Questo luogo si fregia del titolo di “migliore pizzeria d’Italia 2015”: almeno secondo i lettori del Gastronauta di Radio24 (e i loro amici di Facebook). Ma come spesso accade questi premi lasciano il tempo che trovano, e anzi rischiano di far male a un locale che – per dirla come piacerebbe ai proprietari – non è cero l’asso di denari della pizza italiana, ma neanche il due di picche o spade che dir si voglia. La loro pizza non è certo la più buona d’Italia, né di Milano, tuttavia è croccante, morbida e digeribile; bella l’idea della condivisione – ogni commensale può ordinare due diverse piccole pizze a 10 €; un po’ meno quella di dover andare alla cassa per dover ordinare, pagando in anticipo. Sulle pareti del locale si fa un grande sfoggio di ingredienti italiani: iniziativa lodevole, però che senso ha servire la pizza fichi e crudo con la composta invece del frutto fresco in stagione? Contraddizioni di settembre. Tornando alle carte, potremmo affermare che Pizza Society è un sei di briscola.