Il Bicocca Skatepark si trova all’esterno del villaggio commerciale del quartiere, nel cosiddetto Parco della Torre che prende appunto il nome dalla Torre Breda – l’ex serbatoio idraulico che rimane tra i pochi e diretti testimoni della vecchia area industriale, ed è oggi l’immagine-simbolo del park. Qui il rumore delle pushate e dei pop delle tavole sul flat è ormai noto ai frequentatori abituali della zona: lavoratori del centro commerciale ma anche degli uffici poco distanti, studenti universitari e famiglie alla ricerca di verde. Ma cosa si può raccontare di questo spot emerso nella periferia di Milano Nord?
Aperto nel settembre 2018, il park ha certamente contribuito a cambiare i connotati di uno spazio altrimenti incolto e degradato, costituendo fin dall’inizio un punto di ritrovo per tutti gli skaters lontani dal centro. Qui ci si ritrova da Cinisello Balsamo, Bresso, Sesto San Giovanni e Bicocca (per dirne soltanto alcuni), e la ragione è semplice: si tratta dell’unico posto in cui non c’è bisogno d’arrangiarsi in piazze pubbliche o private, tra i muretti, gli scalini e i bank dove si rischia puntualmente d’essere cacciati da qualche passante – oltretutto, è l’unico skatepark a tiro per tutti questi quartieri. Basta pensare che gli altri spot nei dintorni sono tutti street, in cui occorre inventarsi di volta in volta modi di skateare. Ci sono le colonne rosse di Sesto Marelli, dove bazzicavano i primissimi e giovanissimi skater attrezzati di rail, sempre pronti a estrarlo per rimaneggiare lo spazio e a nasconderlo in caso di rotture. Ci sono poi i muretti della stazione ferroviaria Greco Pirelli e la Piazza Trivulziana, o ancora la piazza di fronte al B&B a Sesto Marelli. Questo è quel che c’è in zona, e nonostante la loro popolarità sia aumentata di molto, vuoi per social o passaparola, l’uso e l’affluenza di questi luoghi non è lontanamente paragonabile a quella di altri più celebri come per esempio Casa Milan o Milano Centrale.
Non si tratta soltanto di un angolo “street” in contrasto con l’architettura regolare, ma è a tutti gli effetti una seconda casa per molti.
Al Bico, come viene chiamato dai locals, avviene però un’ottima commistione di street e park. Qui tutto è graffiti e tag, ogni giorno l’accompagnamento sonoro esplode dai trucks sul rail o dalle ruote che sfrecciano nella grande bowl. Non si tratta soltanto di un angolo “street” che accentua il contrasto con questo paesaggio urbano regolare e monumentale, ma rappresenta a tutti gli effetti una sorta di seconda casa per molti e di tutte le età, dai kids filippini che nell’arco di un mese dalla loro comparsa, e skateando tutti i giorni, sono diventati non soltanto ipercompetitivi ma spaventosamente bravi, fino agli skater più rodati che dopo essersi fatti la loro sesh, se la chillano con i soci, per arrivare a chi viene anche solo a piazzare, a fare freestyle su basi hip-hop pompate dalle casse… insoma: il Bico raccoglie e rappresenta una grossa comunità giovanile che si convoglia in Bicocca, e vi passa tutti i pomeriggi dal pranzo alla chiusura, finché le guardie del centro commerciale vengono a sollecitare l’uscita. Ma molte volte, noi compresi – e soprattutto d’estate – ci si nasconde tra i cespugli o nella conca della bowl, facendosi chiudere all’interno e uscendo poi a piacimento da una piccola apertura del cancello. Ovviamente queste uscite non sono estranee alle guardie, ma basta un po’ di tenacia e anche loro mollano la presa, finendo per concordare con noi altri che il Bico è uno spazio che non necessariamente deve sottostare alle regole del Village, una specie di zona autonoma.
Costumi di Halloween, rail e muretti skaetabili in fiamme: se ne sono visti pochi di contest così.
È facile immaginare come questa circostanza sia esemplificativa di una specie di famiglia locals. Un aneddoto raccontato alla stregua di una fiaba, in questo caso, spiega bene l’ambiente: anni fa il Bico venne preso d’assalto da un gruppo di giovani maranza che attaccavano briga con gli skaters. Metodo classico: lanci di bottiglie, cocci nella bow, e via dicendo, finché tutte le persone, tutta la famiglia del Bico, non poté far altro che reagire. Piccoli e grandi, tavole alla mano, cacciarono i maranza, che non tornarono più.
Va detto che, in merito alla rilevanza del Bico nella scena skate milanese, molto si deve ai due contest organizzati dalla SSDskateboards: una crew di skaters locale attiva da diversi anni ma, diversamente da altre, lontana da quell’idea di podio che caratterizza alcune scene, e dedita più che altro alla politica del divertimento e dell’ironia. «Proviamo sempre a organizzare contest ignoranti, paralleli a quello serio del best trick, e perché siamo convinti che ridere sia tra le cose più importanti nel mondo dello skate» dice Chiole, componente del gruppo oltre che fumettista di grande talento. «Bicocca è comodo in confronto ad altri posti e rappresenta un’altra cosa rispetto a MC [Milano Centrale], che è uno spazio che non ci appartiene. Così ci è sembrato più credibile ed efficacie organizzarlo lì». Il primo di questi contest è stato in periodo di pandemia, a fine giugno 2020 quando ancora non si potevano organizzare eventi o raduni.
Dopo quei mesi passati in casa, senza skateare, senza birrette post-sesh seduti sul cemento caldo del park, a nessuno importava più niente del divieto, e la grande affluenza confermò quell’intuizione. Al secondo giro invece, due anni dopo, venne organizzato un Halloween contest con proiezione dell’ultimo video della crew. Qui si vincevano free drink per i migliori costumi (la categoria best costume la vinse un ragazzo vestito da autobus 87), e la sera vennero incendiate varie strutture da skeatare come muretti e rail dando un vibe decisamente più suggestivo al tutto. In entrambi i casi, i premi piovvero a frotte, e la scelta è netta come ci racconta Chiole, perché «Dare dei premi a tutti gli skater, far sì che siano contenti di aver speso il loro tempo qui è la cosa più importante. Soprattutto nello skateboarding italiano – dove in pochi ricevono cose gratis dallo sponsor – è bello essere generosi con chi di solito non riceve mai niente, compreso quello che ha fatto una caduta o anche quello che “Oh, ma mi dai un premio?”, o chi addirittura non ha skateato ma è simpatico. Serve a riequilibrare la disparità canonica che c’è tra chi ha troppo e chi niente». Diciamo che con questa frase, con quest’attitudine, si rivela un po’ lo spirito che ha segnato Bicocca negli ultimi anni, almeno tra le piazze e nel Bico: un luogo privo di competizioni e categorie, dove tutti si trovano semplicemente per divertirsi, supportarsi e costruire un gruppo partecipativo sempre più ampio.