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Collettivi e Spazi Queer-Trans* Milanesi: una guida a cura di Simona Coltello

Quattro collettivi e quattro spazi in città che oggi portano avanti progetti importanti per la collettività.

Scritto da Simona Coltello il 6 agosto 2025
Aggiornato il 7 agosto 2025

Alcune persone mi conoscono come la mamma di Pessima e altre come la lunatica che ti proporrà l’ennesimo evento a rischio penale. Terrona d’origine ma milanese d’adozione da ormai dieci anni, ho visto la città trasformarsi da polo artistico a deserto culturale nel post-Covid, fino a rinascere oggi attraverso intrattenimento e realtà indipendenti. La mia prospettiva curatoriale e organizzativa nasce da spazi autogestiti, realtà non istituzionali e movimenti underground, che reputo i veri generatori di cultura in una Milano che ha perso la sua anima. Per cogliere fino in fondo il senso di questo articolo e del mio sguardo, bisogna pensarmi come una che crede che l’arte e cultura non nasca nei musei sotto direzione del grande studio di design, ma dalla coppia di sfigati in burnout che organizza un’installazione (con rave annesso) nel garage di uno shot bar a Porta Venezia. Oggi dedico queste parole proprio a quest’ultimi, che si meritano le chiavi della città.

Tuttavia, iniziato questo articolo come una mappatura degli spazi queer locali, mi sono presto resa conto dell’impossibilità, senza un lavoro collettivo che spero nasca in futuro, di elencarli tutti o spendere abbastanza parole per ciascuno di essi. So…here’s a few words per i miei spazi preferiti, che strisciano nell’underground e raramente vedono la luce dei riflettori, ma che concretamente fanno la differenza in questa città che poco ci offre. Si tratta di persone che non creano solo intrattenimento, ma che per anni si sono spaccate la schiena e accettato lavori dalla dubbia retribuzione pur di portare avanti progetti di estrema importanza per la collettività, anche a costo di nessun ritorno materiale. Ecco 4 Collettivi e 4 Spazi a cui mando tanto amore:

COLLETTIVI

PessimaTrans* Art Magazine & Association

Pessima è nata nel 2021 come collettivo artistico trans, e si è evoluta negli anni in associazione culturale non profit dedicata al supporto di progetti trans e non binary legati al mondo dell’arte, design e fashion. Il suo obiettivo rimane quello di creare uno spazio safe e opportunità creative attraverso le quali giovani artistx possano svilupparsi professionalmente e essere rispettatx in spazi istituzionali, gallerie ed eventi locali.

Ok, vi ho fatto il pippone. Ora vi dico cosa è Pessima per me:
Da collettivo l’abbiamo fatta crescere in associazione. Ci siamo fatti il culo e investito tante notti insonni, con l’obiettivo che diventi un progetto che possa continuare anche oltre le figure di Simo e Marte. Avremmo mollato anni fa se non fosse per lx psicologx che ci racconta che la gente le parla di noi. Sogniamo il giorno in cui potremo supportare tuttx i progettx dellx nostrx amx e crescere assieme.

 

SpiteMusic Collective

È morto? È risorto? Spite never dies. Almeno nel mio cuore, dove conservo i ricordi dei rave alla Lambretta, delle fughe dalla polizia, di generatori nel fango e notti sotto le stelle. Diego, Joa, Nikita e Maria oggi rappresentano l’underground queer musicale milanese anche attraverso Club Regret, Spiritella Furfante e Spiritual Sauna.

 

CoriandoliMagazine

La gente mi lincerà nei commenti ma devo fare un coming out: non sono mai andata al plastic. Yep, i said it. I don’t know if i feel better but idgaf. It’s just not my thing ma ho molto rispetto per il loro lavoro editoriale e wow, l’art direction è 10/10.  Sento che Pessima e Coriandoli sono sempre stati su due linee parallele che non si sono mai incontrate, e ci tengo a mandare un pò di amore a tuttx lx amx milanesi che si fanno un culo così e portano avanti il proprio progetto in modo indipendente. Coriandoli è un magazine ma anche molto di più. Sono dive della notte e il plastic è il loro tempio.

 

LOLMusic Collective

Ammar e Idris sono come due fratelli per me. Ricordo il giorno in cui ci siamo conosciuti al nostro studio, e a primo impatto notai una frustrazione e volontà di creare di molto superiore a chiunque cresciuto a Milano. Una rabbia che abbiamo condiviso e ci ha legato crescendo professionalmente assieme, e organizzando per anni eventi per la pura voglia di fare community. LOL è una realtà neonata, ma alle sue spalle ci sono persone spontanee ed emozioni genuine, nate da un desiderio profondo di rivalsa e autodeterminazione. 

SPAZI

spazioSERRAspazio non profit

I know, I know. Non è il primo luogo che ti viene in mente quando pensi a spazi queer, però si tratta di un progetto incredibile: uno spazio espositivo nel sotterraneo della stazione di Lancetti, gestita da frocx© e la cui programmazione coinvolge moltx artistx queer e politicamente attivx. Non tutti comprendono o sono in grado di vedere i sacrifici che coinvolgono le persone dietro a spazi indipendenti di questo tipo, che da collettivo sono diventati associazione, e che, nati senza supporto economico, oggi riescono a dare agli artistx rispetto e dignità in contrasto alle grosse istituzioni. spazioSERRA è una delle realtà indipendenti più importanti del territorio e dal suo sottosuolo sono germogliate molte realtà e artisti emergenti queer locali.

MarcionaCollective / Protesta

Marciona è il mio big bang: il primo spazio che mi accolse come persona, non come paziente. Ero persa e mi diede coraggio. Non ho mai trovato altri gruppi in cui mi sentissi forte come a Marciona. Oggi, come per molti, è un rapporto di odi et amo, ma rimane un momento di autentico amore trans* reciproco.

 

Lə Lichenə –studio & collettivo artistico

“Nel sottosuolo di Porta Romana”, scavando tra muschio e funghi, resina e vernice, sorge dalla crosta uno degli studi che più ho a cuore a Milano. Spazio in continua trasformazione, così come lx artistx che lo rappresentano, Lə Lichenə è una comunità di artistx indipendentx e liberx.



PWC Milano – Vintage Shop & Fashion Runway

Again, i know this choice will be controversial but idgaf, it’s MY ARTICLE, so shut up and read. Maria (aka Plastic Doll) è un’icona della scena musicale milanese dagli anni 90 e, anche se sfortunatamente etero, we can all agree che ha conquistato sul campo il suo gay pass lavorando per anni alla creazione di eventi e spazi safe queer. PWC oggi rappresenta LO SPAZIO a disposizione di designer emergenti per crescere, creare community e sfilare assieme a brand già affermati. La sua banda di scagnozzi e programmazione di eventi è tutt’altro che etero.