Co-fondatore del collettivo Reset!, producer multiplatino di nomi importanti della scena hip hop e trap, dj in giro per il mondo e mente della serata RRRIOT tra fucili d’oro (finti), trap e natiche (vere).
A che ora inizia il giorno e a che ora finisce la notte?
Il mio giorno comincia all’ora di pranzo. La notte è lunga, non sai mai quando finirà, che sia quando esco per divertirmi o per le mie interminabili nottate in studio.
Qual è la magia che distingue la notte dal giorno?
La notte è calma, è perfetta per creare e per ascoltare storie
La notte di Milano.
Cassa dritta.
La tua prima notte folle.
Se solo me la ricordassi!
La vita è un party o i party aiutano a vivere?
La vita è un parto. I party aiutano.
Qual è l’evento dei tuoi sogni che vorresti organizzare?
Un bel rave dentro al Duomo non mi dispiacerebbe affatto. Un sogno da milanese. Lo farei condurre da George Clinton. O una comunione psichedelica nel bosco con una performance del pianista Greg Haines.
Qual è la cosa più bella di lavorare di notte?
Non guidare mai nelle ore di punta.
Cosa rimane oggi di Reset!?
Il collettivo è pacificamente sciolto, ma rimane un retaggio fortissimo: assieme ad altri gruppi veramente in gamba abbiamo contribuito a cambiare il volto del clubbing a Milano.
Una persona della notte che è diventata importante anche di giorno?
Le persone più care le ho praticamente conosciute tutte di notte. Di giorno si dorme!
Ti sei mai innamorato di notte?
Ogni notte.
Instagram o facebook? Stories o status?
Mi mettono un po’ tristezza tutti e due. Selfie vanitose, opinioni non richieste, status passivi aggressivi… quello che le persone “condividono” sui social sono sempre le cose meno interessanti che li riguardano… e se scegliessi Soundcloud?
La discoteca e il party più belli di sempre?
Esteticamente direi il Cocoon di Francoforte. Il primo Reset! pool party con 2000 persone in una piscina, fu una festa incredibile.
Il luogo nel mondo con la “mejo” nightlife?
L’Africa quest’estate mi ha dato grandi soddisfazioni: per loro il ballo è una pratica totalmente liberatoria. E vissuta là, senza le nostre “sovrastrutture”, è una sensazione davvero contagiosa.
Dove vai di notte quando non vuoi vedere nessuno?
Mi chiudo in studio a far musica fino a mattina.