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La canapa in Italia: un punto con Valerio “UncleWeed” Salustri

In occasione dell'edizione 2023 di Canapa Mundi, abbiamo fatto una ricognizione sullo stato del settore con uno dei più riconosciuti grower e divulgatori italiani

Scritto da Nicola Gerundino il 15 febbraio 2023

Attività

Grower, Imprenditore

Sul finire del 2021, con la pandemia ancora alle calcagna, l’Italia, e in particolare la sua popolazione under 35, si mobilitò in massa per sostenere la depenalizzazione della cannabis attraverso un referendum. Furono raccolte in pochi giorni oltre 500.000 firme (si arriverà a circa 630.000), utilizzando anche SPID e firma digitale. Uno slancio etico, politico e tecnologico troppo bello per essere vero, e infatti, esattamente un anno fa, nel febbraio 2022, la Consulta presieduta da Giuliano Amato dichiarò l’inammissibilità del quesito, sostenendo che avrebbe aperto alla coltivazione di papavero, coca e altre sostanze inquadrate come droghe pesanti, contravvenendo così a obblighi internazionali. Seppure ancora sospeso in una bolla normativa incompleta, il mondo della canapa in Italia continua però a crescere e sono ormai migliaia le attività legate alla coltivazione e lavorazione di questa pianta. Lo dimostra Canapa Mundi, fiera annuale romana che, oltre a essere una finestra sulle novità e un punto di raccordo tra produttori e consumatori, è sempre un momento importante per fare un punto della situazione su un settore in continua evoluzione. Quest’anno anche ZERO ha deciso di cogliere questa occasione, scambiando due chiacchere con Valerio “UncleWeed” Salustri, uno dei più riconosciuti grower e divulgatori italiani.

 

Circa un anno fa la Consulta bocciava il quesito referendario sulla cannabis che aveva visto una raccolta di firme straordinaria. Sono stati fatti passi in avanti dopo quella decisione?

Dopo la bocciatura da parte della Consulta purtroppo non ne sono stati fatti, anzi, con l’insediamento del nuovo Governo si è entrati in una sorta di “bolla indecisionale” in cui sta maturando sempre più la consapevolezza che non si potrà agire in maniera repressiva, soprattutto per quel che riguarda il discorso medico: l’Europa non lo permetterebbe, fortunatamente! Siamo in un periodo storico in cui si sta verificando un cambio sostanziale di pensiero verso l’argomento cannabis, da parte del Mondo intero: vedi gli Stati Uniti e il Canada, seguiti da molti altri Paesi dal valore economico/sociale rilevante. Possiamo prevedere che con questo nuovo Governo non ci sarà certo la legalizzazione, ma, almeno, cercando sempre vedere sempre il lato positivo della cosa, sarà difficile farsi trascinare nuovamente nel Medioevo.

In Europa invece qual è la situazione? Cosa c'è da aspettarsi a livello comunitario?

In Europa timidamente le cose stanno iniziando a mutare. Diciamo che le Nazioni più “intelligenti”, ammaliate anche dai profitti e dagli indiscutibili vantaggi, si stanno organizzando per un cambio di direzione, cercando di capire come trarre maggior beneficio in termini di tassazione, occupazione e riforma penale – vedi il problema del sovraffollamento carcerario. Come diceva Seneca: “non si ferma il vento con le mani”. Ormai la rivoluzione verde è partita, è solo questione di tempo!

Quali sono i numeri dell'industria della canapa in Italia?

I numeri sono molto alti, ma potrebbero divenire impressionanti con la totale liberalizzazione! Con l’avvento della cannabis CBD c’è stato un boom di attività nel nostro territorio. Molti giovani sono tornati all’agricoltura, trainati dall’idea di coltivare un qualcosa di nuovo, in grado di dargli soddisfazione. Altri invece hanno intrapreso attività di commercio all’ingrosso o di vendita al dettaglio generando milioni di euro di indotto. E a fare impressione è anche l’indotto indiretto, fatto di fornitori di macchinari, attrezzature, locazioni immobiliari, forniture di servizi e chi più ne ha più ne metta!

Quali sono, sempre in italia, le attività più diffuse riguardanti la lavorazione della canapa?

Diciamo che, per quanti prodotti più o meno utili derivati dalla lavorazione della canapa si vogliano inventare, il più grande interesse rimane quello per il fiore, che sia consumato per uso ludico, medico o sociale. Tutto quello che gli ruota intorno sarà sempre la cornice: al centro del quadro ci sono i numeri (importanti) che si fanno (o si faranno) con la produzione, lavorazione e commercializzazione del fiore e dei suoi estratti.

