vicentini, Antonio, Filippo e Giacomo, che in questa chiacchierata ci spiegano meglio come è nato il loro progetto. Un gin elegante, raffinato che noi di Zero abbiamo avuto modo di assaggiare durante la Milano Design Week al Morgante Cocktail&Soul, per il progetto Secret Bar da noi curato. Un Martini Cocktail che non dimentichiamo e che vorremmo riprovare al Gin Day.
Potete presentarvi presentarti? Chi c’è dietro Gin Piùcinque? Come vi siete conosciuti?
Siamo tre amici Antonio, Filippo e Giacomo e lo siamo da una vita. Ognuno di noi ha una propria professione, molto lontana dal mondo degli spirits, ma la passione che ci lega a questi prodotti ci ha permesso nel luglio 2015 di partire con il progetto Threespirits di cui gin Piùcinque è l’etichetta d’esordio.
Abbiamo da sempre condiviso la passione per il bere bene, la convivialità e anche il desiderio di costruire e intraprendere. Fondare Threespirtis ne è stata la naturale conseguenza.
Da cosa è nata la passione per la distillazione che vi ha spinto in questa avventura? Avete sempre lavorato nel mondo degli spirits?
La passione per il gin è nata durante il periodo universitario a Milano. Al tempo non c’era nessun gin italiano e così ha preso sempre più piede nelle nostre menti l’idea di creare un gin che, distillato con botaniche italiane, riflettesse il nostro gusto.
Nessuno di noi aveva però una conoscenza tecnica della distillazione e tanto meno aveva mai lavorato in questo mondo. Per questo motivo abbiamo iniziato a documentarci e grazie alla collaborazione con Giacomo Diamante di ENJOY! Artigiani del Bere e Carlo Quaglia dell’Antica Distilleria Quaglia abbiamo creato la ricetta di questo gin.
Raccontateci un po’ di più circa questo progetto: quando nasce, da quale intuizione e qual è la sua filosofia.
L’idea era quella di creare un gin dal gusto deciso e persistente che, come i grandi classici, riuscisse a oltrepassare le mode per resistere nel tempo.
Volevamo un gin trasparente e di qualità. La trasparenza ha rappresentato un po’ il filo conduttore di quest’avventura: niente è segreto nella produzione di Piùcinque tanto meno le botaniche che, anzi, sono tutte direttamente serigrafate sulla bottiglia.
Questo è un ottimo momento per il gin italiano, come il vostro. Dove e come viene prodotto? Come scegliete gli ingredienti e da dove provengono le botaniche? Che tipo di gin è Piùcinque?
Gin Piùcinque viene prodotto in Piemonte a Castelnuovo don Bosco dall’Antica Distilleria Carlo Quaglia, distilleria che ha saputo interpretare perfettamente la nostra idea di gin.
Le botaniche scelte per la produzione sono 10 e sono tutte di provenienza italiana. Quelle che probabilmente connotano e caratterizzano maggiormente Piùcinque e ne esprimono fino in fondo l’italianità sono bergamotto e salvia che insieme ingentiliscono e rinfrescano l’intenso apporto balsamico rilasciato dal ginepro selvatico.
Come ci consigliate di gustare il vostro gin? In miscelazione dove trova la massima espressione?
Sicuramente il gin va bevuto miscelato. Proprio per questo nella creazione della ricetta abbiamo chiesto aiuto a Giacomo (Diamante), volevamo un prodotto che si esprimesse sempre al suo meglio e, fortunatamente, lo abbiamo ottenuto. Piùcinque è adatto a realizzare i classici cocktail costruiti su ghiaccio come il Gin Tonic ma si esprime altrettanto bene se shakerato o stirrato per un Martini.
Giacomo opta sempre per un Fernet Collins con Piùcinque, Antonio per un Negroni Piùcinque e Filippo per un grande classico che esalta al massimo le doti del nostro gin, il Martini Cocktail.
Molto particolare è il vostro packaging: come è nato?
Volevamo che il packaging rispecchiasse proprio quell’idea di trasparenza e semplicità dalla quale siamo partiti. Da qui la trasparenza del vetro che mostrasse il distillato in tutta la sua limpidezza e le botaniche serigrafate senza rendere segreta la composizione.
Anche il nome Piùcinque rispecchia questo pensiero. Non volevamo inventarci alcuna storia per rendere interessante il nostro prodotto, volevamo che si esprimesse da solo nel momento dell’assaggio, pensa che all’inizio non volevamo neppure dargli un nome ma alla fine abbiamo optato per +5 come da indicazione della versione che più ci ha entusiasmato in fase di produzione.
Come vi spiegate il boom che sta vivendo attualmente questo distillato? Qual è ad oggi la fortuna del gin?
Il gin da sempre è stato un distillato popolare che in più si presta eccezionalmente ad essere miscelato. La fortuna odierna viene soprattutto dall’ampliamento dei disciplinari di produzione, cosa che ha permesso a molti di realizzare gin dalle aromatizzazioni estreme che seppur a volte lontane dai classici sono state capaci di colpire anche i gusti più difficili e raffinati.
Inoltre oggi grazie al dirompente fenomeno della mixology, gli addetti ai lavori stanno riuscendo ad avvicinare un pubblico sempre più vasto e giovane al gin. Questo ne determina chiaramente un aumento di popolarità, che a sua volta ricade su chi come noi ha deciso di scommettere su questo prodotto, creando il proprio gin.
Che consigli dareste a chi vuole seguire la vostra stessa strada?
Non possiamo che consigliare a tutti di intraprendere una strada imprenditoriale legata alle proprie passioni. Crediamo che non ci sia cosa più bella di realizzare un prodotto con i propri amici.
Da non sottovalutare però è l’importanza di avere in mente un progetto chiaro a medio-lungo termine, tenendo conto delle esigenze finanziarie ed organizzative che sorgeranno durante il cammino. Una start up purtroppo non è cosa facile ed il gin su questo non fa eccezione, ma il divertimento è assicurato.
Progetti per il futuro? Ci dobbiamo aspettare anche altri prodotti?
Per il momento ci concentriamo a sviluppare e consolidare Piùcinque, quanto questo avverrà probabilmente metteremo in cantiere altri prodotti. Le idee non mancano questo è certo.
Tre gin che portereste sulla luna.
Senza nominare Piùcinque sicuramente un grande classico come Gordon’s, un nuovo grande classico come Sipsmith e qualcosa di più moderno come il Ferdinand. Insieme porteremmo anche ghiaccio e tonica, perché un buon Gin Tonic non guasta mai!
Rimedio per una sbronza?
Bere Piùcinque ovvio! Scherzi a parte forse un Bloody Mary o, per continuare a parlare di Gin, un Red Snapper. Ma te lo dobbiamo confessare, ormai ci avviciniamo tutti e tre al giro di boa dei trent’anni e forse non abbiamo più il “fegato” di una volta.
Cosa ci aspettiamo da questo Gin Day?
Di riabbracciare i clienti che già utilizzano con successo il nostro prodotto e farlo assaggiare a più gente possibile. E non dimentichiamoci naturalmente… di bere qualche Gin Tonic.
Leggi le altre interviste ai produttori italiani di gin: Gin Major, Fred Jerbis, Z44.