I ragazzi dell’Osservatorio Astronomico li teniamo d’occhio da un bel po’. Sarà che ci piace ballare, sarà che ci piace bere bene, sarà che ci piace fare insieme le due cose, qui nella saletta Astro del Dude Geronimo Gaiaschi e Alice vedono i nostri fegati gironzolare “dignitosamente brilli” praticamente da sempre. La loro scommessa è quella di riuscire a fare una proposta mixology di qualità anche dopo le 2:00 di notte (leggi anche Bere in discoteca e il nostro talk Bere bene di notte è possibile?) . Niente cocktail sgasati o caldi, bottiglie di terzo ordine o pistoloni, all’Osservatorio Astronomico si beve come Dio comanda. Siamo passati poco fa per provare la nuova drink list: Gero ci racconta che è stata creata senza troppe sofisticazioni, per essere fruita in maniera semplice ed immediata dai clienti della notte. Divisa in Sour, Tiki, Classici e Brand Call ci siamo fatti un’idea provandoli (quasi) tutti e scambiando due chiacchiere con Gero:
Da ormai tre anni l’Osservatorio Astronomico si è fatto portavoce a Milano del “bere bene anche di notte”. Come si evoluto il bar in questo periodo?
Abbiamo seguito un percorso di crescita costante, ma partendo già da un livello molto alto, per questo ringrazio Fabio Spinelli con il quale abbiamo cominciato e Mattia Lissoni del Pinch con il quale abbiamo collaborato negli ultimi due anni.
Ora la nuova drink list l’ho studiata io assieme ad Alice, la nostra capobarman.
E come si è evoluto l’approccio dei clienti?
Inizialmente non è stato immediato, non veniva esattamente capito, dopo aver comunicato al meglio la cosa e avendo fatto assaggiare alle persone la differenza tra quello che erano abituate a bere e quello che proponiamo la cosa è partita da sola, oggi è normale per i clienti entrare e prendere in mano la lista per scegliersi il drink.
L’Osservatorio presenta ora la nuova drink list 2018. Come è nata e in cosa si distingue?
Nasce dall’esperienza fatta negli ultimi 3 anni, e dalla mia voglia di giocare e mettermi in gioco, prima di fare il promoter e poi il manager del Dude ho lavorato 6 anni in un bar sui navigli come barista, ci tengo a sottolineare barista perché i barman sono altri, diciamo che però tra quegli anni dietro il bancone e questi tre a ragionare con professionisti della mixology ho deciso che potevo prendermi il rischio di provarci, per ora i risultati sono oltre qualsiasi nostra previsione.
Quali sono gli elementi secondo te necessari per creare il “cocktail perfetto”?
Non saprei in senso generale, al locale secondo me il drink perfetto prevede l’essere beverino, di rapida esecuzione e divertente, abbiamo introdotto dei piccoli ‘effetti speciali’ che la gente sta apprezzando parecchio.
L’ingrediente più pregiato o particolare della nuova linea?
Più che l’ingrediente direi il modo di approcciarsi agli spirits pregiati. Abbiano una sezione di suggested brand call in cui assieme a un distillato di alto livello consigliamo i vari accostamenti. Per quanto riguarda il particolare stiamo giocando con la marmellata, delle sfere di frutta esotica e quando gli impegni del club me lo permettono preparo delle spume di frutta con il sifone. L’ingrediente di cui sono più felice sono gli spray agli oli essenziali che produco con mio padre, ogni drink ha il suo e l’osservatorio è sempre profumato di spezie e agrumi.
Vari tipi di clubber, vari tipi di cocktail. Cosa consiglieresti e perché a:
_ un techno addicted
_ un house lover
_ uno stoico (stoica) fino all’ultimo disco
Caffè americano, servito nel tipico bicchiere da caffè americano da asporto ti da il giusto bilanciamento tra energia e divertimento.
Uno dei nostri gin Tonic brand call con diverse proposte di tonica e vere spezie e erbe di campo a guarnire.
Uno dei nostri Tiki cocktail, rhum frutta esotica e dolcezza, perfetti per saltare fino all’alba e in tono con le camicie hawaiana.
Ma basta parlare, beviamo. Proviamo un Hot Frida che subito ci fa capire che la serata prenderà una piega pericolosa: tequila, sciroppo d’agave, lime, tabasco e smoked chipotle. Pare di stare a Manaus. Continuiamo con il Bosco Magico, che dovrebbe farci vedere i folletti e in effetti ci siamo quasi: vodka, zucchero, limone, marmellata ai frutti di bosco. Fresco e zuccherino ma senza essere stucchevole. Vogliamo esagerare, allora Gero ci invita a provare il suo cocktail più sostenuto a livello d’alcol. Non a caso si chiamo Zombie: con rum scuro, spicy rum, succo d’anans, lime, sciroppo di passion fruit, ginger beer e angostura. Perfettamente bilanciato nonostante i molti ingredienti, è tra i cocktail che ci piacciono di più. Iniziamo a ballare sotto cassa, ma non prima di aver fatto una piccola degustazione di Nikka Coffee Grain Malt, whisky di un certo livello proveniente dal Giappone (grande produttori di questo distillato), che qui all’Osservatorio venerano come fosse un Dio pagano. Come dargli torto. Bravi tutti!