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Lorenzo LSP

Più di 25 anni di clubbing alle spalle, un garage e un stanza piena di vinili, una passione per il vogueing e un cocktail bar da portare avanti. Con Lorenzo Lsp storico dj house italiano abbiamo parlato di Torino, di Milano e di notte.

Scritto da Emanuele Zagor Treppiedi il 11 dicembre 2015
Aggiornato il 23 gennaio 2017

Se hai dei bei ricordi legati all’house music è perché hai sicuramente incontrato Lorenzo LSP. Originario di Torino ma da sempre basato anche a Milano è dj da 25 anni e ha vissuto il massimo splendore del clubbing italiano; ora si occupa della direzione artistica e della comunicazione del suo locale il Blanco che venerdì 16 dicembre festeggia 8 anni di attività. Per iniziare bene i festeggiamenti abbiamo fatto due chiacchiere con Lorenzo in un’intervista fiume in cui abbiamo parlato di notte (con anche momenti storici legati a Notte Italiana), di Torino, di Milano e ovviamente di divertimento.
Per una lettura più scorrevole consigliamo di leggere l’intervista ascoltando questo mixato di Lorenzo del 1996 al mitico Crossover.

ZERO – Chi sei? Cosa fai? Perché sei qui? Da dove vieni? Quando sei nato? Dove Vivi?
Lorenzo LSP – Lorenzo LSP (acronimo di Latin Superb Posse) faccio il DJ da una vita e ora mi occupo della direzione artistica e della comunicazione del Blanco a Milano, locale di cui sono socio dalla sua apertura, proprio in questi giorni 7 anni fa. Vengo da Torino classe ’65, precisamente 4 giugno 1965, sono residente a Torino e domiciliato a Milano.

Lorenzo LSP in contemplazione davanti alla sua collezione di vinili
Lorenzo LSP in contemplazione davanti alla sua collezione di vinili
 
Un pregio e un difetto di Torino e un pregio e un difetto di Milano.
A Torino una certa reticenza a esprimere le proprie idee e progetti, a Milano un’eccessiva esuberanza nel esprimere le proprie idee e progetti.

È divertente fare il dj?
Sì parecchio ma ciò non toglie un certo impegno.

Quando hai capito che la musica era la cosa fondamentale per la tua vita?
L’ho capito sin da adolescente quando risparmiavo i soldi della paghetta per comprarmi un 12” pollici. Da lì la musica è sempre stata una parte fondamentale, capace in alcuni periodi di sublimare altre mancanze.

Lorenzo Latin Super Posse, filtro vintage
Lorenzo Latin Super Posse, filtro vintage
 Perché la sigla LSP?
Fu un’idea mia e di Roberto Spallacci (ideatore poi di Xplosiva e di Club to Club, ndr) quando nel 1986 decidemmo di fare una one night focalizzata sui suoni black; quindi rap rare groove e la prima house music. LATIN perché latini SUPERB come un forte vezzeggiativo POSSE perché dall’animatrice al pr, passando per il door selector erano in realtà tutti nostri amici e quindi con quel senso del gruppo/banda che nel black sound era individuato come una “posse”.
 
Lorenzo LSP, Roberto Spallacci e il leggendario Leigh Bowery allo Studio Due di Torino
Lorenzo LSP, Roberto Spallacci e il leggendario Leigh Bowery allo Studio Due di Torino
 
Com’era Torino a quei tempi? E invece che ci dici di Milano? Che serate c’erano in entrambe le città?
A Torino in quel periodo c’eravamo solo noi allo Studio Due con la one ­night “Pop Planet”. Prima c’erano il Tuxedo e il Big, due locali che frequentavo all’inizio: nel primo suonava come dj Roberto Spallacci nel secondo dj Mixo ora famoso speaker radiofonico. Tuxedo e Big furono fondamentali per la mia crescita.
A Milano il mitico Plastic e gli altrettanto mitici Luciano e Judith Frankland (organizzatrice della serata oltre che iconico personaggio dell Londra dei primi anni 90, presente anche in Ashes to Ashes di David Bowie) con diverse one ­night in location varie. Il mio debutto sulla scena meneghina fu proprio con loro il venerdì sera al Le Cinemà nel 1993 per la one night Pussy’s Galore dove suonavamo io Claudio Coccoluto e Claudy­-O. Entrambe le città erano molto vive si usciva spesso durante la settimana per andare in un club o per andare a vedere un concerto o anche solo a bere qualcosa.

