Chi non ha mai marinato la scuola? Soprattutto, chi non è mai andato in una sala giochi mentre marinava la scuola per nascondersi dai propri genitori? Al primo impatto The Cathedral mi ha ricordato i bei giorni in cui saltavo a piè pari le lezioni. Quelle giornate in cui mi sentivo un vandalo, solo perché giravo con gente che fumava le sigarette e ascoltava musica metal. Oggi i tempi sono cambiati, ma, insomma, i piaceri di una volta restano. Non ho ancora iniziato a fumare, però ogni tanto sento il bisogno di appagare la parte più ludica del mio cervello. E un luogo del genere mi ha fatto venire in mente, oltre alla scuola, anche il paradiso.
Si trova in via Alessandria e prima di entrare bisogna suonare al citofono. Una volta entrati non troverete nessuno all’ingresso, però sarete accolti da un arredo abbastanza rustico, tutto in legno, con degli ottimi punch game machine, i cui colori accesi si rifrangono sulla porta metallica dell’ascensore lì vicino creando un bellissimo e rilassante effetto vaporwave. La tentazione di iniziare a tirare pugni su quella macchina come un vero macho texano durante una festa alcolica di paese è davvero molta; e in effetti non ci sono limitazioni: è una cosa che si può fare in totale tranquillità. E per far immedesimare al meglio l’utente, su uno di questi campeggia una grossa scritta “America” con il disegno di un’aquila. Nonostante il richiamo degli Stati Uniti più profondi sia forte, consiglio comunque di non fare tentativi da ubriachi e, soprattutto, se proprio si ha questo bisogno di far valutare agli altri la propria virilità, di tirare qualche pugno quando la platea non è gremita. Oltre ai classici punch da scazzottata ce n’è anche uno con una palla a terra, da calciare fortissimo per capire se si è portati per la carriera da calciatore o da lottatore di MMA.
Scendendo le scale ci si trova di fronte al fiore all’occhiello della sala: ben tre simulatori di ultima generazione che non aspettano altro che di essere guidati; anche alla maniera in cui Aphex Twin si approcciava all’automobile prima di prendere la patente – per chi non lo sapesse, passava ore e ore a giocare con simulatori di guida mettendo sotto vecchiette sulle strisce e bambini che giocavano indisturbati. Appesi ai muri ci sono una serie di scudetti di squadre calcistiche italiane ed europee, con forte prevalenza per dell’AS Roma – di tutte le altre squadre c’è una sola immagine, per la Roma ben quattro – a indicare che il locale è predisposto alla proiezione delle partite della Serie A e delle più importanti competizioni calcistiche (coppe europee, campionati esteri, etc.), il tutto attraverso dei giganteschi maxischermi che permettono di carpire anche le più nascoste espressioni facciali dei calciatori, così come di indugiare sul linguaggio del corpo performato dagli allenatori nei momenti cruciali della partita. Sotto gli scudetti campeggiano delle comode postazioni per Play Station 5, con tanto di ventilatore al lato per combattere i più insidiosi momenti di ansia, ma anche il caldo in generale. Schermi rigorosamente in 4K, più vari accessori gustosi come il Dual Sense controller, rendono le partite qualcosa di veramente immersivo. Mentre si guarda giocare gli altri e si assiste ai loro salti di paura e scatti di nervosismo, si è tentati di andare a chiedere se è tutto ok, però è meglio non disturbare.
Ai cabinati ci sono le persone più diverse e colorate: si passa dal tipo incappucciato e adrenalinico che cerca di risolvere la propria missione di guerra a quello vestito in Lacoste con la fissa per il tennis, senza tralasciare il nerd puro che entra col suo account per killare qualcuno su Fortnite. Ovviamente non mancano FIFA e PES: come potevano non essere presenti questi due grandi classiconi che hanno legato generazioni diverse, fatto nascere amicizie e addentrato anche i più disinteressati al giuoco del calcio? Sarebbe stato impossibile. Ovviamente ogni tanto vola qualche parolaccia, qualcuno smette di parlarsi dopo un rigore un po’ dubbio, anche se le cose più belle da ascoltare sono i vari “guarda ‘sto scarparo”, “ammazza che cadavere questo”. Passate le numerose postazioni si arriva a un’altra chicca: il Dancing Stage, una serie di videogiochi a tema musicale dove poter ballare a ritmo di musica, provando a imitare ciò che è rappresentato sullo schermo. Anche in questo caso consiglio vivamente di fare molte esercitazioni a casa, a meno che non si sia delle persone che non hanno nulla da perdere in termini di dignità, autostima e fiducia nei confronti del proprio ego. Poco più avanti c’è il bar, fornitissimo di birre, con una lista che cambia di mese in mese. E proprio di fronte al bar c’è la vera attrazione del locale: la sala da biliardo.
E qui si entra in un altro mondo. D’altronde sembra essere la più grande sala da biliardo di Roma, con ben 1.300 i metri quadri a disposizione. I tavoli sono molti, sedici, e di buona fattura: è bellissimo entrare in questo microcosmo fatto di ragazzetti che si ritrovano a parlare dei problemi della vita mentre sorseggiano una Fanta e provano a mettere in buca l’otto. Ovviamente più passano le ore e più ci si ritrova con gente differente. C’è anche l’occasione di incrociare qualche sguardo coatto, ma in fondo è anche questo il bello – per questa cosa consiglio di non fare esercitazioni di nessun tipo. Assieme ai tavoli da biliardo ci sono gli immancabili biliardini. Si trova quasi sempre posto perché sono molti e, in ogni caso, il modo per capire se c’è disponibilità è semplice: basta ascoltare, Se si sentono rumori forti di stecche di metallo che battono sulla plastica e varie bestemmie al seguito significa che qualcuno sta giocando. Più o meno la stessa cosa per quanto riguarda i tavoli da ping pong, anch’essi presenti. Ogni giorno The Cathedral apre dal primo pomeriggio fino alle tre di notte, con un’infinità di persone (e personalità) diverse che si danno il cambio durante le varie fasce orarie. Insomma, qui dentro è tecnicamente impossibile rompersi le scatole. Troppe attrazioni, anche per un totale non-gamer come me.