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Loris Gentile

Il primo singolo di Loris & i Gentili: Manco M'annava, espressione poetica della fomo e mantra del voyeur contemporaneo

Scritto da Piergiorgio Caserini il 4 agosto 2023
Aggiornato il 3 agosto 2023

Loris Gentile è un poeta, un artista del gonzo journalism, un saltimbanco dalla personalità multipla. A Milano è noto alle cronache mondane e giudiziarie per le sue variopinte scorribande sotto gli pseudonimi di Ignoro Disoncelli, Gigi Veritas, Saro, Sergio Barbieri detto Il Barby. Con gli amici di No text azienda ha ridefinito lo story-telling video degli anni ’20 fondando il movimento del Veritierismo; con la sua voce roca, forgiata dal suo stile di vita veritiero e dalla sofferenza, si esibisce in piccoli bar sporchi e gestiti male, cantando le storie dei reietti della società – ovvero in primis di sé stesso.

«Manco M’annava racconta come la pressione sociale ti trasformi nel pagliaccio che in fondo sei.»

Con la sua neonata band Loris & i Gentili ha appena pubblicato il videoclip di Manco M’annava, girato al Red Room Members Club dal team dei No text.

Come nasce il progetto Loris & i Gentili?

Loris: Tutto nasce da un’apparizione paranormale. Era uno degli ultimi lockdown a Milano e mi trovavo in un malfamato parchetto di Cologno Monzese con i miei due chihuahua Rosetta e Orfeo a fingere di fare running. Mi è apparso un angelo vestito da Pierrot con ai lati i santi Pietro e Paolo. Da allora sono rimasto ossessionato dalla figura del pagliaccio triste… e poco tempo dopo, caso o destino, ho incontrato appunto Pietro e Paolo con cui ho fondato i Gentili.

 

Paolo: in effetti appena ci ha conosciuti ci ha chiesto immediatamente di fare musica con lui, come se avesse visto il Santo Graal.

 

Pietro: il resto è stato tutto molto naturale… Erano domeniche fra amici insieme ai fotografi Delfino Sisto Legnani e Louis De Belle (detto il Mago), all’architetto e designer Francesco Zorzi o la batterista Danila Guglielmi. Jam session interminabili fra drink, nuvole di fumo e fiumi di parole, ogni volta in mezzo a un viavai di nuovi improbabili ospiti, mentre Rosetta e Orfeo scorrazzavano ai nostri piedi. Le canzoni sono nate in un attimo, Manco M’annava è stata fra le prime.

Che cosa rappresenta per voi la figura del pagliaccio, onnipresente anche nel video di Manco M’annava girato da No text azienda?

Loris: il pagliaccio anzitutto sono io, con la mia virtù inaffidabile e la mia incoerenza. Pierrot però rappresenta anche la voglia di continuare a fare spettacolo di fronte al dolore e al non senso della vita, la voglia di continuare ad amare.

 

Pietro: siamo fermamente convinti che tutta la wave di meme e sticker sui pagliacci (del tipo “ti è caduto il naso rosso” ecc) sia nata e diventata virale grazie alla nostra influenza e alle nostre innumerevoli chat whatsapp.

Mi raccontate la storia dietro al testo e al video di Manco M’annava?

Loris: Manco M’annava racconta come la pressione sociale ti trasformi nel pagliaccio che in fondo sei, nella tua maschera sociale. Il protagonista si trova a casa tranquillo a guardare un coltissimo film polacco con i sottotitoli in spagnolo, ma la malvagia influenza dell’amico Magic Rosa lo porta a indossare la maschera del coatto e a provare a credere di essere davvero una figura popolare in discoteca.

 

Paolo: Ovviamente la sua impresa è votata al fallimento e lo porterà in un convulso trip lisergico, per poi arrivare a capire che, in fondo, manco gli annava.

 

Pietro: e così il personaggio alla fine giunge alla suprema negazione di sé stesso: «Son Loris Gentile e manco m’annava». In un certo senso, paradossalmente, è proprio questa la massima espressione di quello che Loris chiama “Veritierismo”.

Parlatemi di questo movimento del Veritierismo.

Loris: Il Veritierismo è un ritorno all’essere se stessi. Non in senso statico però: è anche accettare il fatto che cambiamo continuamente, e che la nostra identità è fatta di tante maschere, travestimenti e personaggi (io ne ho impersonati parecchi). È trovare ed essere sé stessi attraverso questo teatro di sé, e attraverso l’amicizia sincera e l’alleanza con gli altri Veritieri. È un cambiamento continuo che però non è dato dalle mode, ma dalla propria evoluzione e dalla poliedricità della personalità. È indossare maschere sapendo di farlo, restando per questo appunto veritieri.

 

Paolo: è un movimento vero e proprio, che riguarda stile di vita, musica, vestiti… abbiamo avuto modo di scoprire che esiste anche all’estero, dalla Francia alla Serbia. Siamo diventati amici con alcuni rappresentanti del movimento internazionale, come il cantante e performer canadese Bernardino Femminielli.

Quali sono le vostre influenze musicali?

Loris: come cantante e cantautore mi ispiro soprattutto a Piero Ciampi, Faust’o e Nada. Musicalmente mi piace spaziare: dalla musica etnica al funk arabo degli anni ‘70, fino allo space rock degli Spacemen 3 e al dream pop. Paolo, a sua volta, viene da tutt’altri percorsi…

 

Paolo: sì io mi muovo tra post club music, avant pop e shoegaze. In passato ho prodotto alcune tracce di Myss Keta e sono un fan del vogueing.

 

Pietro: in effetti le nostre influenze sono piuttosto eterogenee. Io ad esempio da solo per lo più faccio musica elettronica e noise, sono un fan di tutto il filone industrial, ma ho avuto innamoramenti musicali nei generi più disparati. In generale mi interessano due cose nella musica: l’aspetto materiale del suono e la dimensione rituale/spettacolare. Sono due cose che si ritrovano in ambiti musicali culturalmente molto lontani. Credo che questa attitudine trasversale rispetto alle categorie e ai generi ci abbia molto unito e si vedrà ancora di più nelle prossime uscite.