Lorenzo LSP e Claudio Coccolouto che cercano di entrare in TV nel set fotografico della serata Pussy's Galore di Milano
Lorenzo LSP e Claudio Coccolouto che cercano di entrare in TV nel set fotografico della serata Pussy’s Galore di Milano
 
POP PLANET Torino meets PUSSY GALORE'S Milano
Lorenzo LSP che si diverte al Pussy's Galore a Le Cinemà con Judith Frankland
Lorenzo LSP che si diverte al Pussy’s Galore a Le Cinemà con Judith Frankland
Oggi invece Torino è sempre orientata all’underground e Milano al consumo?
Torino è underground a prescindere e il livello musicale è sempre molto alto ma anche Milano dopo un periodo un po’ difficile sembra davvero vivere una nuova prospettiva. Per quanto riguarda invece la scena “gay oriented” Torino è tristemente al paleolitico mentre Milano ha saputo migliorarsi e differenziare le offerte.
 
Oltre a Milano e Torino tu sei stato parte di un movimento di dj che ha girato tutta l’Italia a suon di house music, ci racconti un po’ quel periodo, i locali che più ti hanno emozionato e quelli che secondo te hanno segnato la storia della notte italiana?
Mi stai chiedendo di raccontarti 30 anni di clubbing italiano è davvero difficile ; posso elencarti in ordine sparso i più significativi per me se però vuoi tagliarli non mi offendo però tutti o nessuno… Studio Due, Cocoricò, Ethos Mama Club, Kinky, The Base, Colazione da Tiffany, Mazoom, Angels of Love, Kama Kama, Crossover, Underground City, Pervert, Dok Show, Syncopate, Gay Village e le recenti Savana Potente e Qlab.

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Come vedi il clubbing oggi e nel futuro? Quali sono le situazioni di Milano e Torino (ma anche d’Italia) che segui?
Credo che si andrà incontro a una maggiore collaborazione com’è stato con il Social Music City quest’estate a Milano dove tre tra i più significativi clubs si sono messi insieme per creare degli eventi. Nei club invece ho notato che non ci si focalizza più solo sul dj guest ma su tutti i fattori che possono rendere una one­ night speciale. A Torino seguo ovviamente Savana Potente ma anche Marcelo Tag e i ragazzi di We Play The Music We Love stanno facendo un ottimo lavoro.

Dopo tanta notte hai deciso di entrare in società per il Blanco che è un cocktail bar, come mai? Chi sono le altre persone che gestiscono con te il locale? Cosa facevano gli altri soci del Blanco Milano? Avevano altri locali? Come vi suddividete i ruoli? E come funziona il vostro lavoro?
Fondamentalmente dopo 25 anni, non dico di egemonia, ma di una certa stabilità del movimento dei dj house italiani che citavi prima, vi è stato un turn­over assolutamente legittimo quindi impegnarmi in un altro progetto (non così distante) mi ha permesso di trovare nuova energia e di continuare a fare il dj dove posso suonare senza compromessi. Il Blanco nasce a Formentera dall’intuizione e capacità manageriale del mio socio Fabio Covizzi che interpellò me, Luca Arena e Loris Piga per crearne una versione “metropolitana” a Milano. In un secondo tempo Francesco Giove che con me gestisce buona parte delle problematiche quotidiane e il fotografo di moda Adriano Russo sono diventati nostri soci. Credo che l’incontro tra me e Fabio sia stato fondamentale per il locale essendo lui grande conoscitore del mondo della moda ed io nel mio piccolo della nightlife milanese, mondi che spesso si intersecano e che hanno trovato nel Blanco un posto piacevole dove incontrarsi.

Tutti i soci del Blanco meno uno
Tutti i soci del Blanco meno uno
 
Ci racconti la tua giornata?
Mai una è uguale all’altra. Però che nella prima parte della settimana si svolge con orari quasi da ufficio e la gestione di aspetti organizzativi del locale mentre dal giovedì alla domenica, tra serate al Blanco e/o nei locali, inizia difficilmente prima delle 13.00. Per quanto riguarda la musica tendo a ricercarla e sentirla di notte per una maggiore concentrazione.

Immagino che prima di occuparti del Blanco ti dedicavi solo alla musica, ma prima della musica (o in concomitanza) cosa facevi nella vita?
Bei tempi! Vivevo a Torino sentivo musica ancora musica uscivo con i miei amici si cenava in giro e poi dormivo, parecchio.

