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Piasù Bistrò di Quartiere

Zero qui: mi si tira su.

Categorie Ristoranti
quartiere Magenta

Piasù

Contatti

Piasù Bistrò di Quartiere Via Alberto da Giussano, 1A
Milano

Orari

  • lunedi 12:00 PM–12:00 AM
  • martedi 12:00 PM–12:00 AM
  • mercoledi 12:00 PM–12:00 AM
  • giovedi 12:00 PM–12:00 AM
  • venerdi 12:00 PM–12:00 AM
  • sabato 12:00 PM–12:00 AM
  • domenica 12:00 PM–12:00 AM

Si prega di verificare sempre
l'attendibilità delle informazioni fornite.

Dopo il successo del chiosco Piasù di Conciliazione — dove si ordinano piadine farcite con ogni famigerato ben di Dio e tiramisù da manuale — i proprietari hanno deciso di fare il grande salto con quello che hanno chiamato Bistrot di Quartiere. Tra via Alberto da Giussano e Lodovico Ariosto, questo luogo pop, divertente e dal servizio dinamico si presenta come un’esplosione di colore e calore.

Un cielo azzurro di quella luce autunnale da polaroid di Luigi Ghirri, un tappeto di foglie gialle lungo la piazzetta, tutto sembrava un set di una serie Netflix quando sono andato a pranzo da Piasù. Un golden retriever color camoscio aggiungeva alla scena un’aria placidamente benestante, mentre alcune signore, timidamente avvolte nei primi cappottini invernali, e manager con l’auricolare intenti a discutere d’affari sembravano le comparse di questo tranquillo scenario urbano.

Alla porta, Sarah Sansone e Claudio Rossi, la proprietaria e lo chef, mi hanno accolto con uno spumeggiante «Benvenuto!» — un invito a entrare nel loro colorato mondo. Scordatevi i polverosi bistrot di una volta, il loro è un ambiente luminoso e parla la lingua della ristorazione contemporanea. Qui ci si può infatti fermare dall’alba alla notte, tra colazioni dolci e salate che guardano all’Italia e al mondo — con brunch fatti di pancake, uova strapazzate con salmone, e molto altro. Una bella cucina a vista amplifica la luce del bistrot, dove il team prepara pranzi, aperitivi e cene che uniscono tradizione e innovazione.

La vera forza del Bistrot di Quartiere non sta solo nei piatti — che sono buoni, creativi e curati — ma nell’energia che si respira entrando.

A pranzo abbiamo intrapreso un gustoso tour alimentare: da Milano, con un classico toast prosciutto e formaggio, fatto a regola d’arte — e io potrei morire per un toast fatto bene. Uno di quelli che ti fanno chiudere gli occhi per quella frazione di secondo e dire «mmh, sì, così si fa». Bello caldo, dal formaggio filante e dal prosciutto cotto sapido. Siamo poi andati nelle Filippine, con una Tortang Talong — un piatto che ricorda una parmigiana. Croccante fuori e morbida dentro — come si diceva una volta — questa omelette filippina è sicuramente uno dei loro piatti più famosi e a ragione. Infine con un biglietto aereo per tornare in Italia siamo tornati alle loro piadine, reinterpretate con un tocco insolito: polpo, patate e maionese al lime. Chapeau per l’impasto: leggero, croccante, e declinato in tutte le varianti possibili, dal low carb al gluten free, dall’integrale al classico.

La vera forza del Bistrot di Quartiere non sta solo nei piatti — che sono buoni, creativi e curati — ma nell’energia che si respira entrando. Giovane, vivace, mai pretenzioso: un posto che sa raccontare la ristorazione contemporanea senza dimenticare il piacere del buon cibo, il colore, la luce e quel senso di familiarità che ti fa tornare, anche solo per un toast o una piadina.

di Lorenzo Cibrario