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ELLAS Empowerment

Drink(h)er: la rubrica di ZERO sulle donne del beverage. Oggi conosciamo ELLAS, un collettivo di ragazze che cerca di fare community e aiutare altre professioniste e minoranze in questo settore

Scritto da Martina Di Iorio il 1 aprile 2022

Drink(h)er è il viaggio di ZERO tra le donne del mondo del beverage. Di bancone in bancone, andiamo alla ricerca di quelle storie che finiscono con un drink in mano ma partono da molto lontano. Comun denominatore l’essere intraprendenti, coraggiose, e pronte a sfatare e dimostrare che il mondo del beverage non è e non deve essere esclusivamente maschile. Sempre più donne si approcciano a questo lavoro, scegliendo con passione e determinazione una professione che non è sempre facile e non sempre supera il gender gap. Qui capiamo insieme le loro storie direttamente dalla loro voce.

ELLAS non è un gruppo chiuso, rappresentato da “x” donne in particolare, ma rappresenta tutte coloro che fanno parte di questa industry e che vogliano contribuire in qualche modo.

 

Chi è Ellas? Chi c'è dietro? Ci potete raccontare la vostra storia?

ELLAS è una community con l’obbiettivo di dare visibilià e valore a tutte le donne che lavorano nel settore dell’hospitality. Creare sensibilità su certi argomenti che pochi toccano e che sempre più sono importanti al giorno di oggi, essendo un settore che è ancora prettamente maschile.

Dietro ELLAS c’è Ginevra Castagnoli che è colei che ha ideato e creato questo progetto. ELLAS non è un gruppo chiuso, rappresentato da “x” donne in particolare, ma rappresenta tutte coloro che fanno parte di questa industry e che vogliano contribuire in qualche modo.

ELLAS nasce dall’esigenza di trovare delle mentori e sentirsi vicina ad altre donne senza avere la necessità di entrare in competizione, solo perchè la società ci ha insegnato così. Perchè nella maggior parte dei casi, tra donne così succede purtroppo. Vogliamo insegnare attraverso il pensiero positivo che essere unite, avere degli obbiettivi in comune o no e vincere, non ci rende più deboli o meno forti, bensì il contrario.

Come siete arrivata a fare questo lavoro? Da che percorso venite? Avete sempre lavorato nel mondo del beverage?

Il mio percorso è iniziato facendo l’università di psicologia a Madrid, ero molto interessata alla parte umana e all’intelligenza emozionale, per pagarmi gli studi ho iniziato a lavorare in un bar ed è stato amore a prima vista. È stato così che ho deciso di lasciare l’università per iniziare questo nuovo percorso che era esattamente quello che volevo fare fin dall’inizio. Non serve stare in uno studio per avere contatto con le persone e generare emozioni. Basta un bar e della musica!

Raccontateci una giornata tipo di Ellas. Qual è la sua mission?

La mission di ELLAS è di creare unione e sorellanza. Creare legami veri con persone, donne, minoranze di questa industria e parlare di loro e dare loro gli strumenti per essere esattamente ciò che sono. Insegnare a non avere paura, di andare avanti e di credere nei propri obbiettivi/sogni.

Andiamo oltre: lavorare nel mondo del beverage non è sempre facile, molto spesso si lavora la notte, quando gli altri si divertono e non è facile trovare un balance psicofisico. Cosa fa ELlas in questo senso? Come aiuta chi lavora in questo mondo?

Questo è un argomento ancora in fase di sviluppo. Stiamo cercando vari professionisti nel settore della nutrizione, sport, consulenti del lavoro e psicologi per iniziare a creare un percorso di aiuto e motivare attraverso i social a essere sani e felici nel miglior modo possibile.

Il mondo del beverage è un mondo molto maschile, quasi esclusivo. Cosa significa essere una donna nel vostro mondo?

Dieci anni fa quando ho iniziato era molto difficile, tanto che ho preferito rimanere all’estero che stare in Italia, proprio per questa ragione. Tutt’ora vivo in Spagna e le volte che mi è capitato di tornare a Milano, nella mia città natale, ho sempre riscontrato maschilismo e problemi di genere solo per essere una donna, brava e competente in ciò che faccio.

Devo dire che con il tempo comunque poco a poco la cosa migliora, grazie ai social media, e alla visibilità che questi danno in primis al mondo del bar. Molte più donne sono riconosciute e hanno un nome, e ciò apre più porte a moltissime altre che vogliono iniziare in questo settore.

Vi sono mai capitate alcune situazioni difficili in quanto donna? Fa più fatica una donna in questo ruolo rispetto a un uomo? Ci sono pregiudizi da superare in un mondo così a senso unico?

Me ne sono capitate parecchie, ma tutte mi hanno dato la forza per essere migliore e più competente nel mio lavoro, in modo tale da non farmi avvilire ed essere concentrata sul mio obbiettivo.

Perché amate il vostro lavoro? E che consiglio dareste a chi vuole approcciarsi a questo mondo?

Lo amo perchè l’empatia e le emozioni delle persone scaturite da ciò che faccio mi danno vita e mi rendono felice. Per chi volesse iniziare ora direi: lavora duro, fatti il culo e non farti distrarre da niente. È un settore fatto di possibilità e se sei pronto e furbo nell’ottenerle, arriverai dove vuoi!

Cosa cambiereste di questo sistema e cosa invece è perfetto così.

Non ci ricordiamo troppo spesso che non stiamo salvando vite e non siamo medici, ma siamo persone allo stesso modo di quelle che serviamo dall’altra parte del bancone. Dovremmo essere più umili, dovremmo essere più conscienti che a lungo andare se non ci curiamo e cerchiamo di avere una vita salutare, questo lavoro per noi sarà impossibile farlo a lungo.

Se andassimo a bere insieme dove ci portereste? E cosa ci fareste bere?

Non credo sia tanto importante il dove, se non l’ambiente e le vibrazioni di quel momento. Cosa anche non è importante, se non la compagnia.