Mestre è grigia e triste, Venezia è colorata e luminosa. Mestre è disgregata, Venezia è compatta. Mestre è il parcheggio e il ripiego di Venezia. Mestre è periferia -se non addirittura campagna- Venezia è centro.
Questo è quello che è emerso quando ho chiesto un aggettivo che potesse definire Mestre in relazione a Venezia, a chi da sempre, o da qualche anno, vive il territorio. Sembra essere una sentenza definitiva senza possibili ricorsi quella contro Mestre, ovvero quella di luogo in cui ci si trasferisce solo perché costretti e mai per scelta. Quasi assurdo sostenere il contrario. Se non fosse per il fatto che il contrario esiste. Se è vero che la declinazione in chiave negativa sembra andare per la maggiore, è anche vero che qualche voce fuori dal coro esiste e riscuote un maggiore impatto e spunti di riflessione.
Mestre è dinamica e imprevedibile, Venezia è immobilizzata e prevedibile. Mestre è autentica e vitale, Venezia è il fantasma di sé stessa.
Negli ultimi anni molti giovani artisti, soprattutto pittori, che si sono fermati a Venezia hanno deciso di trovare, o trasferire, il loro studio a Mestre. La mancanza di spazi adeguati e il costo degli affitti ha portato a un naturale spostamento verso la terraferma, che permette di avere studi ampi e luminosi, di lavorare su grandi dimensioni e di avere tutte le comodità di trasporto delle città “normali”. Le ragioni principali per la maggior parte di loro sono sicuramente di natura economica e pratica. Ma non sono le uniche, non tutti vivono il trasferimento come una costrizione dettata da circostanze esterne.
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Via Cappuccina 73, Venezia Mestre
IG: condominiocappuccina
Per alcuni è una scelta. Sorge spontaneo chiedersi quali possano essere le ragioni che spingono un artista a muoversi volontariamente verso un luogo che, secondo molti, non ha “né arte né parte”. La risposta può essere semplice: il fatto che Mestre non ha nulla di speciale, non ha la responsabilità della storia ed è libera da un’eredità culturale che può risultare soffocante e pretenziosa. Ammesso (e non concesso) che sia vero che Mestre non ha nulla di speciale, perché allora dovremmo condannarla a rimanere sempre uguale a sé stessa?
La “periferia” di Venezia è un posto reale, vissuto, che ha dei vuoti e delle esigenze che possono essere colmati e che non sono necessariamente in antitesi con quelli della città lagunare, come il bisogno di creare e condividere i propri linguaggi artistici.
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Via Roma 55, Venezia Mestre
IG: casablanca_studio_
Condominio Cappuccina, Casablanca studio, Kadabra studio e Zolforosso (che ha uno spazio anche a Venezia) sono alcuni degli studi che hanno aperto in questi ultimi due anni e hanno invaso Mestre. Un pomeriggio dei primi di marzo ho fatto visita agli studi, che sono facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici e, in parte, a piedi. Durante i miei giri ho avuto la possibilità di parlare con gli artisti, vedere i materiali e le tecniche che utilizzano, osservare i lavori da vicino e addirittura toccarli. Portare l’arte in città attraverso gli studi è molto diverso dal farlo per mezzo di istituzioni museali o gallerie proprio perché lo studio permette un contatto e uno scambio diretto con gli artisti, incontrandoli dove lavorano si crea un diverso tipo di rapporto con l’opera d’arte, che è più concreto e tangibile.
Questi studi condividono obiettivi comuni, come la volontà di continuare a produrre sul territorio dove si sono formati e trovare una modalità per fare rete tra loro senza annullare l’identità di ogni singolo spazio, continuando un discorso artistico iniziato in isola ed estendendolo in terraferma.
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Sestiere Santa Croce, Ramo II Carminati 1894, Venezia
Viale San Marco 96i, Venezia Mestre
IG: zolforossovenezia
www.zolforosso.weebly.com
Lo studio non deve per forza essere solo luogo di produzione, ma anche di fruizione. Creare degli itinerari possibili in questi spazi potrebbe contribuire a dare loro visibilità e a creare nuovi centri artistici “decentrati” rispetto a quelli lagunari, ma in continuità con essi, superando i ruoli prestabiliti attribuiti alle due città, Venezia-vetrina e Mestre-centro di produzione.
Oggi trovare a Venezia chi concede uno spazio che non sia per uso commerciale o turistico è diventato molto difficile. Ci si augura che le cose possano cambiare nuovamente ed avere condizioni facilitate per i giovani artisti emergenti che desiderano continuare la ricerca in laguna. Allo stesso tempo, ora che un nucleo si è creato “oltre il ponte” va mantenuto, promosso e fatto conoscere. La realtà artistica di Venezia e quella di Mestre sono la stessa realtà, una non esclude l’altra, l’isola non esclude la terraferma.
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Via Giuseppe Verdi 57, Venezia Mestre
IG: kadabra_studio