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Lorenzo BITW e Grindalf: tra Roma e il mondo

Esce questa settimana un doppietta discografica di clubbing alternativo made in la Capitale.

Scritto da Giulio Pecci il 10 settembre 2024
Aggiornato il 13 settembre 2024

C’è vita oltre la techno. Perfino a Roma. A ricordarcelo ci pensano Lorenzo BITW e Grindalf (amici e collaboratori prima ancora che colleghi) che per puro caso presentano due nuovi progetti negli stessi giorni, ognuno a proprio nome.

È una gran bella vita quella che ascoltiamo in “Orbs” (Grindalf) e “Globale” (Lorenzo BITW), due lavori che, incredibilmente, si richiamano anche nei nomi scelti. Un’esistenza fatta di bassi mutaforma composti su una Tuscolana che assomiglia a South London e di percussioni impazzite prese in prestito dai quattro angoli del mondo. Tutto messo insieme in questa Roma (dis)graziata, che da decenni è ferma all’entrata in scena di una cassa dritta per iniziare a fare festa e muovere le gambe. Forse è per questo che entrambi i progetti hanno una denominazione cosmica e globale. Non negano il radicamento a Roma, anzi ne fanno un pregio, ma cercano un respiro più ampio.

 

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Per Lorenzo BITW si tratta di un ritorno alle origini. UK funk, bassi globali, percussioni che esplodono preannunciando e conducendo i drop che non possono far altro che trascinare in pista. Dopo un disco (“Pantea” del 2021) più suonato e morbido, dopo aver coltivato l’industrial no-jazz degli Archivio Futuro, Lorenzo torna alla musica che aveva fatto girare il suo nome in tutta Europa e oltre. Una celebrazione che si consuma in un matrimonio perfetto: quello con la Ninja Tune, di cui (pronti ad essere smentiti) Lorenzo diventa il primo italiano in catalogo.

 

Grindalf invece aggiunge un’altra perla a un repertorio già vasto, fatto di produzioni che spaziano dal rap al pop, incrociando club, lo-fi e chi più ne ha più ne metta. Nell’ultimo anno comunque è evidente la maggiore attenzione dedicata alla cultura sound system. Solo un paio di settimane prima di “Orbs” infatti ha visto la luce anche “Armor”, EP completamente autoprodotto che spazia dalla UK garage al baile funk. “Orbs” segue lo stesso tracciato in quattro brani impossibili da catalogare. Esce per “Love In The Endz” collettivo multiculturale di base a Londra – che a Roma avete incrociato nelle folli serata baile funk a nome Fervo Fluxo.