Il tuo nome è legato a Canapa Mundi da diverse edizioni, ti chiedo innanzitutto cosa rappresenta questa iniziativa e qual è la sua importanza per questo settore.

Per il nostro settore una fiera internazionale è vitale! È un’occasione unica per unire domanda e offerta in maniera professionale, dando un segnale forte alle istituzioni, affermando che il nostro settore esiste ed è costituito da professionisti che ogni giorno aprono aziende, alzano serrande o coltivano ettari di terreno. Inoltre, fa sempre molto piacere incontrare gli amici e tutti gli addetti ai lavori con i quali c’è sempre un confronto costruttivo. Un evento importante come Canapa Mundi, affrontato con entusiasmo e seguito da così tanta gente, porta l’argomento sulla bocca di tutti. Chiunque può visitare la Fiera e imbattersi in qualcosa in grado di catturare il suo interesse. Le molte applicazioni della pianta si sposano con un pubblico eterogeneo e questo aiuta a fare percepire l’argomento con una corretta luce informativa e a sbugiardare tutte quelle becere fake che il proibizionismo ha formulato negli anni. Di fronte ad una fiera di tale portata, a Roma, è impossibile restare indifferenti. E l’indifferenza è la base dell’ignoranza.

Tu di cosa ti occupi? Qual è il tuo lavoro nel mondo della canapa?

Io mi occupo ormai da una ventina di anni di coltivazione, facendo anche informazione seria e professionale e saltellando da una parte all’altra nel panorama antipro italiano ed estero. Sono il Presidente di Greenville Cannabis Social Club, un associazione che avvicina il medico prescrivente al paziente richiedente, fatta di consumatori di cannabis terapeutica regolarmente acquistata tramite le direttive del Ministero della Salute. Inoltre, sono il Titolare di Hemporium Terracina, un growshop del Gruppo Hemporium (il primo growshop aperto a Roma nel lontano 2001). Per finire, sono uno dei fondatori di Sticky-lab Genetics, azienda molto conosciuta nel settore che ormai da qualche anno opera nella coltivazione e nella commercializzazione di cannabis CBD – di qualità molto alta!

Quali sono stati i cambiamenti e i progressi più importanti nel settore della coltivazione?

Per quel che concerne la coltivazione pura e cruda, grazie all’avvento della cannabis CBD si sono potuti mettere a frutto anni di esperienza “underground”, portando il settore a un livello molto più alto. Con l’uso di strumenti professionali e la possibilità di fare ricerca, il contadino cannabico del futuro offrirà prodotti sempre più alti in termini di qualità, più ricercati e maggiormente controllati in termini di sicurezza per il consumatore. È ora di capire che la regolamentazione della cannabis, oltre a tutti i vantaggi sopra elencati, porta inevitabilmente a un consumo più responsabile e alla tutela della salute di milioni di utenti. Solo in Italia se ne stimano oltre 6 milioni: circa il 10% della popolazione!

Cosa diresti a chi si avvicina oggi al mondo della canapa da un punto di vista imprenditoriale?

A oggi, con la commercializzazione limitata alla sola cannabis con tenore di THC inferiore allo 0,5%, il mercato rimane limitato in maniera considerevole, molti consumatori (la maggioranza) continuano a rivolgersi al mercato nero, favorendo l’economia di mafie e di personaggi dalla dubbia morale, svantaggiando così inevitabilmente i nuovi imprenditori. Il mercato della sola CBD negli ultimi anni è diventato abbastanza saturo, pertanto il mio consiglio è quello di valutare bene le possibilità di investimento e il potenziale di vendita, come per qualsiasi altro mercato, senza sottovalutare mai il bagaglio che bisogna necessariamente avere in termini di conoscenza della pianta e della sua regolamentazione legislativa. Dal mio punto di vista, se ne esce solo con la professionalità e con la qualità del prodotto offerto: lo spazio destinato all’improvvisazione è terminato già da un bel po’.

Sarai presente a Canapa Mundi anche quest'anno?

Come poter mancare in un’occasione così importante?! Saremo al nostro stand Sticky-lab Genetics, che si caratterizza sempre per le grafiche super accattivanti, per la tanta gente che ci circonda e per le piante sparse un po’ovunque. Ci teniamo a far sapere che selezioniamo e coltiviamo noi stessi le nostre piante, con un metodo totalmente organico e privo di pesticidi: non commercializziamo prodotti altrui. In assoluto, la cosa che ci rende più orgogliosi è far toccare con mano la qualità di quel che produciamo. È un’occasione unica per dare la possibilità a tutti i clienti di provare le nostre creazioni, potendosi anche confrontare di persona con chi ogni giorno realizza quella piccola rivoluzione contenuta nelle bustine che ci fanno compagnia in qualche bel momento di relax. Coltiviamo passione!