Ad could not be loaded.

Dino Lupelli

DIETRO A ELITA INSIEME A LELE SACCHI, ALIOSCIA BISEGLIA, MANFREDI ROMANO E CLAUDIO FAGNANI C'È DINO: COLUI CHE DICE L'ULTIMA PAROLA SU TUTTI I PROGETTI DELL'entertainment company MILANESE CHE FA DIVERTIRE CLUBBER E NON SOLO, tra festival e collaborazioni con brand internazionali

Scritto da Emanuele Zagor Treppiedi il 9 settembre 2016
Aggiornato il 18 settembre 2017

Foto di Davide MZNG Manea

Se c’è una cosa che non manca a Dino Lupelli, il “boss” di Elita, è l’entusiasmo. Anzi a volte è pure troppo e sono brave le persone che lavorano con lui che riescono a placarlo. Ne è un esempio la quantità di contenuti proposti durante la seconda edizione di Linecheck – music meeting e festival e la diversità di format che pensa o a cui collabora con altri professionisti milanesi del divertimento (vedi lo scorso Sonido Classic). Sul pezzo da tempi non sospetti già in quel di Bari, si è poi fatto le ossa con Elettrowave (costola elettronica di Arezzo Wave) fino ad arrivare a Milano dove, insieme ad altri quattro appassionati di musica e divertimento, ha tirato su Elita. Abbiamo fatto due chiacchiere con lui per parlare di Milano, di come si diverte e di Lincheck il festival a cui oggi tiene di più.

(cover image by Davide MZNG Manea)

Presentati: chi sei? Da dove vieni? Dove vivi? Perché sei qui?
Mi chiamo Dino Lupelli, all’anagrafe Leonardo, e sono arrivato a Milano a 30 anni nel 2000 con la classica valigia di cartone da emigrato.
Sono nato a Bari nel giugno del 1970 e dal 1990, durante il movimento studentesco che tutti ricordano come La Pantera, ho cominciato ad occuparmi di intrattenimento e musica e poi ho fondato una struttura che si occupava di musica e animazione socioculturale.
I miei esordi nella città che aveva appena iniziato il cammino verso Expo sono stati nel mondo della comunicazione e degli eventi corporate. Poi nel 2005 grazie ad un’idea di Manfredi Romano è nata Elita, all’interno della quale avevo il compito di occuparmi del coordinamento generale. Da allora in avanti non ho fatto altro che occuparmi del festival annuale durante la design week e delle altre attività promosse da Elita. 

Un giovane Leonardo Lupelli a casa nella sua Puglia
Un giovane Leonardo Lupelli a casa nella sua Puglia
Come mai e perché sei arrivato a Milano?
Sono arrivato su invito di un’agenzia di comunicazione, Ideogramma, che mi ha chiesto di seguire la start up del New business in area eventi. Si cominciava appena a parlare di live experience

Cosa ti piace di questa città?
Milano attrae alcune tra le migliori menti creative italiane ed è una delle poche città in cui esiste una contaminazione anche con le culture internazionali Il livello degli incontri professionali è buono e si incontrano continuamente persone nuove e interessanti. Milano Inoltre si alimenta continuamente dell’entusiasmo delle giovani generazioni che qui hanno qualche chance in più per farcela. Tutto questo avviene in un contesto molto competitivo ma al contempo anche molto stimolante. 

Di cosa ti occupi a Elita?
Ho il ruolo di coordinare le attività e le risorse e cerco di tracciare con i soci le linee guida su cui ci muoviamo. Qualcuno mi chiama “boss”: io mi sento invece più un capo progetto in cui quando serve esprimo la fatidica ultima parola!