E se non fossi un dj e socio di un locale cosa ti piacerebbe fare nella vita?
Credo di non essere un creativo puro ma che la mia capacità sia nell’assemblare il lavoro/messaggio dei veri artisti in una maniera personale che esalti o indichi un concetto e/o una direzione; infatti mi ritengo un dj selector e non un dj producer. Quindi scrivere su una rivista musicale mi sarebbe piaciuto anche fare lo stylist e riuscire a creare un concetto come ha fatto Ray Petri con il movimento “Buffalo” non mi sarebbe dispiaciuto affatto. Tra l’altro proprio l’anno scorso gli abbiamo dedicato al Blanco una mostra/tributo con le foto di Lorenzo Marcucci curata da me e Riccardo Slavik.

Invece quando cazzeggi a casa cosa fai? Cucini? Giochi ai videogiochi? Se stai su internet quali sono i tuoi siti preferiti?
Dormo un sacco, mangio, bevo e su internet guardo riviste, cosa succede a Londra e competition di vogueing. In TV solitamente programmi o talk show di informazione.

Lorenzo Lsp nel suo soggiorno di Torino  un capodanno che non ricorda
Lorenzo Lsp nel suo soggiorno di Torino un capodanno che non ricorda
 
Qual è la tua zona preferita di Milano?
Sono un ragazzo di Porta Venezia guidato dalla brama e mosso dall’inerzia. (cit. M¥SS KETA)

Il Blanco è il tuo ufficio? Hai un ufficio? C’è un locale di Milano dove ti ritrovi per riunioni o appuntamenti di lavoro?
Il Blanco è il mio posto di lavoro e sopratutto in primavera ed estate che si può lavorare fuori è davvero bello perché quella piazza è bellissima. Molte idee però nascono dal vivace brainstorming che prende corpo in una affascinante casa in Panfilo Castaldi.

L'esterno del Blanco in primavera
L’esterno del Blanco in primavera
 
Oltre al tuo locale, dove vai a bere? Qual è il tuo cocktail bar preferito? E il tuo drink?
Come puoi immaginare non vado molto in giro per aperitivi o cocktail bar. Quando in passato venivo a Milano ero murato al “Pacino” dove Toni e quella splendida persona che era Daniele Trezza (R.I.P.) erano impagabili padroni di casa. Ora sia per vicinanza che per affinità vado al Lecco o all’Eppol e in tarda notte al Tropical Island. Non bevo molti cocktails ma l’Americano è il mio preferito, altrimenti vino bianco, prosecco o ahimè hierbas.

E invece qual è il tuo ristorante preferito? E il tuo piatto?
Adoro il cinese Mong Kok, Lon Fon e Mandarin 2. Mi piace molto il Delicatessen, il sardo Baia Chia e l’Osteria 55 che penso sia il miglior vegetariano in città. Il mio piatto preferito da buon piemontese sono le acciughe.

Dove compri oggi i dischi? Cosa compri? Quanti dischi hai?
Non compro più dischi da un paio d’anni ma compro file e suono principalmente il nuovo su chiavetta ed il vecchio su vinile, ho a Torino un garage e una stanza colmi di vinile. Compro di tutto, musica da ascoltare nel tempo libero, tracce per il Blanco dove tendo a suonare i nuovi suoni che mi piacciono ma diversi da quello che propongo nei club e poi tracce per il mio lavoro da dj.

E in generale dove vai a fare shopping?
Wok, Antonioli, Frip, Vivienne Westwood, Rick Owens…

THE BASE Milano LSP

Tra l’altro nel 2001 hai collaborato con Neil Barret per la colonna sonora della delle sue sfilate, come vi siete conosciuti?
In realtà ho avuto il privilegio di collaborare con Neil Barrett ed il suo fantastico team dal 2001 fino al suo decimo anno di attività ed è stato per me una incredibile esperienza. Ogni sfilata un parto ma anche una gran soddisfazione. Creare musica per il suo show è stato davvero eccitante poi lui è inglese e quindi andava a nozze con il mio background musicale. Mi ha introdotto a lui Marcella Fizzotti con cui lavoravo al The Base e mia grande amica. Non so se è un gran clubber ma sicuramente è attento alla musica e alle nuove sonorità.

Oltre alla musica hai altre passioni? (sport, cucina, arte, teatro, cinema, poker…)
Moda fotografia informazione viaggi cibo vogueing e bate cabelo.

Qual é il club che preferisci a Milano e perché? E quello invece che non ti piace per niente e perché?
In questo periodo di rinascita sono davvero molti i locali che stimo per coerenza e programmazione sarebbe ingiusto elencarne uno solo. Quello invece che non mi piace è quello chiuso con i sigilli per ragioni che spesso non dipendono dalla proprietà del locale.

