400.000 stelle, oltre 3.000mq di superficie, 75 metri di altezza. Questi sono i numeri dell’installazione “Nebula” che sarà la firma d’autore sull’edizione 2024 di Videocittà. Dopo la luna gigante ideata e sospesa a mezz’aria dal collettivo fuse* nel 2022, e il percorso evolutivo di “Mater Terrae” tracciato da Silvia Sveta e Mace nel 2023, è arrivato il momento del viaggio dal micro al macrocosmo firmato dai Quiet Ensemble e da Giorgio Moroder, che ha realizzato le musiche (originali) di questa nuova gigantesca installazione. Il Gazometro quest’anno si trasformerà quindi in una via lattea da guardare con il naso all’insù e da attraversare sospinti dalle partiture del maestro di Ortisei. Venerdì 5 luglio l’opening alla presenza degli artisti, poi le visite fino al 7 luglio dalle 22:00 alle 03:00 di notte. Da segnarsi anche il talk a cura di Nicolas Ballario con Giorgio Moroder, Quiet Ensemble e Francesco Dobrovich (direttore artistico di Videocittà) in cui sarà raccontato questo lavoro. Qualcosa però possiamo già anticiparla noi, grazie a una chiacchierata che abbiamo fatto con i Quiet Ensemble, ai quali abbiamo chiesto di parlarci della genesi di “Nebula” e del modo in cui hanno dialogato con Moroder per unire musica e luci.
“L’incontro con Moroder è stato davvero piacevole. Giorgio è umile, allegro e disponibile. Abbiamo fatto il sopralluogo insieme al Gazometro ed eravamo tutti impressionati dalla maestosità della location. Abbiamo ragionato su un ipotetico viaggio cosmico che comincia dal pavimento del Gazometro e il suo microcosmo e continua in alto verso l’universo e le stelle, e immaginato diverse fasi del percorso, con possibili incontri celesti: alcuni realistici, altri più immaginifici.
Siamo stati molto ispirati dal Gazometro: essendo una struttura vuota lascia spazio all’immaginazione e a livello percettivo è molto forte la connessione tra la terra e il firmamento. L’istinto quando si entra al suo interno è quello di guardare in alto e da questo ci siamo quindi lasciati trasportare. É comunque da un po’ di tempo che indaghiamo sul microscopico, lavorando su particelle di polvere o di luce, e siamo affascinati dalla magia del volo e dagli sciami, dagli stormi, dalle stelle, dai movimenti organici di masse che insieme generano un elemento apparentemente unico: il singolo e la moltitudine, la forza immensa del microscopico. In questa nuova installazione stiamo testando un diverso approccio tecnico e siamo molto curiosi anche come spettatori.
L’installazione è fruibile da dentro e da fuori la struttura. Abbiamo ipotizzato delle linee verticali in acciaio riflettente come superficie di proiezione per la luce. Sugli anelli del Gazometro andremmo a posizionare un certo numero di laser che andranno a colpire le stringhe in acciaio a 360°. In questo modo abbiamo la possibilità di creare milioni di puntini luminosi in movimento che vanno dal basso verso l’alto e viceversa. Quando si spengono le luci la superficie su cui vengono proiettate diviene praticamente invisibile, tornando a mostrare al pubblico il vuoto.
Le linee vogliono essere concettualmente una connessione tra la terra e il cielo, una marcata direzione che indica l’alto e il basso, diventando un schermo di proiezione tridimensionale che regalerà al pubblico uno spettacolo delicato, basato sul vuoto e il pieno, il buio e la luce, la singola particella e la moltitudine, il granello di sabbia e il deserto o la stella e la galassia. Un gioco di elementi microscopici che insieme formato il tutto. Lo spettacolo si basa su un racconto che abbiamo seguito noi con la luce e Moroder con il suono, ogni elemento incalza e racconta a suo modo la drammaturgia. C’è un ascolto da parte di entrambi e un supporto che rende la luce e il suono un unico elemento“.