Prima di milano e quindi di Elita c’è stata la parentesi arezzowave ed elettowave? Ci parli di questa esperienza come sei entrato nel team di uno dei più importanti festival italiani? Di cosa ti occupavi? Quanto sei legato a quell’esperienza che ti ha visto coinvolto per quasi una decina di anni.
Ho collaborato con Arezzo Wave dal 1996 al 1999 esclusivamente come responsabile regionale, per la Puglia, del circuito di selezione e valorizzazione delle band locali. A suo tempo mi era bastata una telefonata per propormi in un ruolo che è stato fondamentale per costruire una serie di relazioni di livello nazionale ed un’esperienza unica di conoscenza del movimento musicale della mia regione. Selezionavo oltre 150 band all’anno e già pensavo fosse una bellissima esperienza.

Poi è iniziata l’esperienza Elettrowave che all’inizio era solo un circuito di party notturni post festival. Tutto è cominciato mettendo in rete i le sei migliori realtà di clubbing italiane dell’epoca (Link – BO, Xplosiva – TO, Pergola – MI, Agatha – RM, Elastica – FI, Divine Follie – BA)  con altrettante realtà internazionali tra cui Sonar, Batofar, Robert Johnson. Gestivo anche il progetto Elettrowave Challenge, cui si iscrivevano ogni anno centinaia di produttori emergenti. Tutto aveva il sapore della scoperta ma in pochi anni è diventato un vero e proprio festival nel festival, segno che avevamo fatto bene a cavalcare la cultura dei club e dei rave dandogli una vetrina così importante.
La mia personale esperienza è terminata nel 2009, dopo 15 anni, con un’indimenticabile concerto a Livorno in cui Kraftwerk e Aphex Twin si alternarono sul palco insieme a Marco Passarani e Ralf.

Conferenza stampa Elettrowave 2009
Conferenza stampa Elettrowave 2009
Linecheck è nato l’anno scorso durante l’incredibile avventura del Diurno Cobianchi. Luca Fonnesu e Randy (RND) mi hanno proposto di lavorare su di un paio di giornate di incontri legati al ventennale di RND e da li abbiamo allargato il cerchio coinvolgendo festival italiani ed internazionali. ma anche addetti ai lavori di ogni tipo lavorando con voi di Zero per raggiungere da subito l’intero territorio nazionale e con il Comune di Milano per cercare un supporto istituzionale.
È un format che unisce le attività di B2B, ovvero incontri informali e sessioni di approfondimento che puntano a migliorare la competitività del sistema musicale italiano, con attività aperte al pubblico, un vero e proprio festival cittadino che coinvolge già alla seconda edizione oltre 20 promoter cittadini.
Io spero che a Milano possa nascere presto una music week di livello internazionale in grado di attirare molto pubblico dall’estero e che Linecheck possa essere il cuore pulsante di questa attività richiamando agenzie ed artisti italiani ed internazionali in città.

linecheck header

Quali sono i talk che avete chiuso di cui vai più orgoglioso e quali invece (se sono diversi dai primi) quelli che ci consigli di non perdere.
Sicuramente l’apertura istituzionale è molto prestigiosa, grazie all’intervento dei principali attori istituzionali al lavoro per una necessaria riforma del sistema della musica in Italia.
Il programma ha poi tanti appuntamenti interessanti con target diversificati tra imprenditori, tecnici, discografici, artisti. Io cercherò di seguirli tutti e di sicuro non mi perderò l’intervento di Peter Smidt sul modello olandese, la conference di Assomusica sul networking europeo, il punto di Fimi sulla discografia italiana e la chiusura con l’analisi dello status quo dell’industria dei festival italiani.

