Sono molti anni che perAspera, il festival di arti performative (e non solo) curato da Maria Donnoli ed Ennio Ruffolo, ha scelto coraggiosamente di guardare oltre il centro di Bologna e oltre Bologna stessa, con un’esplorazione del territorio metropolitano che nel tempo è diventata uno degli aspetti più interessanti del progetto. Accanto a una selezione di lavori di artisti affermati ed emergenti c’è, infatti, la (ri)scoperta di musei cittadini, musei privati e spazi indipendenti che diventano parte della creazione artistica contribuendo, grazie alle loro specifiche caratteristiche, alla costruzione di visioni possibili.
Quest’anno in particolare – dal 18 al 24 settembre – ogni proposta è pensata come un unicum non ripetibile.
Esperienze partecipative, arti performative, danza, musica, arte digitale, fotografia, radio, incontri che in un mondo sempre più polarizzato si incuneano con Gradiente, nome della sedicesima edizione che è anche un invito a fermarsi a guardare il colore pieno e le sfumature che lo compongono.
Si parte il 18 settembre alle h 19 nel nuovo spazio dedicato all’arte e alla cultura dell’architetto Simone Gheduzzi, PIETRO, una piccola cappella affrescata che ospita la mostra di Enrico Fedrigoli, parte del progetto Tears from the Void, ovvero: immagini che catturano i complessi paesaggi digitali creati dall’artista digitale Black7even, insieme a quelle del corpo di Eleonora Fabrizi, mentre danza sulle partiture elettroniche di Vincenzo Scorza. Una performance che andrà poi in scena la stessa sera (h 20.30) presso Casa della Cultura Italo Calvino di Calderara di Reno.
L’idea generale di perAspera è quella di guardare con altri occhi: come nella Queer Art Walk (23 settembre ore 17.00) che esplora il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica da un’inconsueta prospettiva queer costruita e condotta da Flavia Monceri, Ordinario di Filosofia Politica.
Così anche la volontà di “ascoltare con altre orecchie” che emerge in Foosball, una sorta di composizione elettronica improvvisata per calcio balilla. Il progetto, in collaborazione con Tempo Reale e parte del programma di Dedans-Dehors, sarà allestito giovedì 21 settembre dalle h 17 alle 20 nel foyer del MAMbo, dove giocatori professionisti, amatori e pubblico generico potranno alternarsi al gioco di reali partite con i colpi, tonfi, urla e voci che saranno captati, elaborati e ridiffusi, insieme ad altri materiali, nello spazio scenico in modo da creare un ambiente immersivo in costante mutazione.
Altro spazio espositivo da scoprire è la Casa Museo NENA a Casalecchio di Reno, tenuta settecentesca che ospiterà due esperienze d’ascolto: il radiodramma La discrezione dell’omicidio di Fanny & Alexander (20 settembre ore 19.00), che riscrive per la radio la pièce di Augusto Frassineti e Giorgio Manganelli e Notturni radiofonici di Rodolfo Sacchettini (ore 20.30), un percorso di ascolti e attraversamenti di radiodrammi costruito appositamente per il festival a partire dalle suggestioni dei sotterranei nella dimora privata.
Palazzo Bargellini Pallavicini Panzacchi, che ospita un progetto di accoglienza abitativa gestito da Open Group, (23 settembre ore 11.00) aprirà invece le porte per il video documentario di Zero51 Audiolab e i podcast realizzati da Lucia Manassi e Alice Facchini con le persone in migrazione del CAS di Vidiciatico e le persone con disabilità cognitiva dei centri diurni di Open Group.
Sonora anche la live performance presso Villa Aldini del duo di batteria e violoncello composto da Francesco Guerri e Andrea Grillini, qui al debutto con Malebolge (19 settembre ore 20.00).
Non mancherà Ateliersi, che da anni collabora con il festival e che in questo caso porta la sua ricerca attorno alle scritte sui muri all’Istituto Aldini Valeriani con un doppio lavoro (22 settembre ore 20.00): la lecture-performance Freedom has many forms, seguita da un reading poetico costruito da Fiorenza Menni.
Si chiude, infine, domenica 24 settembre alle ore 20.30 con 14.610 di Claudia Catarzi, solo danzato nell’Oratorio San Filippo Neri.