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Belé Ristorante

Zero qui: Fa la sponda con il Pinch

Categorie Ristoranti

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Belé Ristorante Via Fumagalli, 3
Milano

Prezzo

Se ne parlava da qualche tempo al bancone da Mattia, e dopo un po’ di attesa il 16 gennaio aperto il nuovo ristorante della premiata ditta Pinch. Noi siamo andati a provarlo dopo una decina di giorni, un tempo talmente breve da non ritenere quella che state leggendo una recensione, bensì una presentazione di un locale già molto curato in ogni aspetto: a partire naturalmente dal cibo e passando per l’ospitalità, la cura dell’ambiente, del menu e ancor più importante del confort (sedetevi per credere), la carta dei vini e dei cocktail.

Partiamo dal cibo: il menu presenta piatti tipici della cucina tradizionale italiana, cucinate con le migliori materie prime e l’estro di Giulia Ferrara, una cuoca che è passata da alcuni dei migliori ristoranti della città come il Ratanà e il Pont de Ferr. Noi abbiamo mangiato con estrema soddisfazione baccalà mantecato con crostone di panissa, nocciole e timo; uovo poché con crema di pastinaca, chips di carciofi e topinambur; spaghettoni con ragù di polpo e stracciatella (clamorosi); tortelli di zucca; tiramisu e sacher. Dal menu invernale ci ispiravano anche: risotto al cavolfiore con chutney di mandarini cinesi affumicati; fondente di cipolla con crostone di pane al sugo di arrosto e cialda di parmigiano; costolette di agnello con castagne e riduzione di aceto di lamponi; polpo brasato al vino rosso con purè di patate profumato al limone e maggiorana: praticamente tutto insomma, oltre a un paio di piatti del giorno in carta ci sono quattro/cinque proposte per portata.

Grande attenzione è naturalmente riservata al bere: non per niente il cocktail bar è la prima cosa che si nota al di là delle vetrate, ed è naturale fermarsi per un aperitivo (e poi per il dopocena). Enzo, vecchia conoscenza del Cape Town, ci prepara un Manata (twist del Manhattan con liquore alla camomilla) e un Dai Dai Daquiri, perfetti per stimolarci l’appetito. La carta dei vini va a pescare tra produttori validi e non scontati di tutta l’Italia, vini scelti e ovviamente provati e riprovati dal padrone di casa e gran cerimoniere in sala Sergio Sbizzera: noi abbiamo scelto un Chiaror sul Masso della Cascina I Carpini, metodo classico 100% timorasso.

Ah, belé (o, meglio belée) in milanese significa ninnolo, balocco, ciancia, crepunde. Per essere un giocattolo, di certo non hanno badato a spese.