Come mai avete sentito l’esigenza di un festival orientato così agli addetti ai lavori? Ci sono esperienze internazionali che vi hanno ispirato?
Ce ne sono tante di esperienze internazionali di questo tipo: SxSw ad Austin è la più grande ed ogni anno si allarga un pò anche su linguaggi diversi; Eurosonic a Groningen è quella che conosco meglio ed è oggi un appuntamento irrinunciabile per chi voglia scoprire i nuovi talenti della scena internazionale; ADE ad Amsterdam è il raduno più importante nel mondo dell’elettronica ed è diventato un evento enorme capace di riempire ogni spazio libero in città; CMJ di New York è quello che ho frequentato di più fuori dal Vecchio Continente ed ha un impatto impressionante per quantità di eventi e qualità delle conference e poi ancora C/O Pop a Colonia, Waves a Vienna e tantissimi altri. Sono modelli che ho studiato da vicino quando mi occupavo per Arezzo Wave di portare le band italiane in giro per il mondo.

Anche in Italia abbiamo avuto molte esperienze di questo tipo e la più rilevante è stata sicuramente il Medimex di cui però oggi non si conoscono i piani futuri. Da noi c’è anche il Mei, dove però non sono mai stato. 

Com’è stata la risposta dopo il primo anno?
Da parte degli addetti ai lavori ci sono arrivati parecchi complimenti e qualche suggerimento su argomenti e realtà da invitare. È stato stimolante vedere che un progetto nato quasi per caso aveva colpito nel segno già alla sua prima edizione e nessuno ha mai messo in discussione che ci sarebbe stato un secondo anno.

Uno dei principali talk di Linecheck dello scorso anno
Uno dei principali talk di Linecheck dello scorso anno
Dopo la teoria, i talk, dove ci consigli di andare a vedere la pratica tra gli eventi serali?
Il mio consiglio è di girare un pò dappertutto, seguendo i propri gusti personali sia in termini di contenuti che di luoghi. Ci sono molti artisti che presenteranno show o produzioni in anteprima ed è un peccato perdere momenti così importanti e sarà bello ritornare in contatto con i club e le persone che per la prossima stagione saranno i nostri punti di riferimento serali e notturni. Girare e scoprire insomma procedendo un po’ a senso.

Finito di far festa invece dova vai? Casa? After? Colazione?
Di solito mi fiondo a casa da mia figlia!

Quand’è ora di pranzo invece dove vai a mangiare?
Il pranzo me lo gestisco di volta in volta a seconda degli appuntamenti. Il mio posto preferito è però il nostro bar (ElitaBar) in via Corsico sopratutto nelle giornate di sole.

E a cena?
Mi piacciono le trattorie e i luoghi di tradizione magari scoperti su consiglio di insiders e colleghi

Ma in generale i tuoi cocktail bar e ristoranti preferiti quali sono? Dicci anche i tuoi drink e i tuoi piatti preferiti.
Mi piace girare un pò dove capita e a livello di ristoranti non sono certo un cliente modello visto che non mi piace quasi mai tornare negli stessi posti. Ma se dovessi invitare qualcuno a bere o a cena la mia seconda scelta dopo elita bar è di sicuro il Dry che mi piace proprio per l’atmosfera informale.
Non sono un grande bevitore di cocktail, più che altro ho una scelta limitata a due drink: Panaché al limone e Mescal possibilmente liscio. Lato food adoro il pesce, sopratutto crudo. 

E a passeggiare per pensare?
Sicuramente nei parchi di NoLo (North of Loreto), tra il Parco Trotter e la Martesana 

Lee Scratch Perry all'Anfiteatro della Martesana per lo Smart Weekend di luglio 2016
Lee Scratch Perry all’Anfiteatro della Martesana per lo Smart Weekend di luglio 2016
E dove vai a divertirti?
Il mio club preferito è il Biko! 

Invece un turista cosa deve assolutamente vedere di MIlano?
I Navigli nascosti di Brera e della Martesana 

Qualche anticipazione sui prossimi progetti di elita?
Stiamo lavorando per la dodicesima edizione del Design Week Festival per il Fuorisalone, Sonido Classics a Carnevale e stiamo sviluppando il nuovo format che abbiamo lanciato quest’estate: Smart Weekend, con musica e attività open air.

Elita Team, foto by Sha Ribeiro
Elita Team, foto by Sha Ribeiro