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Ugo Fava

«Durante l’Università facevo il PR per le discoteche per guadagnare qualche soldo. Dopo due corsi di specializzazione in Bocconi (fatti per avere la scusa in famiglia di poter continuare a lavorare nei locali) il lavoretto è diventato una professione, che nel tempo si è trasformata in quella dell’imprenditore»

Scritto da Simone Muzza il 30 maggio 2016
Aggiornato il 19 giugno 2017

Ugo Fava

Il 9 giugno Le Biciclette compie 18 anni: un traguardo importante, che festeggiamo intervistando il suo proprietario Ugo Fava, nato a Milano nel 1965.
In questa intervista Ugo ci racconta del locale di via Torti e di tutti gli altri, ripercorrendo le tappe della sua carriera. O scalata se preferite, usando il linguaggio della montagna, a lui molto cara.

ZERO: Come ti sei avvicinato al bar? Ci puoi raccontare la tua storia professionale?
UGO FAVA: Durante l’Università facevo il PR per le discoteche per guadagnare qualche soldo. Dopo due corsi di specializzazione in Bocconi (fatti per avere la scusa in famiglia di poter continuare a lavorare nei locali) il lavoretto è diventato una professione, che nel tempo si è trasformata in quella dell’imprenditore.

A giugno Le Biciclette diventa maggiorenne. Puoi raccontarci questi 18 anni in tre righe?
È stato forse il primo art bar con bistrot di Milano: molti degli artisti passati dalle Biciclette poi sono diventati qualcuno, oltre a Sammartano, Blue and Joy, Yux e Bros per esempio. Il pubblico in realtà non è mai cambiato: è un pubblico molto trasversale, dai 20 ai 50 anni. Qualcuno viene dagli inizi, qualcun altro si è aggregato con il tempo. L’essere un art bar gli ha dato una forte identità, chi sceglie Le Biciclette la riconosce.

Le Biciclette
Le Biciclette
 
A proposito, puoi raccontarci invece la TUA festa dei 18 anni?
In non amo celebrare il mio compleanno. Ecco, festeggiare Le Biciclette sarà un pò come festeggiare tutti i miei compleanni passati.

Cosa state organizzando per la festa dei 18 anni?
Torna in mostra Antonio Sammartano il primo artista che abbiamo esposto, e poi ci sarà un dj set e un palco con una live band.

Com’è la linea de Le Biciclette?
Cucina italiana interpretata con gusto contemporaneo, comfort food direi. E ora introduciamo tre nuovi hamburger, mente va alla grande EL GRAN BÙRGER DE MILÀN (Michetta, gorgonzola, hamburger di luganega, foglia di verza sbollentata, cipolla tagliata fine e sbiancata in acqua bollente, crema di rafano). Bere di qualità, anche se qui si deve correre!

Party time a Le Biciclette
Party time a Le Biciclette
 
Quali sono i prodotti ai quali non rinuncereste mai?
Le nostre chips fatte a mano e una fresca birra artiganale.

Qual è il cocktail da provare?
L’Imbruttito, dedicato al mitico Il Milanese Imbruttito: Campari, Cynar, Lemonsoda, twist di limone, fetta d’arancia.

Le Biciclette, Pollicino, Terrazza Triennale (e giardino), Vista Darsena… Dimentico qualcosa? Quali sono i locali che hai aperto e gestito da quando hai cominciato a fare questo lavoro?
Ogni tanto perdo il conto: era mio il Beau Geste, mentre ad esempio ho gestito Old Fashion e La Gare… Poi nel 1998 ho avuto il rigetto per le discoteche e ho aperto Le Biciclette, come art bar.

Cosa bolle in pentola per quest’estate?
Molteplici cose: dai tavolini su molo di Vista Darsena ai mercoledì “Giardino dei Visionari” del Giardino con Vista Triennale dove vanno in scena gli Etna, raffinati giovani musicisti siciliani.

Terrazza Triennale
Terrazza Triennale
 
Qual è la cosa più difficile nel gestire così tanti locali?
Niente è difficile se riesci a circondarti di persone capaci e validi collaboratori.

Qual è il complimento più bello che ti hanno fatto nel tuo lavoro?
Che ho mantenuto per 18 anni un locale sempre up to date.

E la peggior critica?
Non è la peggiore ma sicuramente ricorrente: le micro lucine di Natale sempre accese.. ma per noi è sempre festa!

É un periodo parecchio favorevole per il mondo dei bar e dei barman a Milano: aprono sempre più locali, alcuni anche di qualità. Qual è il tuo punto di vista? Li frequenti? Ti piacciono?
La città, dopo un periodo di crisi, è in pieno fermento. I locali aprono e sono obbligati a non essere omologati, se no soccombono.

Quali sono i locali di Milano che frequenti?
Un salto al Plastic non manca mai.

Che città consiglieresti per un weekend dedicato al bere bene?
Milano, sempre Milano.

Tu cosa bevi di solito?
Centrifugati, soprattutto dopo aver sgarrato con l’alcol.

L'Hugo de Milan, il cocktail dedicato a Ugo Fava a cura del barman Luis Hidalgo della Terrazza Triennale - © Matteo Barro
L’Hugo de Milan, il cocktail dedicato a Ugo Fava a cura del barman Luis Hidalgo della Terrazza Triennale – © Matteo Barro
 
Bevi tutti i giorni? Cosa significa per te bere responsabilmente?
Sì, ma difficilmente oltre i limiti.

Chi è il tuo eroe?
Walter Bonatti, un mito per me e tutti quelli che come me amano la montagna.