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Sveva Angeletti

L'arte è uno strumento fondamentale nella Roma che le contaminazioni hanno reso crocevia e città eterna.

Scritto da Nicola Gerundino il 25 agosto 2021

Attività

Artista

Condivisione e contaminazione: la nuova fase del contemporaneo in città. Ne abbiamo parlato con Sveva Angeletti, artista e membro dell’artist-run space Spazio in Situ.

 

Quando e come l’arte contemporanea è entrata nella tua vita

Mi sono formata alla RUFA (Rome University of Fine Arts) e poi ho intrapreso un percorso tra arti applicate e visive. Porto avanti la mia personale ricerca collaborando con gallerie e spazi culturali, tra cui Spazio in Situ. Ho anche un percorso fotografico più commerciale, legato al mondo delle arti applicate, quindi “in funzione di” qualcosa. Questi due mondi spesso si incrociano, ma cerco di mantenerli divisi e complementari, come nelle migliori storie d’amore.

Cosa rappresenta oggi Roma per un’artista contemporanea?

Roma è stata meta di tantissimi artisti nell’arco della sua storia ed è stata il fulcro di entusiasmi trascinanti che si sono trasformati in veri e propri movimenti culturali, come ad esempio la Scuola di Piazza del Popolo con quei rockettari di Giosetta Fioroni, Festa, Angeli e Schifano. Dopo una brusca frenata e una dispersione degli artisti nelle loro individualità, negli ultimissimi anni stiamo vivendo un nuovo cambio di rotta; oggi a fare la differenza è l’esistenza di un’atmosfera condivisa, di un sentire collettivo che consente di trovare persone con le stesse esigenze. Questo succede anche all’interno di Spazio In Situ, nella periferia di Tor Bella Monaca, un luogo dove quotidianamente artisti di discipline diverse si incontrano e si contaminano.

Quanto sono importanti per un’artista la condivisione, lo scambio d’idee e la creazione di reti sostenibili?

Sento l’esigenza di esprimermi con mezzi sempre diversi, l’interdisciplinarità è al centro della mia sperimentazione artistica. Mi confronto con professionisti di ambiti disparati, dalla medicina all’ingegneria, dall’informatica alla moda, per far fronte alle questioni pratiche e concettuali che incontro nel mio percorso di concretizzazione formale del pensiero artistico. Vivo in modo diretto l’importanza del confronto, della condivisione e dell’ibridazione. Lo scambio d’idee è un motore creativo e lo vedo nel mio gruppo di artisti di Spazio in Situ: ci confrontiamo ogni giorno e ognuno riesce a contribuire al lavoro degli altri, generando contaminazione e accrescimento.

Qual è oggi il rapporto tra arte e spazio espositivo, tra artista e opera, tra arte e città?

Lo spazio espositivo è un’entità a sé stante, ha una lunga storia, dalla quadreria dei salon alla white cube. Ricopre un ruolo fondamentale nella nostra società e nelle abitudini, come luogo di aggregazione e di socialità, che accoglie opere d’arte e offre uno spazio d’incontro e confronto. Ho realizzato alcune opere sul concetto di spazio espositivo, a volte “personificandolo” con le sue paure e la sua austerità. Oggi a Roma molti creativi e artisti scelgono di gestire il proprio luogo di confronto e di esposizione; sono usciti dai loro studi e si sono uniti in gruppi creando artist-run space, gestiti da artisti per artisti. Sono spazi dove si genera lo scambio d’idee e che suscitano empatia e curiosità in chi li frequenta e li vive. Sto lavorando proprio sul concetto d’inaugurazione, per dare dignità a questa socialità legata al sistema dell’arte che nell’ultimo anno e mezzo è andata sparendo e ha lasciato spazio all’appuntamento (altro tema su cui mi sto focalizzando). L’artista ha la necessità di interfacciarsi con lo spazio e con il contesto, perché in base a esso genera e propone.

Quanto l'attenzione all'ambiente e alla sostenibilità è oggi fondamentale per l’arte?

Dal mio punto di vista la realtà, la verità e la quotidianità sono tutti aspetti centrali per l’arte e la produzione culturale. Di conseguenza, l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, in quanto temi cardine della vita contemporanea e aspetti fondamentali della società e del nostro quotidiano, sono argomenti imprescindibili su cui interrogarsi. Allo stesso tempo, in questa riflessione deve essere centrale anche il ruolo e il contributo degli operatori artistici e culturali.

Che ruolo possono avere una curatrice o un’artista nel rendere la città più sostenibile?

Spesso gli artisti tendono a dare risposte o a pensare che il loro ruolo sia semplicemente quello di esternare il proprio punto di vista, perché la loro sensibilità gli consente di avere la giusta percezione delle cose e il criterio dell’avvenire. No. L’arte deve destabilizzare, deve proporre spunti e suggerire domande, deve scuotere e risvegliare.

Tecnologia: può influenzare, e farsi influenzare, dall'arte favorendo la sostenibilità?

Nel panorama contemporaneo gli artisti collaborano con ingegneri elettronici, informatici, biologi, scienziati e filosofi per realizzare le loro opere. Alcuni si servono di algoritmi o utilizzano sistemi digitali per diffondere i loro contenuti, altri fanno del mezzo tecnologico l’origine delle proprie sperimentazioni. L’ibridazione tra tecnologia e arte, e quella tra tecnologia e vita, ha dato origine alle migliori intuizioni e creazioni. Gli impressionisti dipingevano la luce, con quelle pennellate caratteristiche, grazie all’invenzione dei tubetti di colore che consentivano di dipingere fuori dallo studio. Questa scoperta ha concesso all’arte di superare dei sistemi prestabiliti. La tecnologia è parte della vita quotidiana e dell’evoluzione naturale