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L’estetica punk viva e recalcitrante sul pianeta Terra nel 2024 raccontata da Punxerox

Il libro nato dalla collaborazione tra Spectrum e Francesco Goats raccoglie duecento flyers selezionati dal lavoro di venti artisti sparsi in tutto il mondo, e legati da due comuni denominatori: le fotocopiatrici e la scena punk

Scritto da ABAC il 11 dicembre 2023

Il movimento Xerox Art, detto anche Copy Art, ha le sue origini nell’omonima fotocopiatrice entrata in commercio agli inizi degli anni Sessanta. La Xerox 914 e la possibilità di riproduzione su larga scala rivoluzionano la fruizione cartacea immergendoci in un comodo mare di cellulosa e inchiostro. Considerata uno dei prodotti dal più ampio successo commerciale, invade da subito gli uffici del mondo industrializzato. Dagli inizi degli anni Sessanta chiunque può stampare in autonomia quanto serve. Spingendo quel singolo tasto e vedendo ventimila caratteri stampati in un battito di ciglia Gutenberg avrebbe fatto un bel sorriso.

Gli artisti delle avanguardie ci mettono poco a capire le potenzialità della macchina e da subito cominciano a sperimentare: il volume pubblicato nel ’71 dall’artista milanese Bruno Munari (Xerografia. Documentazione sull’uso creativo delle macchine Rank Xerox), testimonia come in meno di una decade l’utilizzo della fotocopiatrice sia stato teorizzato come una vera e propria forma d’arte. La macchina non ha limiti e confini, in linea di massima basta intrufolarsi all’interno di un ufficio per poterne usufruire. Per questo motivo anche le subculture di quegli anni se ne appropriano come mezzo di diffusione. Lo sa bene chiunque si sia imbattuto nelle avventure del più famoso antieroe-stampante-robboso di quegli anni; Gutenberg lo avrebbe amato.

Il libro nato dalla collaborazione tra Spectrum e Francesco Goats raccoglie duecento flyers selezionati dal lavoro di venti artisti sparsi in tutto il mondo, e legati da due comuni denominatori: le fotocopiatrici e la scena punk.

Seppur oggi i metodi di diffusione d’informazioni sono radicalmente cambiati da quell’ormai lontano Sessantuno, il fascino della stampa lo-fi rimane vivido nelle sottoculture che, seppur non disdegnano l’utilizzo delle tecnologie sia per la comunicazione che per la produzione artistica, mantengono come canale privilegiato quello della stampa Xerox. Molti membri di queste bolle non amano i social network e spesso, anche per evitare complicazioni legali, vedono nel flyer fisico lo strumento adatto per informare i loro canali.

Da questi presupposti nasce il progetto Punk Xeroxa Selection of some Xerox Punk Artists from the Planet Heart 2024Sotto consiglio di un amico ci procuriamo il volume, dove nella copertina una segretaria punkettona fotocopia un pamphlet anarchico intitolato “come distruggere la società”; vedendo l’esplosione nucleare sul retro della stessa sembra anche riuscirci. Il libro, nato da una collaborazione tra i ragazzi di SPECTRUM e Francesco Goats, è diviso in questa maniera: una parte testuale curata da Giulia Vallicelli, Giacomo Spazio e lo stesso Francesco. Poi un duecento flyers selezionati dal lavoro di venti artisti sparsi in tutto il mondo legati da due comuni denominatori, le fotocopiatrici e la scena punk.

La scena descritta nel libro è quella “punk punk”. Non quella post hardcore, scremato, black metal, ny hardcore, garage, ma quella strettamente legata agli anni Ottanta, una sorta di prosecuzione di quel movimento.

Il libro è interessante, e quando ne parlo agli amici le domande sono tante: cos’è il punk oggi, come si vestono, che musicano ascoltano, davvero c’è una scena punk a Kuala Lumpur, li arrestano tutti a fine concerto. M’immagino cose; malesiani con creste a colla di pesce che pagano biglietti del treno; ma sono nebulose. Decido allora di contattare Francesco per farmi spiegare quale sia la sua concezione del libro e della scena. La scena punk descritta nel libro è quella punk punk. Mi dice sorridendo. Non quella post hardcore, scremato, black metal, ny hardcore, garage, ma quella strettamente legata agli anni Ottanta. Una prosecuzione di quel movimento, una sorta di storia alternativa, di viaggio nel tempo in cui si ritorna allo stesso slancio creativo, si riprendono gli stessi suoni, lo stesso immaginario e li si utilizzano per raccontare il presente. Non hanno tenuto tutto del movimento, il punk degli anni Ottanta, storicamente, è quello più acceso da politica e protesta e, seppure le istanze antimilitaristiche, anarchiche, animaliste, sono presenti, lo sono più nei testi piuttosto che nelle pratiche di vita. Anche perché certi comportamenti sono stati fortunatamente assorbiti da gruppi più vasti. Ma allora la segretaria in copertina di Xerox… La segretaria non fa esplodere la bomba nucleare. La vera distruzione è quella perpetrata dalla società stessa ai danni dello spirito umano e al pianeta terra. Lo vedi, siamo cresciuti, anche di età siamo tutti attorno ai trent’anni. Ma quindi i punk di Kuala Lumpur… Condividiamo con loro lo stesso retaggio culturale, abbiamo ascoltato gli stessi dischi e siamo andati in fissa con lo stesso immaginario punk. La loro situazione governativa non influisce con il regolare svolgersi dei loro concerti. Siamo abituati a collegare la scena punk a contesti molto politicizzati, ma non deve essere necessariamente in questa maniera. In Giappone ad esempio è un fenomeno musicale ed estetico, molto meno politico.

Francesco mi risponde dritto a ogni mio quesito. L’ultima domanda che ho è dove potrei trovare questi flyer in giro per una città del mondo, in collettivi, squat, sale di concerti, oppure solo se esistono virtualmente. Credo purtroppo oramai i flyer esistano più che altro su internet anche se la loro realizzazione passa per l’analogico. Io personalmente ho limitato la mia distribuzione fisica a qualche negozio di dischi o in librerie di amici. Fino a qualche anno fa andavo ad attacchinare i flyer dei concerti che organizzavamo in giro per la città. Ormai mi capita sempre più di rado e se lo faccio non è tanto per comunicare l’evento, piuttosto una forma di street art. Se ho fatto una grafica che mi piace particolarmente ho piacere di renderla visibile in giro. Questo è quanto. Per dei riferimenti culturali che inquadrano la scena consiglio l’etichetta Sentiero Futuro, in particolare la compilation Oltre Lo Sguardo, che potete trovare comodamente su Bandcamp. Se cercate qualcosa di più internazionale vi consiglio la RoachLeg Records, se invece volete farvi una carrellata storica vi consiglio la scena punk hardcore italiana degli anni Ottanta: Wretched, Negazione, 5 braccio, Declino. Se invece vi piace il cartaceo consiglio il libro Virus, di Giacomo Spazio, in cui vengono raccolte tutte le grafiche del centro sociale che porta lo stesso nome, oppure, per quanto riguarda le fanzine, andate di TVOR.

Punxerox sarà presentato in anteprima da SPECTRUM in qvia De Amicis 23 giovedì 14 dicembre, alle 6:30 PM, con un live di Motel Cecil e Alvin Sonic.

Dal 15 dicembre il libro e la capsule saranno disponibili anche da SPECTRUM, via Casati 29, e online su spectrumstore.com.

Punxerox è un progetto di Francesco Goats in collaborazione con SPECTRUM, pubblicato da SPECTRUM con il supporto di Vans.