Dopo il club: after, casa, baracchino, night…?
Be’ dipende… però devo ammettere che anche quando non ci lavoro avere il Botox (l’after del Q21 tra sabato notte e domenica mattina ndr) a pochi isolati mi tenta sempre.

Lorenzo Lsp in forma smagliante dietro la consolle dell'after Botox by LaMessa
Lorenzo Lsp in forma smagliante dietro la consolle dell’after Botox by LaMessa
 
Il dj milanese che ti piace di più? E quello torinese?
Anche in questo caso devo risponderti che ho la fortuna di conoscere e collaborare con davvero parecchi bravi dj. Alla stessa domanda 20 anni fa senza dubbio ti avrei risposto Nicola Guiducci che è stato il mio primo dj mito e da cui ho imparato un certo eclettismo musicale, e anche oggi è lui. Ricordo ancora quando veniva a suonare al Tuxedo a Torino e alternava due copie uguali di “Buffalo Gals” di Malcom Mc Laren per mezz’ora. A Torino i dj di Savana Potente, ovviamente, e in particolare Claude.

SAVANA POTENTE Torino

Qual è il party più fico a cui hai partecipato?
Il prossimo…

Se avessi un budget illimitato che party organizzeresti?
In un momento dove tutti si riempiono la bocca con il Burning Man io invece vorrei organizzare una precisa e fedele copia di Glastonbury magari nella Pianura Padana. Sono stato qualche anno fa ed è una vera esperienza di vita e poi che line­ up incredibile. Stivali di gomma per tutti!

Sei fidanzato? Sposato?
Fidanzato da 20 anni.

Vi siete conosciuti a una festa?
Una sera dopo una lunga serie di feste mi sono dichiarato all’after in Spagna.

Il regalo più bello che ti fa fatto? Quello che gli hai fatto tu?
Io aspetto ancora la giacca armatura “Time Machine” della Westwood, io a lui ho donato il cognome LSP!

Chi è il ragazzo o la ragazza più bella del Blanco?
Sicuramente Asia ne sono convinto ma se dicessi diversamente domani avrei una vertenza sindacale sul tavolo!

Asia
Asia
 
Chi viene al Blanco? Raccontaci il tuo pubblico.
Un po’ di tutto, dipende dalle serate che sono differenti l’una dall’altra. Molte persone legate alla moda, creativi, freaks, clubbers ecc…. Io cerco di collaborare con realtà diverse organizzando eventi, mostre e naturalmente molta importanza va alla musica. Il Blanco è un piccolo laboratorio, una factory anche grazie a un piccolo solido gruppo di collaboratori e lo staff che sono la mia piccola famiglia.

Al tuo locale capitano situazioni promiscue? Ci racconti quella più divertente che hai visto?
Promìscuo agg. [dal lat. promiscuus, der. del tema di miscere «mescolare»]. – 1. Misto, indistinto, costituito dalla mescolanza di cose diverse: società p., formata da persone diverse per condizione o per provenienza etnica; matrimonio p., contratto fra persone di diversa razza o religione; scuola p., classe p., maschile e femminile insieme.
Se per promiscuo intendi ciò che è descritto dal vocabolario Treccani direi che è nel nostro DNA. Per vedere una cosa davvero divertente aspetto il 5\1\2016 quando Riccardo Slavik AKA The real Lady Stretch suonerà back to back con Claudio Twilo AKA Cha Cha Bebelogiko in drag per Fondazione Diskopolitan proprio nel giorno della befana. Ah ah non vedo l’ora!

Riccardo Slavik e Lorenzo Lsp
Riccardo Slavik e Lorenzo Lsp
 
Ti sei mai trovato in situazioni promiscue?
Ogni volta che vado al party Horse Meat Disco a Londra, e ci torno il primo gennaio!

Ti hanno mai stalkerizzato?
No no, mai.

Qual è la cosa più matta che hai fatto nella tua vita?
Aprire il Blanco.

Malcom Mc Laren con World Famous Supreme Team Show nel periodo dell'album "Duck Rock" con vestiti e cappelli di Vivienne Westwood
Malcom Mc Laren con World Famous Supreme Team Show nel periodo dell’album “Duck Rock” con vestiti e cappelli di Vivienne Westwood
 
Chi è il tuo eroe e perché?
Malcom Mc Laren & Vivienne Westwood perché hanno creato con il punk ma sopratutto con l’album “Duck Rock”, le collezioni “Witches” e “”Nostalgia of Mud” un concetto, un movimento che unisce moda, musica, arte (la collaborazione con Keith Haring) e che ha forte radici nella sottocultura urbana e nella strada, che è poi quello che ricerco nella mia musica.